Roma, Sala Umberto: “Balcone a 3 piazze” sbarca nella Capitale

Roma, Sala Umberto Stagione 2023 2024
BALCONE A 3 PIAZZE
di Mirko Setaro e Francesco Velonà
Con Biagio Izzo
e con Mario Porfito, Carla Ferraro, Roberto Giordano, Adele Vitale, Ciro Pauciullo
musiche Antonio Caruso
costumi Federica Calabrese
scene Massimo Comune
luci Luigi Raia
produzione esecutiva Giacomo Monda
produzione Tradizione e Turismo e AG Spettacoli
Regia di Pino L’Abbate
Roma, 31 Ottobre 2023
“Balcone a 3 Piazze” si presenta per la prima volta sul palcoscenico della Sala Umberto di Roma. Questa commedia  scritta da Mirko Setaro e Francesco Velonà, offre a Biagio Izzo e all’intera compagnia di attori un palcoscenico su cui incarnare una serie di narrazioni ed emozioni universali. La commedia, intrisa di un umorismo irresistibile, conduce il pubblico in un viaggio introspettivo che esplora le sfumature dell’amore romantico e dell’amicizia, e il loro impatto sulle interazioni personali di ciascuno affrontando temi profondi relativi ai rapporti umani con una leggerezza disarmante e creando una risonanza universale in cui ogni spettatore può identificarsi. Ambientata all’interno dell’appartamento di Alfredo (Biagio Izzo) e Valeria (Carla Ferraro), la storia si sviluppa durante la vigilia di Natale, quando una tempesta li costringe a rimanere bloccati in casa, nonostante la loro separazione da sei mesi. Mentre Alfredo spera che tale circostanza possa favorire la loro riconciliazione, Valeria si infastidisce e decide di affrontare la tempesta per raggiungere l’aeroporto . Da qui, la storia si arricchisce di equivoci, battute fulminanti e l’introduzione di nuovi personaggi come Riccardo (Mario Porfito), l’amante della vicina di casa Elis (Adele Vitale), che è costretto a fuggire dal suo appartamento a causa del ritorno inaspettato di suo marito Michele (Roberto Giordano). Il balcone ( non a caso nel titolo dello spettacolo) diventa un elemento chiave, il “luogo di passaggio” per Riccardo e Ciro (Ciro Paciullo), un ladro che cerca vendetta contro il cognato che lo ha tradito, costringendolo a diventare l’amministratore di una società in bancarotta. Ciro, però, finisce per rompersi una caviglia e si rifugia nell’appartamento di Riccardo, creando una serie di scene divertenti. L’opera si immerge nelle profondità degli archetipi tradizionali della commedia: un connubio sull’orlo del precipizio, scosso da disuguaglianze culturali e idiosincrasie individuali; un seduttore privo di etica, un marito ingenuo che, nonostante le prove inconfutabili dell’infedeltà coniugale, rimane indomito nel suo sostegno; un piccolo ladruncolo con l’ardente desiderio di assicurare un futuro alla propria prole. Tali personaggi, che sembrano aver abbandonato le pagine di una farsa plautina, non si presentano come mere figure umane, ma come maschere universalmente riconoscibili, che il pubblico identifica immediatamente al loro ingresso in scena. La commedia culmina con un finale di sorprendente intensità, in cui Biagio Izzo evoca un detto di Seneca: “È durante la tempesta che conosciamo il navigatore”. Nonostante il suo timbro retorico, questo aforisma funge da monito per perseverare e dimostrare la propria forza quando gli ostacoli appaiono insuperabili. Tuttavia, un’altra saggezza di Seneca sembra riflettersi come un eco: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. È chiaro a tutti quale sia il porto verso cui questa rappresentazione naviga: leggerezza, acclamazione spontanea e risate liberatorie. Le scenografie tradizionali di Massimo Comune e le luci di Luigi Raia contribuiscono a creare un contesto e una storia facilmente decifrabili, senza bisogno di invenzioni particolari. Sotto l’attenta  regia di Pino L’Abbate, “Balcone a 3 Piazze” prende vita, con un’orchestrazione meticolosa di ingressi, uscite, pause e silenzi, rendendo omaggio alla tradizione teatrale in tutto il suo classico splendore. Questa commedia universale, sebbene rispecchi le convenzioni del teatro napoletano, trascende i confini geografici, potendo trovare risonanza ovunque. Il profilo psicologico dei personaggi, arricchito dalla lezione di Eduardo De Filippo, esprime concetti universali, rivelando una profonda esplorazione della natura umana. L’opera attinge alla vivacità di Napoli, con le sue strade animate e la sua ricca eredità culturale, trasformandola in una fonte inesauribile di ispirazione e un vivace calderone di idee che permeano ogni scena. In un tour de force teatrale, tutti gli attori  offrono esibizioni più che buone, ma è il duo dinamico di Biagio Izzo e Mario Porfito che ruba la scena. In modo inconfutabile, i due protagonisti, hanno brillantemente superato la prova, formando un binomio perfettamente sincronizzato e vincente sul palcoscenico. Izzo, con il suo spirito vivace e la sua effervescenza, incarna il ruolo di primattore con un’ironia inconfondibile e una teatralità esuberante. Al suo fianco, Porfito, una presenza costante nel teatro come in televisione, si afferma come uno straordinario supporto. Auto definitosi “un attore di teatro prestato alla televisione”, Porfito ha avuto l’opportunità di lavorare sotto la guida di direttori di grande prestigio come Luca De Filippo, Giuseppe Patroni Griffi e Giorgio Strehler nel corso della sua ricca carriera. Questa commedia, adatta a un pubblico di tutte le età, si distingue per il suo fascino sottile che non passa inosservato. Il pubblico ha immediatamente riconosciuto il suo valore, esprimendo il proprio apprezzamento attraverso risate, applausi e momenti di partecipazione intensa, culminati in un finale caratterizzato da un fragoroso applauso, particolarmente per il protagonista. Nonostante sia una vera e propria celebrazione dell’umorismo, la commedia non manca di offrire anche una profonda riflessione sulla vita. Unisce l’elemento comico a una potente lezione di resilienza, offrendo un messaggio di speranza: un invito a credere sempre in un lieto fine, nonostante le avversità incontrate.