La fantasia op. 17 di Schumann. Sonate o fantasie: che importa il nome!

La fantasia op. 17 di Schumann. Sonate o fantasie: che importa il nome!
di Anna Quaranta
Le Guide_2 Libreria Musicale italiana, 2022
Volume di 216 pagine. ISBN: 9788855431606
€ 22,00
La trattazione della Fantasia op. 17 in do maggiore per pianoforte di Robert Schumann, per le sue molteplici caratteristiche, offre al lettore una serie di riflessioni multiple riguardanti uno dei monumenti del pianismo romantico. Scritta nel 1836, e rivista due anni dopo, verrà pubblicata nel 1839 da Breitkopf & Härtel. Un’opera visionaria che continua ad offrire una serie di rimandi e relazioni, accenni e richiami tanto da riservare ancora qualche mistero.Grazie ad una lettura poliedrica e stimolante da parte dell’autrice, Anna Quaranta – musicista e musicologa con esperienza didattica per importanti istituzioni italiane – il volume ambisce a far suscitare al lettore la necessaria curiositas affinché aprire a nuove prospettive, anche di ricerca. Si ripercorrono la genesi e vari significati; la stessa analisi dello spartito, per la ricchezza degli esempi musicali e dei dettagli, si orienta più verso una lettura critica e contestuale dell’opera. Il sottotitolo del volume rimanda agli anni Trenta dell’Ottocento in cui Schumann è alla continua ricerca del senso della forma sonata «considerata [dai giovani compositori] la più eletta con la quale presentarsi alla critica di alto rango e compiacerla». Il compositore, non individuando elementi utili per i suoi ripensamenti formali anche da parte dei suoi colleghi contemporanei, aggiunge: «la maggior parte delle sonate di questo tipo sono quindi da considerare soltanto una specie di saggi, di studi formali; è difficile che nascono da un forte impulso interiore […] Del resto, però, sembra che la forma abbia concluso il suo ciclo vitale, e questo è nell’ordine delle cose; perciò non dovremmo ripetere per secoli sempre le stesse cose, ma mirare anche al nuovo. Si scrivano dunque sonate o fantasie (che importa il nome!) ma non si dimentichi la musica, e il resto imploratelo al vostro buon genio». Quaranta, attraverso le fonti, riesce a ricostruire un percorso dagli elementi plurisignificanti ove convivono eventi come la raccolta di denaro per la realizzazione di un monumento a Bonn per Beethoven fino ad una motivazione più privata ed intima. Infatti la composizione fu concepita per Clara, che era lontana, secondo quanto scrive Schumann alla futura moglie, riferendosi particolarmente al lavoro: «più appassionato [che] abbia mai fatto: un profondo lamento per te» alludendo al primo movimento. Segnalo con particolare attenzione le 88 pagine dedicate all’analisi, alla bibliografia e alla discografia a partire dalla versione di Teresa Carreño del 1905 (Rullo Welte & Söne) a quella di Yeol Eum Son del 2020 (Onix Classics ONYX 4202).