Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival “Compositrici!”, 1° aprile-11 maggio 2023
Violoncello Johannes Gray
Pianoforte Anastasiya Magamedova
Marie Jaëll: Sonate en la mineur pour piano et violoncelle; Henriette Renié: Andante religioso; Rita Strohl: Sonate dramatique “Titus et Bérénice”
Venezia, 11 maggio 2023
Siamo giunti all’ultimo appuntamento nell’ambito del Festival “Compositrici!”, che costituiva l’argomento principale della programmazione veneziana del Palazzetto Bru Zane per la primavera 2023. La rassegna, volta ad indagare il versante femminile nel panorama della produzione musicale francese tra Otto e Novecento, si è conclusa con un concerto, che vedeva come protagoniste – vedi il titolo – le “corde” del violoncello e del pianoforte, Vi si proponevano, infatti, tre brani cameristici, affidati a tali strumenti, firmati da altrettante musiciste, talentuose quanto ingiustamente misconosciute: Marie Jaëll, Henriette Renié e Rita Strohl. Queste loro pagine – proprio perché vi si coglieva una forza espressiva per nulla inferiore a quella di analoghe opere dei colleghi maschi –, all’epoca in cui videro la luce (la fine dell’Ottocento – non furono apprezzate o, addirittura, suscitarono indignazione. In base alla mentalità maschilista allora imperante furono, infatti, ritenute incompatibili con l’indole femminile: a una donna – quando non veniva bollata “a priori” come incompetente – si concedeva, al massimo, la possibilità di creare pezzi piacevoli, pieni di dolcezza o di grazia.
Validi interpreti di questo programma erano due giovani solisti: Johannes Gray, al violoncello, e Anastasiya Magamedova, al pianoforte, entrambi premiati in diversi concorsi internazionali e ormai apprezzati concertisti nelle più prestigiose sedi a livello mondiale.
Ha aperto la serata la Sonate en la mineur pour piano et violoncelle di Marie Jaëll. Inviata nel settembre 1880 a Sain-Saëns, la prima versione manoscritta di questo lavoro fu accolta favorevolmente dall’insigne maestro, che incitò l’eccellente pianista a continuare a comporre. Anche la stampa accolse la Sonata con benevolenza, ma non senza lanciare qualche frecciatina sessista. Mai pubblicata in vita dall’autrice, la Sonata ci è pervenuta attraverso vari manoscritti, il più recente dei quali è datato 1886. Pregevole, per affiatamento e adeguatezza stilistica, è risultata l’esecuzione, da parte del duo Gray-Magamedova, di questa Sonata, in cui l’autrice ottiene un mirabile equilibrio tra le due voci; un pezzo, particolarmente singolare e affascinante, più vicino a Schumann, Brahms, Liszt e Wagner che ai compositori francesi.
Quanto all’Andante religioso – proposto, in questo concerto, in una trascrizione per violoncello e pianoforte al posto dell’originale per violino (o violoncello) e arpa –, si tratta della prima opera di Henriette Renié (che, a scanso dei soliti pregiudizi, si cela dietro un neutro “H. Renié”), ad essere data alle stampe. Anche nell’esecuzione di questa pagina dall’aura sacrale – che induce alla meditazione ed esprime analogicamente, con le sue linee ascendenti, l’elevazione della preghiera fino al Cielo – i due solisti hanno sedotto il pubblico. Anastasiya Magamedova ha brillato nell’affrontare con sensibilità e precisione accordi lussureggianti e fluidi arpeggi, sostenendo efficacemente il violoncello – sempre molto espressivo – in un rapporto nel quale le due parti si imitano, si riecheggiano e si completano a vicenda.
La serata si è conclusa con la Sonate dramatique “Titus et Bérénice” di Rita Strohl. Pubblicata nel 1892, essa si caratterizza per la sua valenza narrativa. La musica, infatti, ripercorre alcuni momenti salienti della storia di Tito e Berenice, desunta dalla tragedia Bérénice di Racine, attraverso una scrittura molto variegata, dai toni spesso contrastanti e dall’ampio respiro espressivo.
Particolarmente suggestiva è stata l’esecuzione di questo pezzo, in cui ognuno dei suoi quattro movimenti corrisponde a un particolare episodio del dramma. Nel primo movimento, dopo la misteriosa introduzione, si è molto appezzata la bella melodia che si dipana lungamente all’interno del Moderato, prima di lasciare il posto a un Molto movimento cupo e convulso. Animazione ritmica, leggerezza, senso del mistero hanno caratterizzato il movimento successivo, Vivace, che evoca uno Scherzo, di tipo mendelssohniano, inframezzato da una sezione centrale, contraddistinta da un basso ostinato. Un tono ben diverso si è colto nel Lento, tristamente – terzo movimento – quasi un lamento funebre, reso per mezzo di espressivi cromatismi. Venendo al movimento conclusivo, nell’Allegro molto movimento di grande forza drammatica, il pianoforte con il suo flusso di arpeggi ha ancora una volta interagito, in perfetta comunanza d’intenti, con il violoncello, che disegnava una linea melodica continua, così come nel Ben cantando, meno affannoso, ha fatto elegantemente da controcanto allo strumento ad arco prima che, dopo violenti contrasti, tornasse a risuonare la melodia iniziale, ad introdurre il Molto appassionato conclusivo, di intensa espressività. Successo pieno, a conclusione di questa splendida rassegna al femminile.