Jessica Pratt e Michele Pertusi. Mariangela Sicilia e Yusif Eyvazov. Giulia Mazzola e Amartuvshin Enkhbat. Sono le grandi voci protagoniste, insieme a quella ormai leggendaria di Plácido Domingo, di una grande festa per la lirica in programma domenica 6 agosto alle 21, omaggio del celebre cantante spagnolo al centesimo Festival dell’Arena di Verona. Lo spettacolo, dal titolo Plácido Domingo in Opera, è anche un viaggio attraverso le più celebri pagine del grande repertorio operistico, e non solo. Si apre con il verismo, ben rappresentato dal Prologo e dalla celeberrima “Vesti la giubba” da Pagliacci, cantati rispettivamente da Enkhbat ed Eyvazov; dall’aria di Adriana Lecouvreur “Io son l’umile ancella” (Sicilia) e da “Nemico della patria” da Andrea Chénier, interpretata da Domingo. La Sinfonia da Attila apre all’arte somma di Giuseppe Verdi, del quale si ascolta anche “O tu Palermo” dai Vespri siciliani(Pertusi) e il duetto di Don Alvaro e Don Carlo di Vargas dallaForza del destino “Invano Alvaro ti celasti al mondo” (Eyvazov e Domingo).
La seconda parte della serata include arie belcantistiche come “Ah non credea mirarti” dalla Sonnambula (Pratt) e “Udite, o rustici” dall’Elisir d’amore (Pertusi); ancora Verdi con “Di quella pira l’orrendo foco” (Eyvazov) e “Udiste? Come albeggi” (Sicilia e Domingo) dal Trovatore; e anche Puccini, con il valzer di Musetta dalla Bohème (Mazzola). L’Intermedio orchestrale di una celebre zarzuela come La boda de Luis Alonso apre il confine verso generi diversi, e la chiusura dello spettacolo vede alternarsi Bernstein – con “Tonight” da West Side Story (Domingo e Daria Rybak) e “Glitter and be Gay” da Candide (Pratt) – Franz Lehár – “Dein ist mein ganzes Herz” da Das Land des Laechens(Domingo) – e un’altra pagina di zarzuela: “No puede ser” da La tabernera del puerto, con cui Plácido Domingo saluta il pubblico. Sul podio dell’Orchestra della Fondazione Arena di Verona il direttore Francesco Ivan Ciampa.