La sedicesima domenica dopo la Trinità, celebra il sentimento della morte che per il cristiani si collega al rinascere al risorgere a nuova vita. Vveicolo fondamentale di ciò è l’episodio narrato da Luca al capitolo VII, versetti 11-17: “…Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.”
Al 27 settembre 1716, al periodo di Weimar, risale la prima cantata dedicata a questa domenica, che Bach però riutilizzerà a Lipsia, forse attorno al 1735, in occasione della festa della Purificazione di Maria, . Parliamo della Cantata “Komm, du süße Todesstunde BWV 161 (“Vieni, o dolce ora della morte).
Questa è una delle cantate più affascinanti del ciclo bachiano e mostra una delle componenti più radicali della Mistica pietistica, la dolce attesa della morte. Il brano introduttivo affidato alla voce dei contralto, reca nell’organo la citazione del Corale Herzlich tut mich verlangen musicato da Hans Leo Hassler (1601) che poi ritornerà nella armonizzazione a quattro voci, ma con due parti obbligate di flauto dritto. La cantata si apre con un’aria affidata al contralto accompagnata da due flauti diritti (nr.1 “Vieni, o dolce ora della morte”). La melodia di del Corale di Hassler investe tutta la composizione, quasi maniera di una libera variazione su un tema, che ritroviamo anche nalla parte del tenore (nr.3 “Il mio desiderio è abbracciare il Salvatore”) e nel recitativo nr. 5 del contralto (“La fine è già venuta”) che sul finale (“Arriva dunque, gioioso giorno di morte, suona dunque, ultima ora”) si abbandona al graziose affetto di tintinnio di campane in lontananza per interpretare descrittivamente il brano, prodotto dai flauti. Segue un semplice Coro (nr.6) con alcuni interventi in imitazione e intervalli strumentali di breve respiro, con ricami leggerissimi di flauto
La cantata si impone all’attenzione per la particolare unitarietà della sua concezione, determinata in primo luogo dall’insistente presenza della melodia di Hassler e in secondo luogo dalla aerea e lieve presenza dei flauti impegnati in un discorso concertante di finissima e ed elegante fattura e in terzo luogo dalla interiore spinta purificatrice che in qualche modo ha creato una labile traccia per la successiva destinazione Mariana della cantata.
Nr.1 – Aria (Contralto)
Vieni, dolce ora della morte,
in cui il mio spirito
gusta il miele
dalla bocca del leone;
rendi dolce il mio addio,
senza tardare,
luce ultima,
per poter baciare il mio Salvatore.
Nr.2 – Recitativo (Tenore)
Mondo, il tuo piacere è un fardello,
le tue dolcezze sono per me odiose
come un veleno, la tua luce gioiosa
è la mia cometa,
e là dove si colgono le tue rose,
innumerevoli spine
tormentano la mia anima.
La pallida morte è la rosea aurora
in cui sorge per me un sole
di gloria e felicità celeste.
Sospiro dal profondo del cuore
per l’ora finale della morte.
Desidero ritrovarmi presto con Cristo,
desidero abbandonare questo mondo.
Nr.3 – Aria (Tenore)
Il mio desiderio
è abbracciare il Salvatore
ed essere presto con Cristo.
Sebbene in polvere e cenere
mi ridurrà un giorno la morte,
il puro splendore della mia anima
brillerà come quello degli angeli.
Nr.4 – Recitativo (Contralto)
La fine è già venuta,
buonanotte, mondo!
L’unico conforto che posso avere
è di morire tra le braccia di Gesù:
è il mio dolce sonno.
La fredda tomba sarà ricoperta di rose
finchè Gesù non verrà a svegliarmi,
finchè il suo gregge non sarà
condotto ai dolci pascoli della vita,
e la morte non mi separi più da lui.
Arriva dunque, gioioso giorno di morte,
suona dunque, ultima ora!
Nr.5 – Coro
Se è la volontà del mio Dio,
desidero che il fardello del mio corpo
finisca nella nuda terra
e lo spirito, ospite del corpo,
si rivesta di immortalità
nella dolce gioia del paradiso.
Gesù, vieni a prendermi!
Che sia la mia ultima parola.
Nr.6 – Corale
Il corpo sottoterra
sarà consumato dai vermi,
ma dovrà risorgere
e da Cristo sarà trasfigurato,
splenderà come il sole
e vivrà senza pene
nella gioia e felicità celesti.
Che male può farmi allora la morte?
Traduzione Emanuele Antonacci