Erich Wolfgang Korngold (1897-1957): “Music for violin, cello & piano”

Erich Wolfgang Korngold (1897-1957): Trio for Piano, Violin and Cello in D Major Op.1; Sonata for Violin and Piano in G Major Op.6; Tanzlied des Pierrot. Bruno Monteiro (Violino). Miguel Rocha (Violoncello). João Paulo Santos (Pianoforte). Registrazione: 25-26 febbraio 2023 presso l’Auditório Caixa Geral de Depósitos, ISEG Lisbon, Portugal. 1 CD Etcetera Records KTC1774
Quasi del tutto dimenticato dopo la sua morte, in quanto la sua musica fu giudicata superata a causa dell’affermazione delle innovazioni apportate dalla Seconda Scuola di Vienna, Erich Wolfgang Korngold fu, in vita, un compositore di successo, soprattutto di colonne sonore, durante il suo soggiorno negli Stati Uniti dove, essendo di origine ebraica, era stato costretto a emigrare in seguito all’ascesa del nazismo in Germania. Sue sono, infatti, le partiture delle colonne sonore dei film Captain Blood (1935), Anthony Adverse (1936), The Adventures of Robin Hood (1938), Juarez (1939), The Private Lives of Elizabeth and Essex (1939), The Sea Hawk, (1940), The Sea Wolf (1941) e Kings Row (1942). Negli ultimi anni una nuova attenzione è stata riservata alla figura di Korngold, del quale è stata riscoperta e incisa parte di quella produzione caduta nell’oblio. In questo clima di rinnovato interesse per la musica di Korngold va segnalata questa proposta discografica dell’etichetta Etcetera Records il cui programma è costituito da due suoi lavori giovanili, il Trio per pianoforte, violino e violoncello in re maggiore Op.1 e la Sonata per violino e pianoforte in sol maggiore Op. 6, e il Tanzlied des Pierrot tratto dall’opera Die Tote Stad qui presentato in una trascrizione per violoncello e pianoforte. Composto quando Korngold aveva appena 13 anni, il Trio, eseguito dal Trio Schwarz per la prima volta il 4 novembre 1910, è una pagina di una certa maturità soprattutto in considerazione della giovane età del suo autore. In esso
il giovanissimo compositore mostra di ben padroneggiare le ampie forme della tradizione classica e anche di saper costruire ardite e interessanti soluzioni armoniche. Al primo movimento, in forma-sonata, energico, e pieno di fiducia sin dalle prime battute, segue uno Scherzo che, oltre ad includere una sezione in forma di valzer, si distingue per la varia scrittura armonica e ritmica. Una matura e originale scrittura armonica contraddistingue anche il terzo movimento, Larghetto, di carattere meditativo con passi di intenso lirismo, mentre pieno di vitalità è il Rondò conclusivo. Composta appena tre anni dopo ed eseguita per la prima volta a Berlino il 21 ottobre 1913 dal violinista Carl Flesh e dal pianista Artur Schnabel ai quali è dedicata, la Sonata per violino e pianoforte presenta anch’essa una poderosa struttura in quattro movimenti, dei quali il primo, Ben moderato, ma con passione, si segnala per una scrittura quasi sinfonica che alterna momenti di carattere drammatico ad altri di intenso lirismo. Ad esso seguono uno Scherzo di carattere virtuosistico, all’interno del quale si staglia un lirico trio, un Adagio, particolarmente intenso nel quale si sente l’influenza di Strauss e Mahler, e un Finale che si presenta come una serie di variazioni. Infine, il Cd si conclude con il suggestivo, intenso e malinconico Tanzlied des Pierrot, che, qui proposto in una versione per violoncello e pianoforte, è tratto dall’opera Die Tote Stad, scritta tra il 1919 e il 1920 su libretto proprio e del padre che si firmarono con lo pseudonimo di Paul Schott e rappresentata simultaneamente a Colonia e ad Amburgo il 4 dicembre 1920. Di ottimo livello l’esecuzione di questi brani da parte di Bruno Monteiro (Violino). Miguel Rocha (Violoncello). João Paulo Santos (Pianoforte). Nel Trio, infatti, gli artisti mostrano un ottimo affiatamento tale da dare l’impressone di ascoltare un unico strumento con diverse voci. Dotati di una tecnica perfetta e aiutati anche da João Paulo Santos il quale, con il suo pianoforte, sa restare sullo sfondo quando deve accompagnare per ritagliarsi il suo spazio nei momenti in cui è protagonista, Bruno Monteiro e Miguel Rocha non solo eseguono con grande facilità i passi di carattere virtuosistico, ma esibiscono una cavata particolarmente espressiva negli episodi lirici. Si tratta, in poche parole, di un’interessantissima proposta discografica che permette al pubblico di migliorare la sua conoscenza di un autore dimenticato, del quale solo oggi si sta iniziando a riscoprirne l’arte.