Il “Sentiment” della clavicembalista Alexandra Ivanova

Musiche clavicembalistiche di Louis Couperin, Anita Mieze, Jacques Duphly, Jean-Philippe Rameau e Joseph-Nicolas-Pancrace Royer. Alexandra Ivanova (clavicembalo). Registrazione: Agosto-Ottobre 2018, Steppenwolf Studio, Netherlands. T. Time: 82′ 08″. 1 CD Genuin Classics GEN 21733
Il sentimento, che secondo Cartesio, era un impulso destato da impressioni sensoriali, costituisce il fil rouge di una pregevole proposta discografica dell’etichetta Genuin Classics, che si intitola appunto Sentiment. Il suo ricco programma è costituito dalle musiche dei maggiori clavicembalisti francesi del Settecento e in particolare di Louis Couperin, Jacques Duphly, Jean-Philippe Rameau e Joseph-Nicolas-Pancrace Roye completate da lavori contemporanei scritti per questo strumento da Anita Mieze. 
La compositrice, nel Booklet del Cd, descrive le sue composizioni intitolate Sentiment I II e Ansichtskarte come il prodotto dello strettissimo lavoro a contatto con la clavicembalista Alexandra Ivanova che le ha consentito di conoscere le risorse timbriche di questo strumento per il quale sembrerebbe impossibile scrivere musica contemporanea, essendo esso indissolubilmente legato all’arte barocca. Scopo dei suoi lavori è, infatti, la ricerca di  particolari sonorità  del clavicembalo che si possano dissolvere quasi in una forma di nuvola astratta di suoni o anche di effetti. Nelle sue composizioni il suono, infatti, viene inizialmente quasi isolato alla ricerca di una sua individualità per associarsi in seguito ad altri in modo da creare delle impressioni sensoriali che possano evocare qualcosa di più profondo.
Nell’altra parte del programma è possibile ascoltare alcuni brani abbastanza rappresentativi del repertorio clavicembalistico francese che, in generale, si segnala per la cura nella notazione degli abbellimenti e per la volontà di evocare immagini extramusicali dimostrata, quest’ultima, dalla presenza di titoli che in questi lavori evocano e suscitano nell’ascoltatore emozioni. Basti pensare, ad esempio, a Vertigo di Royer, compositore sperimentale per l’epoca, purtroppo quasi del tutto dimenticato, di cui solo oggi è in corso una riscoperta, o al  Prélude non mesuré en fa majeur di Louis Couperin, nel quale, oltre ad essere evidente l’influenza delle composizioni per liuto nello stesso genere, il sentire del compositore si incontra con quello dell’interprete, o ancora a L’entretien des Muses (1724), nel quale Rameau intese rappresentare una conversazione delle Muse sul Monte Parnaso.
Splendida l’esecuzione da parte di Alexandra Ivanova che si misura con questo repertorio con grande senso dello stile ed adeguandosi perfettamente alla prassi esecutiva dell’epoca. La sua esecuzione, tecnicamente perfetta soprattutto in pagine più complesse come il già citato Vertigo o la ChaconneMédée di Jacques Duphly, che, nato alla fine del regno del Re Sole e morto allo scoppio della Rivoluzione Francese, è quasi l’emblema di un’epoca che tramonta allo stesso modo del clavicembalo che ne fu lo strumento più rappresentativo, si segnala per una certa brillantezza, ma anche per una cura dell’espressione capace di suscitare quel sentimento evocato nel titolo dell’album.