“Senza trucco!”… Francesca Sassu

Nata a Sassari, Francesca Sassu ha studiato canto al Conservatorio della sua città natale e successivamente ha frequentato masterclass con cantanti e docenti d’eccezione come Raina Kabaivanska, Renato Bruson e Barbara Frittoli. Ha vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale “A. Belli” del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto dove ha debuttato nel ruolo di Leonora nell’Oberto, Conte di San Bonifacio di Verdi. I momenti salienti della sua carriera nel repertorio del Belcanto includono le opere Norma, Tancredi, Anna Bolena…La Sassu si è fatta apprezzare anche in ruoli verdiani, in particolare come Violetta in Traviata, così come nei grandi ruoli pucciniani. (Mimì, Lauretta, Liù…). È di queste settimane la sua presenza come Liù in Turandot al Teatro Petruzzelli di Bari, mentre questa sera interpreterà i Vier letzte liede di Richard Strauss al Teatro Comunale di Sassari.
Definisciti con tre aggettivi…
Creativa…perchè devo riempire la mia vita con altri interessi perché dopo un po’ mi annoio delle cose, quindi la creatività per me è fondamentale. Solare…perchè amo prendere la vita con il sorriso e l’entusiasmo…Multitasking, perchè, proprio per il mio essere creativa 
non mi è mai piaciuto solo cantare ma ho sempre studiato anche altr. Per questo mio bisogno di completezza  ultimamente mi sono specializzata in un metodo che si chiama Gyrotonic,  che ho iniziato a praticare su me stessa, come attività posturale collaterale al canto per stare bene, poi mi sono talmente appassionata e soprattutto ho trovato molto giovamento anche come cantante  nel lavorare sulle connessioni corporee che ho continuato a studiare, approfondire, ottenendo tutti i brevetti come trainer di Gyrotonic e adesso sto anche scrivendo un format molto importante a riguardo.
Segno zodiacale?
Ariete….”Arietissima” per ciò che riguarda la la testardaggine, la  caparbietà,  nella trasparenza e la grande passione che pongo in  tutte le cose che faccio.
Sei superstiziosa?
Direi di no…non ho particolari ritiri scaramantici, solo ulitamente porto con me due gocce di cristallo, come quelle dei vecchi lampadari. Me le ha regalete una mia amica regista e le porto con me come un piccolo cimelio, il segno di un affetto che mi fa sentire bene.Che rapporto hai con la spiritualità?
Molto forte e intenso. Sono sempre stata molto spirituale, molto attratta dal trascendente, pur non essendo una cattolica praticante.
Hai mai sofferto d’invidia?
È un sentimento che non mi appartiene. Sono molto competitiva, questo sì,  però una competizione sana. Sono cresciuta nello sport, come pallavolista, quindi nel mio carattere è presente questo senso di sana competizione. Il che significa anche che,  quando ci sono colleghi o colleghe brave, io sto lì a imparare, l’emissione di un suono, di una frase.
Che cosa avresti fatto se non avessi fatto la cantante?
Molte cose…Tra queste metterei per prima lo studio della medicina. Sono sempre stata e sono molto affascinato dalla scienza. Senza ombra di dubbio  mi sarebbe piaciuto proprio andare a curare i bambini in Africa. Un grande sogno che non è detto non realizzerò prima o poi. Sento fortemente il bisogno di fare delle cose per la cura degli altri, anche questo metodo che sto realizzando legato al girotonic è volto in tal senso.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Certamente. La famiglia sempre o direttamente o indirettamente ci influenza. Ci  tenevano molto che io studiassi e così ho fatto, sempre molto appoggiata e incoraggiata.
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
Quelli legati al canto sono tanti, però ti direi quelli legati a mia nonna Maria, che mi ha visto crescere. I miei genitori lavoravavano fuori dalla mia città, Sassari. Andavo a scuola vicino a dove abitava la nonna e quindi trascorrevo con lei molte ore.
Qual è il profumo della tua infanzia?…
È un misto tra mirto, lenticchie e cisto selvatico. I  profumi della macchia mediterranea, di quando trascorrevo l’estate in una casa a Tramariglio, Capo Caccia. Ancora oggi quando atterro ad Alghero e scendo alla scaletta dell’aereo, percepisco quel profumo inconfondibile. Il profumo riegenerante di casa!
Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?
Senza dubbio quando ho vinto il concorso di Spoleto. Sinceramente non me l’aspettavo, avevo vent’anni e ho partecipato solo perché volevo confrontarmi con dei ragazzi della  mia generazione anche se, in realtà, io ero più piccola di tutti. Un momento inaspettato e quindi ancora più emozionante. Da lì è nato tutto con una tempistica velocissima!
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
Sono delusioni legate al comportamento delle perseone. La carriera può avere momenti più alti e altri meno. Sono più  le persone che deludono, quando ti aspetti un certo tipo di comportamento e  invece ne ritrovi  un altro. Anche questo insegna è opportunità di crescita.
Cosa manca nella tua vita oggi?
Direi che non mi manca  niente.  Sono felice,  appagata ho un lavoro  meraviglioso e prospettive di grandi soddisfazioni legate anche al format di Gyrotonic che sto scrivendo e che già mi chiedono da moltissime parte. Diciamo che ho più cose da fare che  tempo a disposizione. Ho poi due figli stupendi… No!…No…non mi manca davvero nulla. Devo solo essere grata per quello che ho.
Cosa ti emoziona di più?
Il sorriso dei bambini.
…Cosa ti annoia?
La mediocrità e la stupidità mi annoiano a morte!
E che cosa ti fa ridere?
Le persone brillanti con la battuta pronta.
Credi più nell’amicizia o nell’amore?
L’amicizia sempre e per tutta la vita.
Hai un sogno ricorrente?
Quando ero ragazzina sognavo di ricevere gli applausi dopo aver danzato in un teatro che poteva essere la Scala. Alla fine in quel teatro ci sono arrivata lo stesso, anche se come cantante.
Che importanza dai al denaro?
Non sono una gran risparmiatrice,  sono una che che cerca di godersi la vita.
In cosa sei più spendaccione?
Libri, scarpe e viaggi.
Collezioni qualche oggetto?
Per un periodo  sono stata “malata”, di cappelli. Ne ho  una collezione infinita. Adesso ne compro un po’ meno perché, onestamente, non so più dove metterli. Poi sono una appassionata di…galli: in cucina ho le tende e i cuscini con i galli, il timer con il gallo… è il mio animale “feticcio”.
Quali sono le tue letture preferite?
Alcuni libri di poesie dell’ermetismo e poi  direi Eugenio Montale.
In quale o quali città ti identifichi?
Parigi è la prima la città che ho amato da sempre, fin da ragazzina. Ero una appassionata della lingua francese, che ho studiato in modo approfondito per arrivare a parlarlo bene. Un’altra città che ho nel cuore, anche da un punto artistico è Venezia che amo in tutte le stagioni e dove amo “perdermi”. Infine Roma. Una città a cui sono estremamente legata anche per quanto riguarda la mia passione e gli studi di Gyrotonic.
Colore preferito?
Il blu.
Fiore preferito?
La fresia, anche per il suo profumo.
Il cantante o i cantanti che ami
Sarà scontato, ma il primo nome è quello di Maria Callas. Avrei dato qualsiasi cosa per poterla conoscere,  per poterla osservare. Secondo me nessuna ha dato così tanto  alla storia dell’opera. Ho letto tutti i libri, carteggi e cominciai a cantare su alcune sue registrazioni. Ovviamente ero “tabula rasa”, cantavo qualsiasi cosa, da “Dinorah” a “Sansone e Dalila”. Su un piano opposto ammiro Mina: un’altra voce inconfondibile e una personalità altrettanto straordinaria.
Hai già fatto cenno al cd della Callas, è stato il primo album che hai avuto?
Si. Era un doppio cd che si chiamava “Diva”. Poi avevo comperato una Turandot con Montserrat Caballè come protagonista.Seguivo la musica con libretto perché non posso devono spartito e non leggevo la musica.
Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
La Primavera. Sono nata il 21 marzo…non potrebbe essere diversamente.
Che rapporto hai con la tecnologia?…
Non sono una grandissima esperta. Ho tutti i dispositivi: computer, tablet, telefonini, ma non ne sono una appassionata “seriale”. Me la cavo, in rapporto fondamentalmente di  necessità.
Che rapporto hai con la televisione?
Non l’accendo praticamente mai se non per guardare delle serie tv di cui sono una grandissima appassionata. Mi sono staccata dalla televisione generalista.
Hai fatto cenno alle serie televisive, quali ami o hai amato di più?
Prima di tutto quelle storiche, in costume…ad esempio “Viking”, “Downton Abbey” e poi, come appassionata di medicina, “Grey’s Anatomy”.
Che rapporto hai con la politica?
Ho avuto un periodo che l’argomento mi appassionava: guardavo sempre dibattiti e talk show in TV. Ora, dalla passione sono un po’ passata a un senso di noia. In questo momento storico italiano fatico a ritrovare un reale interesse nelle nostre vicende politiche. Provo  un senso di distacco misto a noia.
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
Una causa che mi sta particolarmente a cuore e per  la quale mi sono anche attivata attraverso l’associazione “Pangea” è legata alla condizione delle donne in Afghanistan, ripiombate nel buio terrificante del regime Talebano. Purtroppo troviamo sempre di più situazioni in cui la donna viene annullata!Penso che il mondo sia donna e lo dico con grande fierezza!
Giorno o notte?
A periodi. Tendenzialmente sarei un “animale diurno” ma incappo anche in fasi di grande insonnia che mi portano a grandi letture notturne.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Una rigenerante passeggiata in montagna.
Qual è il tuo ideale di giornata?
Una?… Avrei tante opzioni di giornata ideale: andare al mare con i miei figli, a lavorare in teatro in una situazione appagante, o con degli amici veri, sulla spiaggia al tramonto, o ancora una  giornata in giro per i musei a Madrid.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
Un bel trekking, zainetto in spalla, in giro per l’Irlanda. Conto di farlo presto!
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Mi piace mangiare, amo il buon cibo, assaggiare i piatti tipici di ogni posto dove mi trovo. Non sono la solita italiana che vuole sempre e comunque mangiare i propri piatti ovunque. Credo sia importante assaggiare, anche se poi non è di tuo gusto, ti porta a capire molte cose  sulla storia di quel posto. Mi piace fare fare questo.
Qual è il tuo piatto preferito?
La carbonara.
Se ami cucinare, qual è il tuo piatto forte?
Mi piace preparare dei dolci ma, sinceramente, preferisco mangiare che cucinare.
Vino rosso o bianco?
Assolutamente rosso!
Il posto dove si mangia peggio?
Forse nei Paesi dell’Est. Forse perchè in quella cucina si fa un ampio uso del coriandolo che io destesto.
A chi non ti conoscesse cosa faresti sentire di te?
Credo la mia Violetta in Traviata.
Come segui l’evoluzione della tua voce?
Sono un’ appassionata di tecnica e in tal senso anche curiosa. Non smetto mai di confrontarmi con le persone di cui mi fido, ma anche con tante colleghe o colleghi, cerco un  confronto,  sempre arricchente. Poi  quando  studio tecnica, cerco di stare sempre in ascolto del mio corpo, della voce, di come si evolve nel tempo. Credo essere stata sempre attenta a non andare mai fuori repertorio.
Se ti fosse data l’opportunità di scegliere un ruolo, cosa interpretersti?
Veramente ce ne sono diversi. Sono essenzialmente una “belcantista” e questo repertorio è quello che mi mette più in luce, però non  che sia sbagliato, tra qualche tempo, cantare l’Elisabetta del Don Carlo.
Ci sono delle opere che, dopo averle cantate…ti sei detta:”mai più”?
Certo quando ho affrontato “Norma”, ci sono due minuti in cui penso “Chi me l’ha fatto fare”, ma giusto prima di entrare in scena poi, in realtà tutto fila liscio. È un ruolo che canto con la mia impostazione belcantista, con tutte le caratteristiche preponderarnti della mia voce, quindi non da soprano lirico spinto o drammatico
Il tuo rapporto con il successo…il pubblico…il pubblico?
Sono sempre stata molto fortunata e posso dire anche amata e seguita da un pubblico fedele. Ho sempre incontrato persone deliziose che mi hanno seguito anche in diverse città. Il successo, ovviamente, è fonte  di enorme soddisfazione, ma è il frutto di tanto studio e sacrificio. Io sono stata e sono sempre con i piedi ben piazzati a terra, non mi sono mai montata la testa. Bisogna sempre lavorare con umiltà per  cercare di dare sempre il meglio. A volte ci riusciamo, a volte meno: Di sicuro  io  sono la prima e la più grande critica di me stessa per cui, secondo me, il pubblico consacra la generosità di quello che tu dai quando sei in scena.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Pochi vocalizzi, faccio un riscaldamento sul fiato e del corpo. Mi preparo fisicamente, in modo atletico. Poi cerco sempre di sorridere con qualche battuta con il truccatore, con i colleghi.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
L’acqua e il profumo per quando esco a fine recita. Ho una grande passione per i profumi! Più caldi l’inverno, più agrumati d’estate. Amo in particolar modo quelli profondi e agrumati, ma sempre eleganti, mai eccessivi.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
A volte mi stupisco magari di come sto bene, di come mi vedo bene. Ogn giorno mi vedo diversa, forse perché noi donne, a seconda di come ci trucchiamo, o dello stato d’animo, della personalità possiamo essere un diamante con molte sfaccettature.
Stato d’animo attuale?
“Luce”
Il tuo motto?
“Sorridi perchè tanto, un buon motivo c’è sempre”.