Francis Poulenc (1899- 1963): Les chemins de l’amour FP 106 (orchestrazione Frédéric Chaslin); “La Voix humaine”, tragédie lyrique en un acte FP171; “Les Fiançailles pour rire” FP 101 (orchestrazione Frédéric Chaslin); “Les chemins de l’amour “FP106. Julie Cherrier-Hoffmann (soprano); Frédéric Chaslin (Direttore); Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, Registrazione per Little Tribeca (12-16 luglio 2022) presso il Teatro La Fenice di Venezia. Total time: 53’ 38”.1CD – A PARTE / HARMONIA MUNDI, 2023
La Voix humaine, titolo del CD monografico, costituisce un trittico sonoro del compositore e pianista francese Francis Poulenc che ha fatto parte del Gruppo dei Sei il cui ideologo era Jean Cocteau ed Erik Satie il rappresentante musicale più diretto. Trattasi di lavori che invitano ad una serie di riflessioni intorno al rapporto voce-linguaggio, tra suono e strumenti musicali, traghettando verso sentimenti, misteri, ricordi ascrivibili ai sentieri di un’umanità che deve fare i conti con l’amore, a volte sognato, idealizzato ed altre drammatico, in relazione ai tanti risvolti della realtà. Sentimenti che dall’incontro tra i testi di Jean Anouilh, Louise de Vilmorin e la musica di Poulenc, fanno percepire la trasudata vita sempre alla ricerca dell’amore e della soluzione delle proprie “pene consolar”. Di questo lavoro discografico intanto segnalo l’interessante esito dell’orchestrazione di due composizioni concepite per canto e pianoforte: Les chemins de l’amour (Valse chantée) e Les Fiançailles pour rire, ciclo di sei melodie per voce e pianoforte (La Dame d’André, Dans l’herbe, Il vole, Mon cadavre est doux comme un gant, Violon, Fleurs) a cura di Frédéric Chaslin il quale, nel prefiggersi l’obiettivo di «offrire ai cantanti, alle orchestre e al pubblico nuove opere da cantare, suonare, ascoltare o ascoltare in modo diverso», attraverso la bella tavolozza strumentale fa emergere sensibili sfumature di sentimenti.
Cuore pulsante, collocato al centro di questo CD, è La Voix humaine: un’autentica passione tormentata che si esplicita attraverso una lunga conversazione telefonica riguardante la fine di una sofferta relazione tra un uomo ed una donna. Tragedia lirica in un atto, scritta dal compositore francese nel 1958 su testo dell’omonima opera del 1930 di Cocteau in cui certi rompicapi, proiettati verso quella ricerca di trasparenza, rimandano a relazioni significative rintracciabili anche nell’arte del Novecento e in personaggi come de Chirico. La scena si svolge a Parigi in una camera da letto ove la protagonista femminile è al telefono e interagisce, attraverso la forma del monologo (anche con interventi di solo canto senza intervento strumentale), con l’uomo che ama e che risponde all’altro capo del telefono. Il tutto è affidato ai soli interventi della donna, spesso interrotti per anomalie sulla linea telefonica. All’ascoltatore non resta che comprendere o intuire quanto accade solo mediante la voce femminile ivi compresi gli stessi silenzi ai quali lei puntualmente, attraverso le risposte, lascia intendere quanto detto dall’amante all’altro capo dell’apparecchio. L’opera, nel narrare la difficile lacerazione del rapporto d’amore, corrisponde ad un’altrettanta relazione tra partitura e testo letterario. Il compositore francese per realizzare ciò si affida ad un soprano e all’apporto significativo dell’orchestra ove gli strumenti, in alcuni casi, sembrano assurgere fino a diventare altri personaggi atti ad accelerare simmetrie con gli stati emotivi della donna. L’altro ‘protagonista’ corrisponde al telefono, associato al suono dello xilofono. Sono comunicazioni ‘appese ad un filo’ e le stesse interruzioni danno il senso della sospensione di ciò che si racconta e sta accadendo. Spetta ad una serie di microattese il compito di ricomporre in itinere gli stati d’animo di una sofferenza che non è solo del personaggio femminile ma di tutte le persone che, trovandosi in situazioni ove prevale la menzogna, soffrono per amore. La relazione è decisamente frantumata e la comunicazione volge al capolinea con un «je t’aime» da parte della donna afflitta ove non è più immaginabile la risposta dell’uomo ma è la musica a porre definitivamente la fine.
Interpreti di questi lavori Julie Cherrier-Hoffmann, un soprano dotato di vocalità duttile che canta con appropriata e raffinata espressività tanto da restituire all’ascolto vibranti emozioni. Autentico laboratorio in cui ‘creare’ sonorità appropriate per questi repertori, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia (coppie di legni [anche corno inglese e clarinetto basso], ottoni, diverse percussioni, xilofono, arpa e archi) diretta Frédéric Chaslin che, anche in questa operazione, si rivela un musicista poliedrico e scrupoloso nel compenetrare e creare relazioni significative tra i linguaggi artistici e le varie declinazioni dell’amore.