Gioachino Rossini: “Que vais-je devenir?… Du séjour de la lumière”, “L’heure fatale approche…Juste ciel” (“Le siège de Corinthe”); “Ils s’éloignent enfin…Sombre forêt” (“Guillaume Tell”), “En proie à la tristesse…Céleste providence” (“Le comte Ory”); Gaetano Donizetti: “Ô ma mère…Qu’ici ta main glacée bénisse ton enfant” (“Les martyres”); “Gilbert… Ô fontaine…Que n’avons-nous des ailes?” (“Lucie de Lammermoor”), “Il faut partir”, “C’en est donc fait…Salut à la France” (“La fille du régiment”). Lisette Oropesa (soprano), Kristinna Fuchs (mezzosoprano), Frank Blümel, Juan Carlos Navarro, Zhi Yi (tenori), Meinhardt Möbius, Alexander Födisch (bassi). Sächsischer Staatsopernchor Dresden, André Kellinghaus (maestro del coro), Dresdner Philharmonie, Corrado Rovaris (direttore). Registrazione: Kulturpalast Dresden, aprile 2021. 1 CD Pentatone PTC 5186 955
Lisette Oropesa arriva al suo secondo recital discografico sempre per l’etichetta Pentatone con un programma dedicato al belcanto primo ottocentesco nella sua declinazione francese con una serie di arie tratte da lavori di Rossini e Donizetti scritti o riadattati per il palcoscenico parigino.
La cantante americana può contare per l’occasione sull’ottimo accompagnamento della Dresdner Philharmonie guidata con grande sensibilità da Corrado Rovaris. Il direttore fornisce una prova di assoluto rigore stilistico unito a un’ammirevole capacità di accompagnare il canto. Una direzione tesa, elastica, sempre perfettamente calata nella cifra espressiva dei singoli brani di cui ricerca il colore teatrale non limitandosi ad accompagnare il canto. I brani sono eseguiti nella loro interezza con la partecipazione del coro e delle parti di contorno, giova al riguardo l’ottima prova del Sächsischer Staatsopernchor Dresden i cui solisti svolgono egregiamente anche il ruolo di pertichini.
Il programma organizzato in ordine quasi cronologico è aperto da una serie di brani da “Le siège de Corinthe”. La parte di Pamyra traspone per soprano di coloratura i brani originariamente pensati per la scrittura molto più centrale di Anna Erisso – facendo propria anche musica originariamente pensata per Calbo – spingendo molto sul versante del virtuosismo. La Oropesa si pone al riguardo perfettamente sulla scia tracciata a suo tempo dalla Sills aggiungendovi un timbro che ha acquisto una morbidezza nei centri non così scontata per questo tipo di vocalità e una dizione nitida e nobile che già si apprezza nel grande recitativo “Que vais-je devenir?” che nella versione francese acquisisce un colore quasi cherubiniano per poi esplodere in un virtuosismo caleidoscopico; manca invece un po’ di mistero “Du séjour de la lumière”. La seguente gran scena del III atto serve invece a valorizzare le qualità di canto e d’interpretazione.
La Mathilde del “Guillaume Tell” non sembrerebbe un ruolo ideale per la Oropesa richiedendo forse un maggior corpo ma poche volte “Sombre forêt” si è ascoltata eseguita con tanta poesia.
Ruolo invece semplicemente ideale per i suoi mezzi è invece la Contessa Adele è l’attesa non viene delusa. La prova non è soltanto un trionfo di bravura ma la Oropesa riesce a essere maliziosa, ironica, brillante, a cogliere ogni sfumatura del ruolo senza mai sacrificare un canto di funambolica facilità semplicemente trascinante specie in “Céleste providence”.
La seconda parte del programma è invece dedicata a Donizetti protagonista della scena francese dopo il ritiro di Rossini. “Les martyres” del 1840 sono il rifacimento del tormentato “Poliuto” napoletano. L’aria di Paolina “Qu’ici ta main glacée bénisse ton enfant” è di rarissimo ascolto e forse per questo ancor più interessante. Radiosa preghiera dall’accompagnamento classico e luminoso è cantata dalla Oropesa con trascendente purezza vocale. Il brano pur molto bello nel suo essenziale lirismo tende forse solo a emergere poco in un programma così ricco e denso come quello proposto.
La cavatina della “Lucie de Lammermmor” è il brano successivo. Rispetto all’originale versione italiana qui Donizetti è intervenuto in modo più radicale sostituendo “Regnava nel silenzio” con “Perché non ho del vento” tratta dalla precedente “Rosmonda, regina d’Inghilterra”. Brano dallo spiccato carattere virtuosistico ma innegabilmente molto più convenzionale rispetto alla cavatina della versione italiana. La Oropesa ne da una lettura magistrale sfolgorando in un virtuosismo caleidoscopico e strabordante ma al contempo sempre impeccabile sul terreno della musicalità e della pulizia della linea di canto. Difficile far meglio in quest’aria ma la preferenza alla versione originale resta in ogni caso.
Una breve selezione da “La fille du régiment” con la Oropesa perfettamente a proprio agio nei panni di Marie. Si comincia con un’elegantissima lettura di “Il faut partir” eseguita in modo magistrale e avvolta di una melanconia semplice ma intensa. Simile impostazione ritroviamo in “C’en est donc fait” ma qui ha seguire vi è un’esecuzione assolutamente trascinante di “Salut à la France” piena di un’energia e di una gioia di far musica trascinanti e non si potrebbe trovare conclusione più felice.