100° Arena di Verona Opera Festival 2023: Riccardo Chailly e l’orchestra e il coro del Teatro alla Scala di Milano

100° Arena di Verona Opera Festival 2023
Direttore Riccardo Chailly
Maestro del Coro Alberto Malazzi
Cori, Sinfonie e Ballabili di Giuseppe Verdi
Verona, 31 agosto 2023
Per la prima volta nella storia centenaria del suo Festival, l’Arena di Verona ha ospitato i complessi artistici del Teatro alla Scala che qui inizia la sua tournée europea per concluderla a Parigi il 12 settembre dopo aver toccato alcuni palcoscenici prestigiosi. Il programma proposto rappresenta la summa storica del massimo teatro milanese nel periodo che intreccia le sue vicende alla figura tutelare di Giuseppe Verdi e che muove dal tormentato anelito alla libertà durante le lotte risorgimentali alla ritrovata pace post unitaria che inizia a definire l’idea di un’Italia unita e finalmente affrancata dalla dominazione straniera. Partendo dal primo vero successo del compositore, Nabucco, così carico di paralleli storici con le vicende italiane dell’epoca (e di fatto bandiera musicale sulle barricate) per continuare con I lombardi, Ernani, Macbeth, Il trovatore, La forza del destino, Don Carlo e concludere con il Trionfo di Aida, omaggio elegante alle pietre millenarie e all’opera principe dell’anfiteatro veronese. Un ventaglio di titoli abbastanza familiari e facili all’ascolto del grande pubblico, sia esso italiano o europeo, di sicura coerenza cronologica con il lungo percorso artistico di Verdi che copre più di cinquant’anni di carriera e che si è ascoltato quasi tutto d’un fiato. Momenti particolarmente toccanti e sottolineati dagli applausi di un pubblico attento e per una volta ammutolito da un’atmosfera quasi mistica e sacrale. Sotto la bacchetta esperta e carismatica di Riccardo Chailly l’orchestra ed il coro scaligeri hanno offerto un’esecuzione impeccabile sotto il profilo tecnico ed espressivo; soprattutto il coro ha evidenziato delle dinamiche particolarmente ricche con tutte le possibilità espressive intermedie, dal pianissimo al fortissimo, mai urlato ma sempre declamato musicalmente con gusto. Così si è potuto ascoltare lo struggente O Signore, dal tetto natìo come la vibrante indignazione di Si ridesti il Leon di Castiglia ma anche l’intensità drammatica di Patria oppressa! (forse uno dei momenti più alti della serata) e il tono grandioso di Spuntato ecco il dì d’esultanza. Non da meno è stata ovviamente l’orchestra nei suoi interventi che hanno visto l’esecuzione delle sinfonie da Nabucco e La forza del destino, il preludio di Ernani, il Ballo della Regina dal Don Carlo e i ballabili di Aida inseriti nella scena del Trionfo. Nonostante i complessi milanesi non avessero mai messo piede in Arena è bastato loro un solo assestamento qualche ora prima del concerto per dimostrare dunque tutta la classe, il tasso tecnico e l’alto livello di preparazione che li distingue da tempo immemore. D’altronde si percepisce, in una realtà come quella meneghina, una gerenza proiettata a livello internazionale, con idee sempre rinnovate, un cartellone ricco di titoli, la presenza di un direttore principale stabile, di un maestro del coro altrettanto duraturo, di un corpo di ballo e di un coro di voci bianche. Pure un’Accademia per la formazione delle figure professionali. Decisamente un altro pianeta, lontano da spettacoli di cassetta confezionati ad uso turistico e di botteghino; questa, però, è un’altra storia. Foto Ennevi per Fondazione Arena