Psalm 100: Jauchzet dem Herrn, alle Welt, MWV B 45, for 4-part mixed choir and 8 soloists; Three Psalm Motets, Op. 78; No. 1, Psalm 2: Warum toben die Heiden, MWV B 41 (revised version), for 8-part mixed double choir and 8 soloists; No. 2, Psalm 43: Richte mich, Gott, MWV B 46 (revised version), for 8-part mixed choir; No. 3, Psalm 22: Mein Gott, warum hast du mich verlassen, MWV B 51, for 8-part mixed double choir and 6 soloists; Two sacred choruses, Op. 115; No. 1, Beati mortui, for 4-part male choir and 4 soloists; No. 2, Periti autem, for 4-part male choir from Die Deutsche Liturgie, MWV B 57; No. 3, Kyrie, for 8-part mixed double choir; No. 4, Ehre sei Gott in der Höhe, for 8-part mixed double choir and 4 soloist; No. 10, Heilig for 8-part mixed double choir; Zum Abendsegen: Herr, sei gnädig, MWV B 12, for 4-part mixed choir; Hebe deine Augen auf from Elias, Op.70, for 3-part women’s choir; Denn er hat seinen Engeln befohlen über dir, MWV B 53, for 8-part mixed choir; Three Motets, Op. 69: No. 1, Herr, nun lässest du deinen Diener in Frieden fahren, MWV B 60, for 4-part mixed choir and 4 soloists; No. 2, Jauchzet dem Herrn, alle Welt, MWV B 58, for 4- and 8-part mixed choir; No. 3, Mein Herz erhebet Gott, den Herrn, MWV B 59, for 4-part mixed choir and 4 soloists;Heilig, MWV B 47, for 8-part mixed choir (World premiere recording). MDR Leipzig Radio Choir. Philipp Ahmann (direttore). Registrazione: Settembre 2022 presso la Paul-Gerhardt-Kirche, Leipzig, Germany. Total Time: 67′ 36″; 1CD Pentatone PTC5187064
Felix Mendelssohn Bartholdy nasce ad Amburgo nel 1809 da una famiglia di origini ebraiche che si converte alla fede protestante quando egli ha sette anni. Considerando inoltre la sua parabola di vita segnata da una salute molto cagionevole, ivi compresa la depressione per la scomparsa della sorella Fanny, egli morirà il 4 novembre del 1847 a soli 38 anni con la convinzione che «arte e vita non sono due cose diverse». Com’è noto, è un musicista tra i più eclettici e rappresentativi del romanticismo tedesco e la sua attività compositrice, decisamente feconda, si caratterizza per opere ascrivibili a generi diversi quali: il sinfonico (la Sinfonia n. 5 in re minore, op. 107, detta “Riforma”, composta nel 1830 per il 300mo anniversario della Confessione augustana, conserva ancora rilevanza all’interno della Riforma protestante), Concerti per pianoforte solista e orchestra ma anche con il violino (famoso quello in mi minore op. 64), musica di scena, da camera, per pianoforte, organo, ecc. Si ricorda inoltre il suo soggiorno a Roma (1830-’31) vicino Piazza di Spagna e alla chiesa della SS. Trinità dei Monti ove ascolta piacevolmente cantare le suore francesi «qui allora ho concepito un’idea particolare;compongo qualcosa per le loro voci, […] Mi piace molto, il testo è latino, una preghiera a Maria» e la composizione della Sinfonia n. 4 in la maggiore (Italiana), op. 90 abbozzata ed ispirata proprio durante il suo soggiorno in Italia. Meno diffusa e frequentata dal grosso pubblico risulta la musica sacra di cui il catalogo comprende due Oratori (Paulus, op. 36, ed Elias, op. 70), Cantate, Salmi, ecc. Un altro aspetto interessante da sottolineare è il suo impegno nel ‘riscoprire’ la musica di Johann Sebastian Bach, attraverso la sua interpretazione della Passione secondo Matteo (1829), prodromo della Bach-Renaissance. Mendelssohn è un compositore ben strutturato intellettualmente e attraverso il suo maestro di composizione Zelter ben presto conosce Goethe; qualcuno non ha esitato a definirlo conservatore ed influenzato dall’influsso del Cantor della Thomasschule: «Da diverse parti è stata espressa l’opinione che la grandezza di Mendelssohn sia da ricercarsi nel campo della composizione sacra. E questa opinione appare quella esatta» (Hermann Kretzschmar, Führer durch den Konzertsaal, Lipsia, 1887–90). Con tali premesse presentiamo e accogliamo favorevolmente questo recente lavoro discografico pubblicato dall’etichetta Pentatone che, come illustra il libretto, si evince che si tratta di una monografia miscellanea di brani a cappella ascrivibili al genere sacro. Trattasi di ricercate pagine corali che vanno ascoltate senza distrazioni con durate che oscillano da un tempo breve (1’19”), giusto per invocare «Signore, pietà!» (Kyrie) ad uno più ampio (10′ 04″) per l’episodio del Vangelo di Luca in cui Maria è protagonista con il Magnificat (Mein Herz erhebet Gott, den Herrn).
Gli interpreti (solisti e coro), nel mettere insieme relazioni e sollecitazioni ben dichiarate nelle partiture, diventano ‘personaggi’ di una teologia strutturata che si pongono l’obiettivo, anche grazie alle note accluse al CD redatte da Markus Schwering, di avvicinare l’ascoltatore al fascino di questi repertori. Con grande attenzione emergono le belle voci dei solisti e l’omogeneità del coro. La varietà della scrittura musicale restituisce cliché standardizzati e pur sempre significativi come, per esempio, in Warum toben die Heiden (Salmo 2) in cui si possono ascoltare diverse tipologie d’intervento delle voci (Coro I e Coro II) sia in un rapporto di alternanza o con interventi di una o più sezioni come nell’Andante centrale o nei belli effetti di unisono. Particolarmente toccante il primo dei due mottetti dell’op. 115 in cui il coro maschile (due tenori e due bassi) intona il testo «Beati mortui qui in Domino moriuntur» tratto dal libro dell’Apocalisse. Sia per la ben scandita pronuncia del testo, unitamente ad una scrittura quasi sempre omoritmica, si può ben comprendere ad sensum che chi muore nel Signore verrà risuscitato a nuova vita. L’esecuzione offre anche belle sonorità e colori come nel suggestivo diminuendo dell’Amen finale Herr, nun lässest du deinen Diener in Frieden fahren, il n. 1 dei mottetti op. 69. A guidare con spirito esegetico il MDR Leipzig Radio Choir è Philipp Ahmann, musicista che in questo CD evidenzia una direzione particolarmente ispirata e curata in ogni dettaglio. Ritornando ai brani presenti suggerisco all’ascoltatore di non disgiungere mai il significato dei testi dalla musica, ricordando altresì che la varietà della scrittura musicale (solistica, a 4 o 8 parti, ecc.) se da un lato restituisce la ferrea dottrina compositiva di Mendelssohn, dall’altro aiutano il pensiero contemporaneo all’approccio con certa musica liturgica e alla teologia protestante (Lutero e Calvino in primis) dei primi decenni dell’Ottocento. Certo è che ascoltando queste pagine non sfugge quanto il suo carattere teologico-liturgico perduri nell’alveo della “musica d’arte” che per sua natura ha bisogno di silenzio e di una percezione ancora più profonda per saper cogliere l’osmosi tra Verba e la Musica eterna.