Roma, Caracalla Festival 2023: “Cenerentola” di Nureyev

Roma, Caracalla Festival 2023
CENERENTOLA
Balletto in tre atti
dal racconto di Charles Perrault
Musica Sergej Prokof’ev
Coreografia e Regia Rudolf Nureyev
Supervisione Eleonora Abbagnato
Cenerentola REBECCA BIANCHI

Il Principe Attore MICHELE SATRIANO
Le Sorellastre ALESSANDRA AMATO, SUSANNA SALVI
La Matrigna GIUSEPPE DEPALO

Il Produttore ALESSIO REZZA
Il Maestro di ballo CLAUDIO COCINO
Direttore Alessandro Cadario
Scene Petrika Ionesco
Costumi Hanae Mori
ORCHESTRA, ÉTOILES, PRIMI BALLERINI, SOLISTI E CORPO DI BALLO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
Allestimento Opéra National di Parigi
Roma, 01 Luglio 2023
Nel quadro incantevole delle Terme di Caracalla, si accende il palcoscenico del Caracalla Festival 2023, facendo risplendere nell’aria estiva l’interpretazione agrodolce di “Cenerentola” firmata Rudolf Nureyev. Il balletto, che svela l’illusorietà della favola immergendola nel glamour cinico di Hollywood degli anni ’30, risuona tra le antiche mura romane, rimarcando l’effimero splendore dei sogni, spesso frutto di pura artefazione. Nureyev, maestro nell’arte della coreografia, porta sul palco un balletto che, a più di due decenni dalla sua prima interpretazione parigina, continua a toccare le corde dell’emozione. Il mondo dei sogni, fulcro della visione del coreografo, appare in questa rilettura con una vena di amarezza e ironia, un simbolo della fugacità della vita e della necessità di catturarne i momenti su una pellicola cinematografica immaginaria. Il lieto fine della storia, suggellato da questa pellicola, ha suscitato applausi entusiasti durante la recente replica di “Cenerentola” al Caracalla Festival 2023. Il cast, composto dal Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, ha saputo interpretare con maestria la visione di Nureyev, proiettando sul palco un’immagine riconoscibile e contemporanea del “regno dei sogni”. Nureyev, noto per le sue reinterpretazioni personali dei capolavori del balletto classico, arricchisce con “Cendrillon” l’elenco dei “coreografi-autori”. La sua creazione, ispirata alla famosa fiaba di Charles Perrault del 1697, ha lasciato un’impronta indelebile, rispettando la tradizione o la non tradizione, come testimoniano le sue riletture di “La Bayadère”, “Raymonda”, “Il lago dei cigni”, “Don Chisciotte“, “La Bella Addormentata“, “Schiaccianoci“, “Romeo e Giulietta” e “Manfred“. La fiaba di “Cenerentola”, interpretata in svariate occasioni nel corso del XIX e XX secolo, ha trovato la sua colonna sonora definitiva nella composizione musicale di Sergej Prokof’ev del 1945, un omaggio a Cajkovskij e alla struttura del balletto classico. Questa partitura ha fornito il riferimento per le future interpretazioni. Nureyev, con la sua rilettura della fiaba, offre un’interpretazione originale e anticonvenzionale, pur nel rispetto della partitura di Prokofiev. La sua “Cenerentola” è un viaggio simbolico nel cuore di Hollywood, popolato da riferimenti a film e personaggi che hanno fatto la storia del cinema. Questa è la Hollywood che Nureyev conosceva bene, essendo stato protagonista nel 1977 di “Valentino”. Nel primo atto ,  veniamo catapultati nell’umile dimora di Cenerentola a Los Angeles, dove la protagonista vive una vita di stenti tra un padre alcolizzato e una famiglia dispotica. La sua luce interiore, però, non si estingue: soccorre un produttore cinematografico vittima di un incidente stradale, il quale, abbagliato dalla sua bellezza e bontà, la invita ad Hollywood. La città del cinema diventa il suo palcoscenico, ma a mezzanotte dovrà lasciarla. Nel secondo atto, la visione di Nureyev prende vita: la festa della nobiltà si trasforma in un set cinematografico frenetico. Cenerentola, sotto i flash dei fotografi, diventa l’attrice principale, innamorandosi del suo affascinante co-protagonista. Ma al dodicesimo rintocco dell’orologio, fugge, lasciando dietro di sé un cuore spezzato e una scarpetta. Nel terzo atto, la ricerca dell’amata si svolge non in terre esotiche, ma nei locali notturni di Los Angeles. Cenerentola, tornata alla sua realtà, è riportata al suo sogno dall’arrivo dell’attore con la scarpetta. A differenza della tradizione, è lei a mostrare la scarpetta e a rivelare la sua identità, ottenendo un contratto cinematografico e l’amore del suo principe. Nureyev, con l’ausilio delle scenografie di Ionesco e dei costumi di Mori, rivisita il capolavoro di Prokof’ev come un film muto. La storia si svolge tra riferimenti allo star-system, omaggi a Fred Astaire e Groucho Marx, e un defilé delle Fate delle Stagioni. La scenografia rievoca l’iconografia di Metropolis e Tempi moderni, completando l’immersione nel sogno hollywoodiano di Cenerentola. La coreografia di Nureyev si dipana come un fiume di virtuosismo ballettistico, esaltando e illuminando il palcoscenico con scintille di maestria artistica. La “danza della scopa” è un’esibizione di eleganza e destrezza, in cui Cenerentola si muove graziosamente tra pas de valse, piqués en arabesque e piqués pas de bourrée. Le complicatissime variazioni delle quattro stagioni e i pas de deux dei protagonisti, arricchiti da pirouettes, arabesque penchées, lifts e manèges, sono un tributo alla tecnicità e alla precisione dell’arte del balletto. Le sequenze pantomimiche e corali segnano il ritmo delle sequenze individuali di ciascun atto, evitando ogni traccia di manierismi obsoleti. Nonostante le radici profondamente accademiche della danza, essa si fonde con il musical in un connubio armonioso e fluido, grazie a un uso più liberato e versatile della parte superiore del corpo e delle braccia.  Era la vivace era degli anni ’80 quando Rudolf Nureyev mise il suo inconfondibile sigillo sulla sua versione di Cinderella. L’innovativo tocco di Carolyn Carlson aveva già scosso il vecchio mondo del balletto europeo, e Nureyev, lungi dal rimanere indifferente a tale movimento, l’incorporò nella sua opera. In un colpo di genio, trasformò la tradizionale scena delle ore in una sequenza di stile contemporaneo. Con ballerini in tute attillate e variopinte, la scena diventa una vivida testimonianza dell’evoluzione dell’arte del balletto, unendo il passato e il presente in un’armonia di movimento e di colore. In questo palcoscenico ricco di sfide, tutti i ballerini si sono distinti con competenza e luminosità. Il Corpo di Ballo ha danzato con un’armonia toccante anche grazie anche alla supervisione di Eleonora Abbagnato, direttrice della Scuola di Danza del Teatro dell’ Opéra di Roma , mentre le sorellastre, ritratte con maestria da Alessandra Amato e Susanna Salvi, hanno colorato il palco con le loro interpretazioni ricche e vivaci. Claudio Cocino (Il Maestro di Ballo), ha incarnato il suo ruolo con una precisione che sottolineava la sua profonda comprensione della danza, e Alessio Rezza (Il Produttore), ha dimostrato un’incredibile maestria nel trasmettere la sua passione della danza al pubblico. Un sincero elogio va indirizzato a Michele Satriano, Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, per la sua più che corretta interpretazione del Principe/Attore. La sua brillantezza artistica, esaltata da una tecnica ineccepibile e da una sensibilità artistica di rilievo, ha reso la sua performance notevole. La sua rappresentazione del personaggio si è distinta per un’adeguata espressività e leggerezza, sottolineata da un gesto espressivo ricco di sfumature e sempre ben bilanciato senza alcun eccesso di maniera. Rebecca Bianchi ,  prima ballerina della compagnia romana, ha donato al pubblico una Cenerentola che era l’incarnazione della sua natura di danzatrice: slanciata, raffinata ed estremamente lirica sebbene alle volte sia parsa sin troppo contenuta. Successo personale per  Giuseppe Depalo (Matrigna). Alessandro Cadario si è distinto nel corso dello spettacolo, mantenendo un controllo impeccabile dell’ensemble, in particolare durante alcuni momenti di maggiore esuberanza dei fiati. Pur in presenza di contrasti artistici tra coreografia, musica e proiezioni scenografiche, la sua direzione ha brillato per competenza e coerenza stilistica. Repliche il 2 e 4 Luglio.  Qui per tutte le informazioni.