Con la quinta domenica dopo la festa della Trinità, si chiude un breve ciclo di 5 festività nelle quali le letture evangeliche sono tratte dal Vangelo di Luca. Per questa domenica la “Lectio Lucana” è data dai primi 11 versetti del capitolo V°:”Or avvenne che essendogli la moltitudine addosso per udir la parola di Dio, e stando egli in piè sulla riva del lago di Gennesaret, vide due barche ferme a riva, dalle quali erano smontati i pescatori e lavavano le reti. E montato in una di quelle barche che era di Simone, lo pregò di scostarsi un po’ da terra; poi, sedutosi, d’in sulla barca ammaestrava le turbe.
E com’ebbe cessato di parlare, disse a Simone: Prendi il largo, e calate le reti per pescare. E Simone, rispondendo, disse: Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiam preso nulla; però, alla tua parola, calerò le reti. E fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano. E fecero segno a’ loro compagni dell’altra barca, di venire ad aiutarli. E quelli vennero, e riempirono ambedue le barche, talché affondavano. Simon Pietro, veduto ciò, si gettò a’ ginocchi di Gesù, dicendo: Signore, dipàrtiti da me, perché son uomo peccatore. Poiché spavento avea preso lui e tutti quelli ch’eran con lui, per la presa di pesci che avean fatta; e così pure Giacomo e Giovanni, figliuoli di Zebedeo, ch’eran socî di Simone. E Gesù disse a Simone: Non temere: da ora innanzi sarai pescator d’uomini. Ed essi, tratte le barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono.
Non è questa, come si sa, l’unica narrazione di una pesca miracolosa che si incontra nei Vangeli. Un’altra pesca è in Giovanni al capitolo XXI, ma quest’ultimo si colloca al momento delle apparizioni in Galilea di Gesù risorto. Quella di cui parla Luca invece, si situa all’inizio della predicazione di Gesù, quando si ha la vocazione dei discepoli che da semplici pescatori si fanno pescatori di uomini, subito seguendo il Maestro. Sono solamente due le cantate bachiane superstiti per la quinta domenica dopo la Trinità. La più vecchia fra le due è la numero 93 Wer nur den lieben Gott läßt walten (Se lasci agire il tuo Dio e speri in lui) , eseguita il 9 luglio 1724 ma a noi nota attraverso un materiale di esecuzione che si riferisce ad una ripresa dell’Opera del 1733. Alla base della Cantata sta l’omonimo Corale di Georg Neumark (1621-1681) del 1641 di cui vengono messe in musica 3 strofe i nr.1, 3 e 7 della partitura. mentre nei numeri 2 e 5, recitativi, il testo viene assoggettato ad interpolazioni e nei nr.3 e 6. arie, viene parafrasato, rispettando l’impianto originale in 7 strofe, la disposizione musicale risulta uniformata a una rigorosa simmetria , accentuata da tutta una serie di fattori. Così nella pagina di apertura il Corale viene presentato in stile imitativo, sia nello stile omfono della armonizzazione di fine cantata. Il brano centrale (nr.4), trascritto per organo e inserito nella raccolta dei Schübler Chorales BWV 647, combina la melodia allo stato puro, affidata agli archi all’unisono, con una elaborazione imitativa per 2 voci. La prima aria, il nr.3 affidata al tenore, contraddistinta da un tempo di minuetto, è nella forma del “lied”, mentre la seconda, la nr.6 cantata dal soprano ricorre alla forma bipartita. I 2 recitativi (nr.2 e 5) alternano lo stile arioso, ispirato alla melodia del Corale al recitativo. Tutti i brani mostrano in modo evidente il legame alla melodia originale, al punto che l’intera partitura sembra assumere la veste di libera “Partita” su Corale, vincolata alla struttura del “Lied” solo in certi settori, ma comunque sempre informata all’andamento melodico del Cantico.
Nr.1 – Coro
Se lasci agire il tuo Dio
e speri in lui in ogni momento,
egli miracolosamente ti proteggerà
in ogni croce e in ogni dolore.
Chi crede in Dio, l’Altissimo,
non costruisce sulla sabbia.
Nr.2 – Corale e recitativo (Basso)
A cosa serve il peso delle preoccupazioni?
Grava sui nostri cuori con indicibile pena,
con innumerevoli dolori e tormenti.
A cosa servono i nostri lamenti?
Ci portano solo amare privazioni.
A cosa serve alzarsi ogni mattina
dai nostri letti sospirando e poi coricarci
la notte con le lacrime sul volto?
Rendiamo dolore e afflizione
ancora maggiori con la nostra ansia.
Ma il cristiano può fare di più,
può portare la sua croce a immagine di Cristo.
Nr.3 – Aria (Tenore)
Se restiamo più sereni
quando l’ora della croce si avvicina,
allora la volontà misericordiosa di Dio
non ci negherà la sua protezione.
Dio, che conosce gli eletti,
Dio, che si fa chiamare Padre,
alla fine allontanerà ogni sofferenza
e soccorrerà i suoi figli.
Nr.4 – Aria-Duetto (Soprano, Contralto)
Egli sa il momento opportuno per la gioia,
egli sa bene quando è necessario;
se solo ci facciamo trovare
saldi nella fede e privi di ipocrisia,
allora Dio verrà, prima che ce ne
accorgiamo, per colmarci dei suoi beni.
Nr.5 – Corale e recitativo (Tenore)
Non pensare, nel mezzo della prova,
quando cadono tuoni e fulmini
e il tempo avverso ti rende ansioso,
che Dio ti abbia abbandonato.
Dio c’è anche nel momento del bisogno,
sì, persino nella morte
mostra misericordia ai suoi figli.
Non credere che Dio
possa restare a braccia conserte,
come l’uomo ricco
che vive ogni giorno in allegri piaceri.
Chi beneficia di costante fortuna,
con una buona giornata dietro l’altra,
molto spesso alla fine,
dopo essersi riempito di vani piaceri,
dice: “Nella pentola c’è la morte”.
Il futuro porta cambiamenti!
Pietro per un’intera notte
ha lavorato invano
senza pescare nulla: ma con la parola di
Gesù può raggiungere il suo scopo. 3
Nella povertà, nella croce, nel dolore
credi solo nella bontà di Gesù
con spirito pieno di fede;
dopo la pioggia porterà il sole
compiendo per ognuno il suo destino.
Nr.6 – Aria (Soprano)
Volgerò lo sguardo al Signore
e riporrò in Dio la mia fiducia.
Egli è colui che opera i veri miracoli.
Può spogliare il ricco rendendolo povero
ed il povero rendere grande e ricco
secondo la sua volontà.
Nr.7 Corale-Coro
Prega e cammina lungo la via di Dio,
compiendo fedelmente il tuo dovere e
confida nella ricca benedizione celeste,
allora sarà rinnovata la sua presenza in te;
chi ripone la sua fiducia in Dio
non sarà mai abbandonato.
Traduzione Emanuele Antonacci