Roma, Domus Aurea: “L’Amato di Iside. Nerone, La domus Aurea e l’Egitto.”

Roma, Domus Aurea
Viale Serapide nel Parco del Colle Oppio
“L’AMATO DI ISIDE. NERONE, LA DOMUS AUREA E L’EGITTO.”
Roma, 07 Luglio 2023
Nel 27 a.C., il vasto dominio del Mediterraneo, noto come “Mare Nostrum” per i Romani, aveva raggiunto il culmine della sua espansione, abbracciando l’Egitto dei Tolomei , una terra di abbondanti granai e inestimabili tesori , conquistata nel 30 a.C. dopo la trionfante battaglia di Azio contro Antonio e Cleopatra. Questo glorioso evento segnò una svolta epocale nella carriera di Ottaviano, poiché il giovane generale aveva dimostrato la sua straordinaria abilità nel conseguire vittorie e portare ricchezza a Roma. Svetonio, il celebre storico romano, ha riportato un momento significativo durante la permanenza di Ottaviano ad Alessandria, dove il futuro imperatore visitò il sarcofago e il corpo di Alessandro Magno, rendendo omaggio al grande conquistatore del passato e, al contempo, sottolineando un parallelo tra sé stesso e l’immensa portata dell’impero di Alessandro. Questo gesto simbolico non solo rivelò l’ammirazione di Ottaviano per il passato glorioso dell’Egitto, ma sottolineò anche le ambizioni e la grandezza del futuro impero romano. La moneta d’oro coniata nel 27 a.C. da una zecca dell’Est, in onore della vittoria di Azio, raffigurava un giovane Ottaviano sul dritto e un coccodrillo del Nilo sul rovescio, simboleggiante la recente acquisizione dell’Egitto. L’iscrizione “Aegypto capta” proclamava il trionfo della conquista egizia, aprendo così nuovi scenari di gloria per il suo ambizioso conquistatore. Ottaviano fu anche il primo imperatore romano ad essere affascinato dall’estetica egiziana, una tendenza che influenzò molti dei suoi successori, incluso l’imperatore Nerone, noto per adottare l’emblema estetico egiziano nella sua sontuosa Domus Aurea, situata sul Colle Oppio. Questa magnifica residenza reale non solo era un maestoso esempio di architettura, ma racchiudeva anche preziose decorazioni originali. Oggi, grazie ai continui lavori di restauro, la Domus Aurea continua a svelare nuovi aspetti della cultura e della visione dinastica di Nerone, come dimostra l’affascinante mostra intitolata “L’amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto”, aperta fino al 14 gennaio 2024. La mostra prende il via con i ritratti di Nerone e del suo circolo familiare, e prosegue nella Sala Ottagona, una sala da pranzo rotante descritta da Svetonio. Qui, si esplora il legame profondo tra Nerone e l’Egitto, un interesse che il giovane imperatore aveva sviluppato fin dalla sua educazione. I suoi insegnanti principali, Seneca e Cheramone, avevano instillato in lui una passione per la terra del Nilo. In particolare, Cheramone, filosofo e sacerdote nonché direttore della Biblioteca di Alessandria, aveva nutrito la sua curiosità per la ricca storia e cultura dell’Egitto. Non si può trascurare il ruolo della seconda moglie di Nerone, Poppea, nella sua affinità per i culti egizi. Nei rinvenimenti degli affreschi nelle dimore pompeiane dei suoi parenti sono state ritrovate raffigurazioni che fanno eco al culto di Iside. Inoltre, il ricordo del bisnonno di Nerone, Marco Antonio, che aveva raggiunto lo status di divinità regale accanto a Cleopatra, e l’aura di mistero e magnificenza che avvolgeva l’Egitto, esercitarono un’indiscutibile influenza su di lui. Quando salì al trono, Nerone veniva spesso rappresentato come un faraone in Egitto, che nel frattempo era divenuto una provincia romana. Tuttavia, sembra che Nerone abbia osato farsi ritrarre come un sovrano egizio a Roma, come testimonia una statua esposta nella mostra, con caratteristiche faraoniche ed erculee. La mostra presenta anche ritratti e riferimenti alla celebre spedizione organizzata per scoprire le sorgenti del Nilo, attraverso la presenza di opere d’arte in oro, sculture raffiguranti coccodrilli e leoni, un mosaico di ispirazione nilotica e affascinanti ricostruzioni 3D dell’ antica Alessandria e dei templi di Phile e Dendera. Negli ultimi anni del suo regno, Nerone si indirizzò sempre di più verso un potere assoluto di ispirazione ellenistica, e la Domus Aurea, con le sue audaci soluzioni tecnologiche e le luminose decorazioni dorate, era l’emblema perfetto di questo desiderio di grandezza. La narrazione coinvolgente dell’esposizione è arricchita da statue imponenti e reperti di natura religiosa, che raggiungono l’apice nel Grande Criptoportico e nelle stanze adiacenti. Tuttavia, il fulcro di tutta la mostra è rappresentato dalla figura di Iside, la “dea dai mille volti”, che emerge in tutta la sua vibrante bellezza dagli affreschi recuperati. Iside, con i suoi molteplici ruoli come dea guaritrice, protettrice dei naviganti, divinità della fertilità e tenera madre che allatta il figlio Horus, incarna un’energia affascinante e misteriosa. Una vetrina appositamente dedicata espone una vasta collezione di amuleti egizi e romani, sottolineando l’aspetto magico e popolare associato alla dea. Questi preziosi reperti dimostrano che, quando si trattava di superstizioni e credenze, nemmeno le grandi città come Roma, Pompei e Alessandria erano da meno. Ciascuna di queste città aveva le sue peculiari credenze e riti, testimonianza di un fervore religioso e culturale che rifletteva la complessità e la ricchezza della società antica. Gli elementi esposti alla mostra sono presentati con una marcata enfasi sulla loro ieraticità, mostrando un’attenzione particolare all’elevazione, soprattutto nel caso della statuaria . La varietà di tonalità dei marmi introduce un elemento di diversità cromatica che, abbinato a un’illuminazione mirata, non solo mette in risalto le linee dei pezzi, ma conferisce anche un volume straordinario alle opere . Questo, in un contesto già di per sé molto evocativo, crea un’esperienza visiva davvero unica e affascinante . Non sono stati trascurati nemmeno i più piccoli pezzi esposti nelle bacheche. Ogni oggetto è posizionato con una strategia che mira a creare il massimo impatto visivo, dimostrando che anche il più piccolo dettaglio può avere un grande effetto . Questi oggetti, sebbene di piccole dimensioni, svolgono un ruolo fondamentale nel raccontare la storia complessiva dell’esposizione e nel creare un’esperienza immersiva per il visitatore. Le sofisticate infrastrutture visive, abbellite da una moltitudine di proiezioni, ci trasportano delicatamente nei luoghi di scoperta degli oggetti esposti. L’aggiunta della realtà virtuale enfatizza ulteriormente l’esperienza, proiettando la visita in una dimensione così avvolgente da lasciare il visitatore totalmente stupefatto. Come di consueto, il personale della Domus Aurea esibisce non soltanto una preparazione e competenza straordinarie, ma anche una pazienza senza pari. Questa qualità risulta particolarmente saliente in considerazione dell’infinità di visitatori che quotidianamente confluiscono, i quali, sfortunatamente, non mostrano sempre un comportamento rispettoso verso il delicato sito di interesse storico-artistico. Malgrado tali imprevisti, l’équipe persevera nel gestire ogni circostanza con un’ineguagliabile professionalità, preservando cosí l’integrità e il prestigio dell’ente che incarnano. Photo Credit: Simona Murrone. Qui per tutte le informazioni.