Roma, “Domus Aurea” : un’esperienza archeologica affascinante e immersiva

DOMUS AUREA
Roma, Viale della Domus Aurea – Via del Serapide
Il cantiere della Domus Aurea si raggiunge entrando nel parco del Colle Oppio, dal lato di via Labicana
Orari: 9.15 – 17.00
Venerdì, sabato e domenica

Turni di visita ogni 15 minuti

“Ci aggirammo tra le rovine della Casa di Nerone, in mezzo a campi di carciofi appena dissodati, e non potemmo fare a meno di riempirci le tasche di pezzi di granito e di porfido nonché di piastrelle di marmo che giacciono lì a migliaia, testimonianze inesauste dell’antico splendore delle pareti che ne erano rivestite.” (Johann W. Goethe, Viaggio in Italia)

L’imperatore Nerone dopo il devastante incendio del 64 d.C., che distrusse gran parte del centro di Roma, iniziò la costruzione di una nuova residenza, che per sfarzo e grandiosità passò alla storia con il nome di Domus Aurea. Progettata dagli architetti Severus e Celer e decorata dal pittore Fabullus, la reggia era costituita da una serie di edifici separati da giardini, boschi e vigne e da un lago artificiale, situato nella valle dove oggi sorge il Colosseo. I nuclei principali del palazzo si trovavano sul Palatino e sul colle Oppio ed erano celebri per la sontuosa decorazione in cui a stucchi, pitture e marmi colorati si aggiungevano rivestimenti in oro e pietre preziose. L’enorme complesso comprendeva, tra l’altro, bagni con acqua normale e sulfurea, diverse sale per banchetti, tra cui la famosa coenatio rotunda, che ruotava su se stessa, e un enorme vestibolo che ospitava la statua colossale dell’imperatore nelle vesti del dio Sole. Dopo la morte di Nerone i suoi successori vollero cancellare ogni traccia dell’imperatore e del suo palazzo. I lussuosi saloni vennero privati di rivestimenti e sculture e riempiti di terra fino alle volte per essere utilizzati come sostruzioni per altri edifici. Le parti oggi visitabili sono quelle sul colle Oppio: ambienti probabilmente destinati a feste e banchetti che furono interrati rimanendo sconosciuti sino al Rinascimento. Solo allora, dopo alcuni ritrovamenti fortuiti, artisti appassionati di antichità come Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello e Giulio Romano iniziarono a calarsi dall’alto in quelle “grotte sotterranee”, per copiare i motivi decorativi che esse conservavano e che, proprio dalla loro collocazione, presero il nome di “grottesche”. Ancor oggi il termine di “pittura a grottesche” è utilizzato per indicare un genere, diffuso soprattutto nel XVI secolo, che riprende, rielaborandoli e reinterpretandoli in maniera ludica e fantasiosa, i motivi della decorazione parietale romana. Il recente sistema di illuminazione della Domus Aurea si avvale delle più recenti tecnologie LED, che garantiscono un’illuminazione ottimale ed efficiente dal punto di vista energetico. Il concept di illuminazione mira a ricreare la sensazione di rivelazione vissuta dai primi esploratori che utilizzavano torce o candele per illuminare la struttura dopo 1.400 anni di oblio. Per raggiungere questo obiettivo e garantire al contempo la conservazione del monumento, i livelli di illuminazione sono mantenuti bassi, permettendo agli occhi dei visitatori di adattarsi gradualmente mentre si spostano attraverso gli spazi illuminati da una luce calda e costante (2700K). Eccezioni sono fatte negli ambienti in cui è stato ricreato l’effetto della luce diurna. Nonostante il sistema di illuminazione attuale offra una luminanza superiore rispetto all’impianto originale, la distribuzione della luce è stata notevolmente migliorata, permettendo di illuminare anche i soffitti e rivelare affreschi precedentemente nascosti. Gli apparecchi Kona sono stati personalizzati in base al luogo d’installazione. All’ingresso, gli apparecchi regolabili sono nascosti in un alloggiamento di acciaio corten personalizzato e montato a pavimento, che illumina l’antica struttura muraria senza abbagliamento. Questo approccio all’illuminazione rispetta l’importanza storica e artistica della Domus Aurea, offrendo al contempo un’esperienza unica e affascinante ai visitatori. La visita è una vera e propria esperienza immersiva, un’autentica odissea temporale, un’esperienza cognitiva ed emotiva inedita nel panorama delle tecnologie applicate ai beni culturali. Il cantiere della Domus Aurea offre ai visitatori audaci soluzioni multimediali, mirate a valorizzare l’aspetto scientifico del restauro e a proporre un progetto site-specific di realtà immersiva e narrazione visuale. Questi interventi arricchiscono l’esperienza del pubblico attraverso l’impiego di installazioni multimediali all’avanguardia, che sfruttano tecnologie quali il videomapping su ampie superfici e la realtà virtuale. Le guide, molte delle quali archeologi che lavorano attivamente nel cantiere di scavo, dimostrano una conoscenza approfondita e dettagliata del contesto storico, artistico e architettonico della struttura, rendendo la visita un’avventura educativa e stimolante. Illustrano con maestria e con grande trasporto le scoperte più recenti, i metodi di scavo e le sfide affrontate nella conservazione e nel restauro del prezioso monumento. La loro empatia nel comunicare le complessità del sito, unita all’uso di terminologia accurata e specifica, contribuisce a creare un’atmosfera di autenticità e rispetto per il patrimonio storico e culturale che si cela dietro ogni angolo.Promosso dal Parco archeologico del Colosseo e prodotto da Electa, il progetto di Stefano Boeri Architetti per il nuovo ingresso alla Domus Aurea e la passerella pedonale verso la Sala Ottagona  permette ai visitatori di immergersi nelle profondità della Villa neroniana e scoprire le stratificazioni storiche degli ambienti ipogei. La passerella, situata in una galleria scura, guida i visitatori attraverso un percorso illuminato che narra la storia delle rovine e culmina nell’oculo della Sala Ottagona. Diviso in tre sezioni (Vestibolo, Via Lattea e Approdo), il percorso collega il parco di Colle Oppio all’antico piano della Sala Ottagona. L’intervento, autonomo e autoportante, rispetta l’ambiente circostante e presta particolare attenzione alle procedure di costruzione in un contesto delicato, utilizzando tecniche artigianali e manuali per evitare danni alle strutture esistenti. Il portale d’ingresso mette in risalto l’accesso dal parco di Colle Oppio, con un sistema di aperture e chiusure che incorporano serramenti mobili e impianto di sicurezza. Materiali come lamiera d’acciaio nera zincata e verniciata e dettagli in bronzo spazzolato sono utilizzati per creare contrasto. Il Vestibolo ospita un bookshop e la biglietteria, affacciandosi su una vetrata che offre una vista panoramica sulla passerella illuminata come una Via Lattea. Il sistema di accoglienza e la preparazione del personale di vigilanza della struttura merita altrettanta lode. L’organizzazione della visita è stata impeccabile, dalla prenotazione online alla gestione dei gruppi . Imperdibile. Qui per prenotare la visita.