“Nei palchi e sulle sedie. Il teatro musicale nella società italiana dell’Ottocento”
di Carlida Steffan, Luca Zoppelli
Frecce, Carocci editore, 2023
Volume di 344 pagine. ISBN: 9788829019939
Roma, Carocci editore, 2023, pp.343
€ 32,00
Leggere questo volume può significare, tra le tante cose, avvicinare il pubblico, indistintamente dalla formazione culturale, al Teatro Musicale dell’Ottocento ove è pur sempre possibile rapportarsi con le emozioni dell’opera, le speranze di un popolo e con le voci che si esprimono “per sogni e per chimere”. Lo stesso Indice presenta un volume strutturato nei seguenti capitoli: Introduzione; 1. Sale, pubblici, istituzioni; 2. Andare all’opera: «scuola di civiltà»; 3. Ascoltare, guardare l’opera: “sensualità” e “filosofia”; 4. Sistema, artisti e società; 5. Una creazione collettiva; 6. Fuori dal teatro: «voltata e rivoltata in cento guise»; 7. Opera, identità nazionale, Risorgimento; 8. «Se lo paghino»: strutture postunitarie; 9. Opera e pubblico a fine Ottocento. Vista la ricchezza dei dettagli risulta agevole intuire la presenza di molti contenuti, spesso suffragati dall’esame di numerose fonti. L’impianto storico-filologico invita alla riflessione e alla consapevolezza di quanto può essere rintracciabile e percepito non solo da chi si trova “nei palchi e sulle sedie” ma anche, pur con cautela, attraverso «l’occhio “di fuori”», dell’osservatore esterno o estraneo. Solo per fare un esempio a volo d’uccello sul modo di affrontare lo studio da parte degli autori, mi riferisco al cap.7 sopra citato. Pur tenendo conto dell’opinione comune riguardo l’indiscussa italianità di Verdi e del suo contributo risorgimentale tuttavia si ritorna, attraverso ulteriori indagini (già a partire dagli anni Settanta del XX secolo), su concetti e fenomeni importanti rintracciabili nel binomio “Opera-Risorgimento” in quanto espressione di aspetti di diversa natura. Pertanto ben vengano i distinguo perché: «Una cosa è interrogarsi […] sulla sensibilità patriottica di compositori e librettisti e [relativi] testi [che] esprimano un messaggio risorgimentale per “volontà d’autore”; un’altra è indagare certi topoi diffusi nel repertorio, che avrebbero contribuito a formare […] una sensibilità propizia agli sviluppi della causa indipendentista; altra cosa è dettagliare l’estrapolazione di frammenti del repertorio operistico [secondo le varie tipologie di manifestazione]; altra […] studiare le implicazioni politiche dei modi di frequentazione dei teatri d’opera». Tante le figure di librettisti, compositori, cantanti, censori, impresari, ecc. che, attraverso i continui ‘ritocchi’ da parte di Steffan e Zoppelli, cercano di riacquistare la giusta nitidezza al fine di diventare, attraverso la loro ‘voce’, nomi viventi e autentici testimoni, nonché protagonisti del meraviglioso mondo di quel teatro musicale. Per quanto illustrato, consiglio la lettura di questo libro che si caratterizza per chiarezza espositiva ed accurata indagine storica. Il volume, per struttura, ricchezza dell’ampia Bibliografia, Indice dei nomi e per una serie di immagini artistiche che ritraggono scene, presenze di pubblico, concerti, ecc. di alcuni tra i più importanti Teatri italiani, oltre ad essere convincente ed utile (anche allo studioso) riesce a confermare l’obiettivo dei due studiosi nel voler «suggerire qualche prospettiva laterale: riconducibile, a grandi linee, a questioni di storia culturale e di antropologia storica».