Roma, Palazzo del Quirinale: ” Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” incantano Roma

Roma, Palazzo del Quirinale
GLI DEI RITORNANO. I BRONZI DI SAN CASCIANO.
23 giugno – 25 luglio e 2 settembre – 29 ottobre 2023
Giorni di apertura: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica

Durata visita: 1 ora
Costo: 1.50 euro
Roma, 07 Luglio 2023
Da alcune settimane, il  Palazzo del Quirinale ha solennemente aperto le sue porte per accogliere la straordinaria mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano“, un evento di rara bellezza e fascino destinato a rimanere aperto al pubblico fino alla fine di ottobre. Questa affascinante esposizione rivela per la prima volta una serie di incredibili scoperte archeologiche emerse nell’estate del 2022 dal santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. Per oltre sette secoli, dal III secolo a.C. al V d.C., questo antico santuario ha svolto un ruolo di primaria importanza come luogo sacro di pellegrinaggio e guarigione, dove etruschi e romani convivevano in armonia, trovando rifugio per il proprio corpo e nutrimento per lo spirito. La vasca sacra del santuario ha restituito al mondo oltre 200 manufatti in bronzo e più di 5000 monete, offrendo un’immagine vivida di un passato che ancora parla di benessere, ospitalità e fede.Le statue oranti, le parti anatomiche, i piccoli fasciati, i ritratti e le sacre figure in bronzo si stagliano come protagonisti di un racconto millenario. Questi reperti archeologici, testimoni di un’era lontana, svelano una storia che va oltre l’individuale importanza di ciascun oggetto, estendendosi a temi di spiritualità, cura e convivenza sociale. La stupefacente preservazione delle statue ritrovate nelle acque termali aggiunge un ulteriore livello di meraviglia a questa scoperta. Questa condizione eccezionale ha permesso la decifrazione di lunghe iscrizioni in etrusco e latino, fornendo un prezioso sguardo sulle vite di coloro che hanno frequentato questo sacro sito, le divinità a cui si appellavano, e la serena convivenza tra Etruschi e Romani, uniti dalla comune venerazione delle acque curative. La scoperta di statue in bronzo di tale antichità è un avvenimento raro e straordinario. Spesso, queste opere venivano rifuse per la creazione di nuovi artefatti di minore importanza, specialmente durante le fasi successive dell’antichità e nel periodo medievale. Questo rende il loro ritrovamento un prezioso affresco dell’epoca, un tesoro inestimabile che ci permette di viaggiare indietro nel tempo e di comprendere meglio le pratiche e le credenze di queste antiche civiltà. Pertanto, la scoperta di San Casciano riveste un’importanza senza pari, soprattutto considerando lo straordinario stato di conservazione delle opere. Tuttavia, è essenziale sottolineare che, sebbene la scoperta di San Casciano abbia avuto un impatto significativo, non sarebbe corretto commettere l’errore di confrontare direttamente queste opere con altri rinvenimenti celebri, come ad esempio i famosi Bronzi di Riace. Nonostante entrambe le scoperte siano di notevole importanza, appartengono a contesti culturali e cronologici estremamente diversi, e pertanto non possono essere paragonate tra loro. L’allestimento  è stato curato con maestria dai direttori Eugenio Farioli Vecchioli e Brigida Gullo, i quali hanno documentato in modo esclusivo i suggestivi momenti del ritrovamento delle statue in bronzo nel loro eccezionale lavoro intitolato “Come un fulmine nell’acqua. I bronzi di San Casciano dei Bagni“, realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura. Tra le diverse sale espositive, le Sale 5 e 7 meritano una menzione particolare. Nella Sala 5, accanto alle imponenti figure divine, le raffigurazioni degli offerenti svolgono un ruolo di fondamentale importanza all’interno del santuario, rappresentando sia coloro che offrivano che l’oggetto dell’offerta stessa. Per ben sette secoli, le dediche prevalentemente realizzate in bronzo legate alle acque termali conferivano alle figure umane e divine non solo un valore simbolico, ma anche un valore materiale. Il metallo utilizzato per realizzare le statue, leghe di rame, costituiva infatti il dono più prezioso offerto alla Fonte sacra del santuario. Tra le opere d’arte esposte in questa straordinaria sala, spicca un giovane togato che indossa una tunica e un mantello che avvolgono elegantemente il suo corpo, mentre le sue scarpe chiuse con corrigiae, simili a fasce di cuoio, richiamano alla mente il celebre bronzo dell’Arringatore custodito presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Questo meraviglioso esemplare del Bagno Grande di San Casciano risale ai primi anni del I secolo a.C. e, insieme ad una trentina di altre opere, rappresenta quella che Plinio descrive come la “misura onorata” delle statue votive. Nell’elegante Sala 7 del Palazzo invece si svela l’intricato regime delle offerte, un sistema di deposizioni che si susseguirono nei secoli all’interno della sacra vasca. Un variegato assortimento di offerte anatomiche – dai piedi e braccia, al seno, all’utero, al pene; dalle orecchie alle maschere, ai volti – costituiscono una vibrante testimonianza delle preghiere offerte alle divinità per la guarigione. Allo stesso tempo, queste offerte riflettono le pratiche mediche che avvenivano presso il santuario, dimostrando un intricato sistema di cura e devozione. L’essenza del bronzo e dell’acqua calda permea l’intero percorso espositivo, a partire dai reperti provenienti da altri siti etruschi e risalenti all’età del bronzo. Tuttavia, è l’acqua calda stessa, magnificamente riprodotta nella mostra attraverso fondali blu suggestivi, che ha svolto un ruolo fondamentale nel garantire lo straordinario stato di conservazione dei bronzi giunti fino a noi. Come ha spiegato il Direttore Generale dei Musei Nazionali Osanna, “Un fulmine caduto sul santuario durante l’età di Tiberio fu interpretato come segnale divino che parlava agli umani, e per purificare l’area profanata, le statue dei malati, degli dei e gli ex voto furono deposti all’interno della vasca, sigillati nel fango e chiusi da uno strato di tegole. Sopra, fu apposta la riproduzione di un fulmine in bronzo, e questo ha fatto sì che le statue fossero lasciate in quell’area sacra, nascoste per sempre agli occhi degli uomini”. Nel corso dei secoli, quel luogo è rimasto sacro e il legame intrinseco tra l’acqua calda e il bronzo è rimasto intatto, anche se ha assunto una forma diversa: non più statue votive, ma monete. Migliaia infatti ne sono state recuperate dal fango, un risultato notevole ottenuto grazie all’insuperabile lavoro di un team multidisciplinare formato da archeologi, geologi, architetti e ingegneri. Le monete scoperte nella vasca del Bagno Grande non sono poche: 2.511 sono state rinvenute durante la campagna di scavo del 2021, mentre circa 2.700 sono emerse nel 2022. Sono principalmente in bronzo, con alcune eccezioni in argento e una rara presenza di pezzi in oro. Secondo l’esperto numismatico Giacomo Pardini, è probabile che queste monete non siano mai state in circolazione prima di essere offerte come doni. Nell’ antica vasca termale, sono state ritrovate anche offerte rituali in legno. Questo suggestivo ritrovamento sembra indicare la pratica sacrale di gettare rami d’albero nelle acque. Non sono mancate nemmeno scoperte di pigne provenienti dal pino domestico. Un aspetto che merita una particolare nota è la meticolosità, la dedizione e la passione con cui lo scavo è stato condotto. Questo approccio scrupoloso ha permesso il recupero di una serie di informazioni estremamente preziose. Questi dati offrono un’opportunità unica per tentare di ricostruire la vita quotidiana di un’area sacra dove, per secoli, uomini e donne hanno testimoniato la loro fede, affidando le loro speranze all’acqua sacra. Questa scoperta archeologica non fa che sottolineare l’importanza di un approccio accurato e consapevole alla ricerca archeologica. È attraverso queste straordinarie scoperte che possiamo gettare uno sguardo nel passato, in una dimensione mistica e terapeutica, in cui il tempo sembra aver sospeso il proprio corso per custodire gelosamente tali tesori. La mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” si presenta dunque come una testimonianza vivida e affascinante del connubio tra il sacro e il materiale, tra l’acqua calda che cura e il bronzo che rappresenta le offerte votive. È un’occasione straordinaria per immergersi in un’epoca lontana, per riflettere sul nostro rapporto con il divino e con il passato, e per apprezzare l’immenso valore storico e artistico dei reperti che ci sono stati donati dal tempo stesso. L’allestimento, pur nella sua essenzialità, svela una limpidezza senza eguali, arricchito da un gioco di retroilluminazioni che donano un notevole valore estetico. L’atmosfera poetica che ne deriva è quasi tangibile, rendendo l’esperienza tanto avvincente quanto coinvolgente. Tuttavia, il contesto imponente e istituzionale del Palazzo del Quirinale, nonostante aggiunga un tono di prestigio all’esposizione, sembra attenuarne l’effervescenza e la naturalezza. Nonostante la sua innegabile bellezza, l’esibizione rischia di veder compromessa la sua autenticità e vitalità, catturata in un’atmosfera pervasa da un eccesso di formalità. Certamente, la valorizzazione di questa mostra si avvantaggerebbe notevolmente se ospitata in un contesto museale più strutturato e dedicato. L’ipotesi di un museo situato nel luogo stesso dei ritrovamenti archeologici (idea per altro che si sta concretizzando all’interno del palazzo cinquecentesco dell’arcipretura) concentrato esclusivamente sui reperti in questione, avrebbe ed avrà un potere evocativo straordinario. Essa permetterà non solo di apprezzare il valore intrinseco degli oggetti, ma anche di contestualizzarli storicamente e culturalmente nel loro ambiente originale. È pertanto auspicabile l’istituzione tempestiva di un museo diffuso che unisca tutta l’area, un’innovazione che rappresenterebbe un significativo progresso nell’interpretazione e nella conservazione del nostro patrimonio storico e culturale. E’ possibile acquistare online le pubblicazioni relative alla mostra ai seguenti link: emporium.treccani.it e sillabe.it.  Qui per tutte le informazioni.