Verona, Teatro Filarmonico, Il Settembre dell’Accademia 2023
Antonio Vivaldi maestro del colore veneziano
Orchestra Frau Musika
Direttore Andrea Marcon
Antonio Vivaldi: Concerto in sol minore RV 577 “Per l’orchestra di Dresda”; Concerto in fa maggiore RV 538; Concerto in sol minore RV 439 “La notte”; Concerto in sol minore RV 531; Concerto in do maggiore RV 443; Concerto in fa maggiore RV 569; Concerto in si minore op. 3 n. 10 RV 580; Concerto in sol minore RV 576 per l’orchestra di Dresda”
Verona, 15 settembre 2023
Nel secondo appuntamento del Festival Internazionale settembrino, le note di Antonio Vivaldi e del suo corpus di concerti hanno trovato degna collocazione in quel Teatro Filarmonico che proprio con un’opera del veneziano, “La fida ninfa” (su libretto del marchese Scipione Maffei) inaugurò la sua attività la sera del 6 gennaio 1732. A rendere ancora più speciale questo appuntamento vi era l’orchestra Frau Musika, una formazione giovanile di talentuosi strumentisti nata da un progetto artistico e formativo ideato da Andrea Marcon e sostenuto dall’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza con il sostegno finanziario della Fondazione Cariverona. L’orchestra, che suona su strumenti originali, prepara i propri concerti attraverso gruppi di lavoro con docenti qualificati, immersi in un ambiente totalmente dedicato alla musica dove oltre all’attività strumentale hanno anche la possibilità di condividere tutti i momenti della giornata creando quelle affinità relazionali utili al raggiungimento di un’identità orchestrale. Il risultato si è potuto vedere e soprattutto ascoltare: una bella sonorità nell’insieme, accanto ad altre qualità peculiari come la perfetta intesa tra le sezioni degli archi, l’equilibrio con i fiati e soprattutto il basso continuo mai invasivo, realizzato da due clavicembali ed un’organo positivo. In circa due ore di musica si sono potute ascoltare alcune soluzioni timbriche scelte da Vivaldi per gli organici di cui poteva disporre o frutto della richiesta di committenti anche stranieri. Accanto alla formazione base di soli archi, impegnata nel concerto per due violoncelli RV 531 e in quello per 4 violini op. 3 n. 10 abbiamo potuto udire la piena e calda sonorità dei due corni (eccellenti i giovanissimi esecutori nel padroneggiare uno strumento così complesso e privo di pistoni), il timbro pungente e penetrante del flauto dolce sopranino, del flauto traverso e degli oboi. Tessere le lodi di ogni singolo strumentista richiederebbe molto spazio che non abbiamo, tuttavia va sottolineata la disinvoltura con cui l’orchestra passa da pochi elementi al gruppo nutrito, con i fiati, del concerto RV 569 e dei due concerti RV 576 e RV 577 scritti per l’Orchestra di Dresda. Andrea Marcon, fondatore e direttore del gruppo, conduce la musica come la maggior parte dei musicisti dediti a questo repertorio: sicuro del proprio lavoro preliminare di studio si limita ad imprimere la sua energia comunicativa con pochi ma efficaci sguardi, qualche movimento del braccio e partecipando spesso alla realizzazione del continuo al clavicembalo con l’entusiasmo di chi crede nel proprio lavoro, soprattutto con musicisti delle ultime generazioni. Va sottolineato infatti che questa non solo è un’orchestra formata da giovani ma essa stessa è giovane essendo nata da un progetto di circa due anni fa, con una sostanziale parità di genere tra gli iscritti selezionati a livello internazionale. Una bella serata, dunque, apprezzata ed ampiamente applaudita da un pubblico ancora una volta numeroso, anche se questo festival ha sempre registrato presenze massicce; è bello inoltre vedere, accanto a signori incravattati e signore in décolleté, anche molti bambini e ragazzi approcciarsi alla grande musica. E chissà che vedere degli artisti un po’ più grandi non possa instillare loro il desiderio di cimentarsi nello studio di uno strumento o quantomeno imparare ad amare quanto il nostro glorioso passato ci consegna. Foto Brenzoni