Arezzo, Accademia Petrarca 2023. L’atto finale di un importante convengo musicologico dedicato a Pietro Antonio Cesti

A ricordare Pietro Antonio Cesti (Arezzo,1623- Roma 1669), importante compositore originario di Arezzo, uno tra i più significativi del Seicento europeo, e a portare nuova luce sulla sua figura e produzione musicale, un Convegno internazionale dopo il precedente del 26-27 aprile 2002 dal titolo La figura e l’opera di Antonio cesti nel Seicento Europeo, i cui Atti, curati da Mariateresa Dellaborra, sono stati pubblicati nella collana «Quaderni della Rivista italiana di Musicologia», vol. 37. Il consesso musicologico si è svolto all’interno della prestigiosa Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze di Arezzo, organizzatrice del Convegno con la collaborazione di: Fondazione Guido d’Arezzo; Liceo Classico e Musicale Francesco Petrarca; Arezzo, D.I.M.A. Doremi International Music Academy, Arezzo. Si è trattato di due giornate intense di studi (11 e 12 ottobre) dal titolo “Gloria e splendore delle scene secolari” Pietro Antonio Cesti nel IV centenario della nascita (Arezzo, 1623).
Progetto ambizioso che, come ricordato dal presidente dell’Accademia Giulio Firpo, è stato ideato e concepito dai soci Salvatore Dell’Atti e Lucia Navarrini trovando il suo naturale sviluppo nell’impegno del comitato formato da altri studiosi soci dell’Accademia: Cecilia Luzzi, Piero Mioli e Claudio Santori. A latere si segnala la realizzazione di un Concerto con musiche cestiane la sera dell’11 ottobre (ore 21) presso il Circolo Artistico di Arezzo davanti ad un gremitissimo pubblico, che ha visto protagonisti un ensemble formato da: Francesca Martini (soprano); Marco Angioloni (tenore); Matteo Saccà e Rossella Pugliano (violini); Tyler Stewart (violoncello) e Dimitri Betti (clavicembalo), giovani musicisti quasi tutti aretini.
Di seguito la breve cronaca desunta anche dalle parole di Lorenzo Bianconi che, oltre a presiedere la prima sessione, era stato incaricato di trarre le conclusioni della full immersion, caratterizzata da un vivace contrappunto in particolare tra i relatori, davanti ad un pubblico venuto anche da fuori. Prima sessione presieduta da Lorenzo Bianconi, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna.
Herbert Seifert (Universität Wien): Antonio who? Facts and fakes about Cesti in the internet and in AI, especially in Chat-GPT. Sono stati evidenziati una serie di risultati errati da parte dell’intelligenza artificiale, tra cui un presunto omicidio del compositore o falsi ritratti. Mariateresa Dellaborra (Conservatorio di Milano): Cesare amante (1651): una «leggiadrissima musicale composizione». Con dovizia di particolari è stato illustrato quanto resta di questa seconda opera di cui sopravvivono solo tre arie. L’intervento, in coda, di Navarrini ha messo in evidenza rapporti significativi tra il personaggio di Gorgoglione presente nella commedia plautina Curculio con l’omonimo personaggio dell’opera cestiana, aprendo ad una nuova e affascinante lettura interpretativa. Nicola Badolato (Università di Bologna): Intorno all’Orontea: le fortune di un dramma musicale di Giacinto Andrea Cicognini e Antonio Cesti. Terza opera risalente al 1656 in cui sono emersi dati significativi riguardo le varie edizioni del libretto ove Cesti è menzionato raramente.
Seconda sessione presieduta da Teresa M. Gialdroni, Università di Roma Tor Vergata. Andrea Garavaglia (Université de Fribourg): «Poesia … impareggiabile per la musica»: Giovanni Filippo Apolloni, poeta aretino e librettista di Cesti. Un’analisi approfondita non solo dei lavori redatti da Apolloni per Cesti, ma anche della figura dell’intellettuale aretino. Ferdinando Abbri (Università di Siena): Storia, mito e opera in musica: Alessandro Magno nei drammi di Cesti. Ampia ed articolata trattazione del tema evidenziando, attraverso un pensiero interdisciplinare, prospettive anche di carattere ideologico intorno al personaggio di Alessandro. Valeria Conti (Université de Fribourg): La Semirami di Moniglia e Cesti da Innsbruck a Vienna (1665-1667). Si è trattato di una ricca e convincente esposizione filologica di un’opera cestiana abbastanza complessa in sé. Piero Mioli (Accademia Filarmonica di Bologna): Il Pomo d’Oro e altro: personaggi e voci. È stata affrontata la difficile questione tecnica dei registri vocali all’interno del contesto della notazione musicale (uso delle chiavi) sollevando attenzione al riguardo. Brad Carlton Sisk (Norges Universitet Trondheim -NTNU): L’Artaxerse e gli sviluppi del linguaggio drammatico – musicale dell’ultimo Cesti. Ampia trattazione intorno all’articolato lavoro (edizione critica) di cui si auspica la prima messa in scena, ponendo altresì l’accento sull’utilità dei cosiddetti testimoni inattendibili.
Terza sessione presieduta da Claudio Santori, Accademia Petrarca di Arezzo. Teresa M. Gialdroni (Università di Roma Tor Vergata): Cesti e la cantata: il contributo del progetto “Clori. Archivio della cantata italiana”. È emersa la descrizione tecnica di Clori, sottolineando il lavoro svolto insieme a Giacomo Sciommeri e l’utilità di un progetto online di cui ogni musicologo non può non tenerne conto. Salvatore Dell’Atti (Conservatorio di Perugia): Per una ricognizione sulla produzione musicale sacra di Pietro Antonio Cesti. Coraggiosa ricerca alla scoperta dell’ignorato genere musicale al punto da far affermare nei riguardi dello studioso: «ammiro un esploratore che si avventura» con chiaro riferimento all’insidioso campo d’indagine. Valeria De Lucca (University of Southampton): Cesti e il mecenatismo dell’aristocrazia romana. Dall’ampia e articolata relazione è emersa l’idea che trattasi di «musica per le orecchie di tutti» sollevando ancora una volta l’interrogativo «[Cesti]fu un genio europeo?».
Gli obiettivi sono stati raggiunti grazie all’impegno degli organizzatori e soprattutto per il significativo contributo scientifico del gruppo di musicologi che, come ricordato dal Presidente Firpo, ha visto partecipi «alcuni dei massimi studiosi italiani e stranieri del Cesti». Ora si attendono gli atti, con importanti contributi e novità scientifiche tali da restituire la giusta collocazione del musicista ancora inspiegabilmente assente nell’affresco che riproduce i 27 personaggi più illustri nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo.