Le cantate di Johann Sebastian Bach: Diciannovesima Domenica dopo la Trinità

La lettura evangelica per la diciannovesima domenica dopo la Trinità, propone l’episodio della guarigione di un paralitico, secondo quanto narrato da Matteo (cap.9 vers.1-8): “E Gesù, entrato in una barca, passò all’altra riva e venne nella sua città. Ed ecco gli portarono un paralitico steso sopra un letto. E Gesù, veduta la fede loro, disse al paralitico: Figliuolo, sta’ di buon animo, i tuoi peccati ti sono rimessi.
Ed ecco alcuni degli scribi dissero dentro di sé: Costui bestemmia.
E Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: Perché pensate voi cose malvage ne’ vostri cuori? Poiché, che cos’è più facile, dire: I tuoi peccati ti sono rimessi, o dire: Levati e cammina? Or affinché sappiate che il Figliuol dell’uomo ha sulla terra autorità di rimettere i peccati: Levati (disse al paralitico), prendi il tuo letto e vattene a casa. Ed egli, levatosi, se ne andò a casa sua. E le turbe, veduto ciò, furon prese da timore, e glorificarono Iddio che avea data cotale autorità agli uomini.”
Per questa festività Bach, ha composto sicuramente 4 cantate, ma una di queste risulta perduta. La prima, in ordine di tempo, è quella che porta il numero di catalogo BWV 48: Wer sich selbst erhöhet, der soll erniedriget werden eseguita la prima volta a Lipsia il 13 ottobre 1726. Il testo di Martin Rutilius (1551-1618) ha come punto di partenza un passo di San Paolo (lettera ai romani, cap.7, vers.24):“Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?”. Su una struttura contrappuntistica sviluppata dal coro, Bach innesta la melodia del Corale “Herr Jesu Christ ich schreie zu dir” (Signore Gesù Cristo, a Te grido) affidata, in canone, alla quarta inferiore, di una tromba e a una coppia di oboi all’unisono. il senso della morte incombente domina la partitura, che presenta tinte delicate e lamentose, ma anche di struggente dolcezza per il conforto che Cristo elargisce.

Nr.1 – Coro
Miserabile uomo, chi mi libererà da
questo corpo votato alla morte?
Nr.2 – Recitativo (Contralto)
Oh sofferenza, oh dolore che mi colpisce,
mentre il veleno del peccato
inonda il mio petto e le mie vene:
il mondo m’appare una casa di malattia e di morte,
il corpo dovrà portare i suoi tormenti
con sé fin nella tomba.
Ma l’anima percepisce il potente veleno
che la infetta;
perciò quando il dolore colpisce il corpo mortale,
quando assaggia l’amaro calice della croce,
l’anima emette un ardente sospiro.
Nr.3 – Corale
Se deve essere così,

che castigo e pena
dovranno seguire al peccato,
vai avanti,
purificami lassù
e lasciami espiare quaggiù.
Nr.4 – Aria (Contralto)
Ah, possa Sodoma dalle membra peccaminose
essere annientata secondo la tua volontà!
Ma risparmia l’anima e purificala,
affinché sia davanti a te come il santo Sion.
Nr.5 – Recitativo (Tenore)
Ma quaggiù la mano del Salvatore
opera prodigi perfino tra i morti.
Anche quando la tua anima appare morta,
il tuo corpo malato e corrotto,
la potenza di Gesù si rivelerà:
a coloro che sono deboli in spirito
egli guarisce il corpo e rinvigorisce l’anima.
Nr.6 – Aria (Tenore)
Se Gesù perdona i miei peccati
il mio corpo e la mia anima saranno risanati.
Possa ridare vita ai morti
e manifestare la sua potenza nella debolezza, 2
egli è fedele all’antica alleanza
affinché nella fede troviamo salvezza.
Nr.7 – Corale
Signore Gesù Cristo, mia sola speranza,
mi rivolgo a te;
conosci la sofferenza del mio cuore,
tu puoi e stai per metterle una fine.
Che avvenga secondo la tua volontà,
fa, mio caro Dio, ciò che ti piace:
io sono tuo e lo voglio restare.
Traduzione Emanuele Antonacci