Auditorium RAI “Arturo Toscanini”, di Torino, RAI Orchestra POPS 15 giugno 2023
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
Direttore John Axelrod
Pianoforte Nicolas Namoradze
Leonard Bernstein: “Candide”, Ouverture; George Gershwin: Concerto in fa per pianoforte e orchestra; Aaron Copland: “Appalachian Spring” Suite; Leonard Bernstein: Divertimento per orchestra
Torino, 15 giugno 2023
Seconda settimana di RAI Orchestra POPS, dall’America Latina all’America del Nord, tre autori con radici esteuropee ma di nascita nell’East cost degli USA. Il direttore sul podio è John Axelrod texano cinquantasettenne con studi ad Harward e tirocinio con Leonard Bernstein. Conosciutissimo dal pubblico torinese ed amatissimo dagli orchestrali dell’OSN RAI. La sua affinità con Bernstein la dimostra fin dal primo pezzo in esecuzione: la scoppiettante ouverture del Candide. Estroversione al massimo, senza barriere, le spalle e il torso con movenze che pare di vedere Leonard sul podio. Il successo è scontato. Altro clima con il Concerto in FA per pianoforte e orchestra di Gershwin. Il direttore si modera probabilmente per lasciare il giusto spazio sonoro al giovane pianista georgiano Nicolas Namoradze. Il concerto cammina su terreni sdrucciolevoli, con due primi tempi che occhieggiano con timidezze il Jaz del charleston e dei blues e un terzo che vorrebbe sintetizzare il tutto in ambiente lisztiano. L’operazione riesce per quel tanto che riporta alla mente temi di Porgy and Bess e di un Americano a Parigi, per il resto gira volonterosamente, ma un poco a vuoto. Il pianista è fisicamente un virtuoso, veloce scattante, dalle mille note, ma psicologicamente spento e poco brillante. Quel che ne esce è un virtuosismo soffocato. Applausi, anche fuori tempo, si applaude sempre troppo e senza criterio, quindi un inevitabile bis: The man i love. La canzone è magnifica e lo rimane anche sotto le dita di Nomaradze, certo che con una più calda partecipazione emotiva ci farebbe toccare il celo. Con Aaron Copland e la sua suite dal balletto Appalachian Spring, si aprono le vie dell’ovest e delle comunità contadine/religiose dei grandi stati centrali. Matrimoni, canti religiosi, il country di nostalgia e d’identità che negli anni’60 si è affacciato anche da noi con le ballate e le canzoni di Joan Baez e di Pete Seeger. L’ispirazione si potrebbe cogliere nei nuovi mondi di Dvorak, con il ricordo di Brahms rimpiazzato da quello di Stravinskij. Oggi per noi è una calma passeggiata in una ipotetica età dell’oro delle sterminate pianure, sottratte ai nativi, trasformate da quacqueri ed evangelici di varia denominazione, in redditizie miniere di cereali vari. L’esito non appassiona, né il pubblico né Axelrod che qui si mostra quasi estraneo al contesto. Il Divertimento per orchestra, otto mirabili miniature di un Bernstein ventenne, vede coinvolti al massimo grado direttore e orchestrali. L’opera concepita come omaggio alla Boston Symphony Orchestra mette in evidenza le singole sezioni orchestrali e molte delle prime parti. Inizia con una Toccata per proseguire con sei danze, valzer, mazurca ecc., si conclude con una marcia in onore dell’orchestra dedicataria. OSN RAI, con la complicità di Axelrod, si appropria dell’omaggio e dà il meglio di sé in questa ventina di minuti di splendida e divertente musica. I concerti POPS, per tradizione, terminano con un bis: con lo stesso fiammeggiante entusiasmo della suite di Bernstein la serata si conclude con lo spumeggiante ragtime Entertainer del texano Scott Joplin. Applausi meritati e pubblico soddisfatto.