Roma, Teatro Vascello Stagione 2023 2024
LA FABBRICA DEGLI ATTORI
A partire da La scuola cattolica di Edoardo Albinati – Rizzoli editore
Regia ed Ideazione Giacomo Bisordi
Con (in o.a.) Ilaria Arnone, Jacopo Carta, Vanda Colecchia, Eny Cassia Corvo, Leonardo Della Bianca, Chiara Di Lullo, Leonardo Di Pasquale, Luca Ingravalle, Fabiola Leone, Federico Nardoni, Fausto Stefano Mario Peppe, Maria Vittoria Perillo, Domenico Pincerno, Michele Scarcella, Maria Grazia Trombino, Teresa Vigilante
Drammaturgia di gruppo a cura di Federico Bellini e Giacomo Bisordi
Registi assistenti Consuelo Bartolucci, Fabio “Donatello” Faliero
Ricerche e assistenza alla drammaturgia Chiara Ferrara, Pierfrancesco Franzoni
Scene e costumi Marco Giusti e Clèmence Kazemi
Suono Dario Felli
Luci Marco Giusti
Video Igor Renzetti
Movimenti Marco Angelilli
Canto e consulenza musicale VADALÀ
Foto di scena e grafica Manuela Giusto
Riprese video Carlo Fabiano, Lorenzo Pallotta, Igor Renzetti
Direttore di scena Alberto Rossi
Due scuole e due epoche: allievi e allieve diplomati dell’ultimo anno del triennio di recitazione dell’Accademia Silvio d’Amico si confrontano con gli anni ‘70 del San Leone Magno, il liceo tutto maschile raccontato ne La scuola cattolica di Edoardo Albinati. Non una scuola qualsiasi, quella del romanzo, né un tempo innocente. È la scuola frequentata dai carnefici del massacro del Circeo: nel 1975 due ragazze di 17 e 19 anni vengono seviziate per 36 ore, una viene uccisa, l’altra si salva per miracolo. L’Accademia, invece, la scuola di oggi, forma attori e attrici; e ai limiti e problemi del loro mestiere appartengono le domande che questo lavoro si pone. Una su tutte: quali responsabilità ha un attore, un’attrice nel mettere in scena il male assoluto, per di più realmente accaduto? La fabbrica degli attori è una drammaturgia originale che rielabora brani de La scuola cattolica e li unisce a materiali originali scritti dal cast, e ambisce ad essere una riflessione ampia sul rapporto tra scuola, teatro e comunità. Proprio per la sua natura, La fabbrica degli attori porta il germe di una pedagogia possibile: allievi e allieve sono messi di fronte alla consapevolezza di essere una classe come tante, che deve essere sostituita e fare spazio alle nuove leve – un’altra classe destinata a sua volta allo stesso ciclo di abbandono. Sta (anche) a loro rovesciare quest’idea violenta di passaggio, di rimozione – un colpo di scopa – per opporle una trasmissione ricca e feconda, che non cancella e non scorda. Qui per tutte le informazioni.