“Ombra compagna” – Lisette Oropesa canta Mozart

Wolfgang Amadeus Mozart: “A Berenice – Sol nascente” KV 70, “Alcandro, lo confesso – Non so d’onde viene” KV 294, “Bella mia fiamma – Resta, oh cara” KV 528, “Vorrei spiegarvi, oh Dio!” KV 418, “Chi sà, chi sà, qual sia” KV 582, “Misera, dove son!” KV 369, “Voi avete un cor fedele” KV 217, “Ah, lo previdi” KV 272, “Vado ma dove? oh Dei!” KV 583, “Ah se in ciel, benigne stelle” KV 538. Lisette Oropesa (soprano), Il Pomo d’oro, Antonello Manacorda (direttore). Registrazione: Himmelfahrtskirche, Munich-Sendling, agosto 2020. 1 CD Pentatone PTC5186 885
Lisette Oropesa si è fatta apprezzare come uno dei soprani di coloratura più interessanti della sua generazione. La cantante statunitense di origini cubane si è affermata sulle scene internazionali grazie a una funambolica facilità di canto unita a un timbro assai piacevole che ne hanno fatto interprete d’elezione per i ruoli più leggeri del repertorio belcantistico. Il repertorio mozartiano ha svolto un ruolo non secondario nella carriera della Oropesa a cominciare dal debutto al Metropolitan nel 2007 come Susanna e proprio al compositore di Salisburgo è dedicato il primo recital discografico della cantante.
Il programma proposto esclude brani tratti da opere liriche e si concentra sulle arie da concerto. In realtà sono presenti due tipologie di brani solo in parte assimilabili dall’uso come testi di brani tratti da celebri opere del repertorio settecentesco: le arie da concerto propriamente dette di norma di più ampie proporzioni, maggiormente strutturate al loro interno e in se concluse come brani autonomi e le arie da baule destinate a essere inserite in opere altrui in base al gusto dei cantanti e che non richiedono quell’autosufficienza delle prime essendo destinate al contesto teatrale.
I brani scelti coprono tutta la produzione artistica mozartiana dagli anni giovanili alla piena maturità e facilmente si riconosce un filo conduttore che attraversa tutta questa produzione. Una profonda teatralità, una capacità di far emergere il gioco degli affetti, una sincerità espressiva che travalica la natura spesso occasionale dei brani per trovare una propria autentica ispirazione.
La Oropesa è accompagnata per l’occasione da un complesso di ben noto valore come Il Pomo d’oro sotto la direzione di Antonello Manacorda. Quella fornita è una prova di altissima qualità. Direttore e orchestra eccellono per la qualità timbrica e coloristica, per la varietà ritmica e dinamica dell’accompagnamento, per una forte vitalità teatrale sempre collocata in una lettura estremamente nitida e rigorosa che predilige sonorità asciutte e nervose in questo sposandosi alla perfezione con il canto della Oropesa.
La scelta dei brani si apprezza per l’originalità andando ad escludere pagine note per concentrarsi su altre di più rara esecuzione. Il più celebre tra quelli proposti è “Vorrei spiegarvi, o Dio sicuramente una delle arie da concerto più note ed eseguite di Mozart e in cui la Oropesa si fa apprezzare per un taglio interpretativo decisamente personale che rinuncia alla ricerca di purezze sonore iperuranie per darne una lettura più concreta, palpitante e teatrale e non scordiamoci che il brano viene tratto da dramma giocoso “Il curioso indiscreto” e non da un’astratta opera seria.
Il primo brano è anche il primo composto da Mozart, la grande scena A Berenice…Sol nascente in cui un’aria originariamente prevista per il “Vologeso” di Sarti viene riadattata a scopo celebrativo per l’arcivescovo di Salisburgo Sigismund von Schrattenbach. Il brano presenta un lungo recitativo forse ancora un po’ scolastico ma già capace di rendere la solennità del contesto che l’ottima dizione della Oropesa rende al meglio cui segui un’aria caratterizzata da lunghi fiati e da rapidi passaggi di colorature, tutti elementi che esaltano alla perfezione il luminoso virtuosismo della cantante.
Il versante espressivo permette di distinguere due tipi di arie, quelle tratte o che comunque rimandano all’ambito espressivo dell’opera seria e quelle di carattere più borghese legate al genere emergente del dramma giocoso.
Le prime accompagnano la riflessione mozartiana sul genere e si affiancano alle varie tappe tramite cui Mozart e acquisito e rinnovato l’opera seria. I testi sono tratti da libretti al tempo molto noti – diversi di Metastasio – e in esse sentiamo già l’impostazione vocale ed espressiva delle eroine tragiche quali Elettra o Vitellia. I recitativi sono più sviluppati – anche più che nei paralleli operistiche avendo qui la forma di accompagnati dall’orchestrazione assai ricca – e il canto punta decisamente al virtuosismo. La luminosa sericità timbrica e la naturalezza nei passaggi più impervi fanno brillare la luminosa Ah se in ciel, benigne stelle mentre in brani espressivamente più intensi come Misera, dove son!” o “Ah, lo previdi si nota un canto assai espressivo e un ammirevole uso di una coloratura mai fine a se stessa ma sempre calata nel taglio espressivo del brano. In alcuni punti le qualità tecniche non nascondono un corpo vocale forse un poco leggero per questi brani che richiederebbero una vocalità più da drammatico d’agilità che da lirico di coloratura.

I brani che utilizzano testi tratti da drammi giocosi rivedono Mozart alle prese con l’amico Da Ponte – le due arie per “Il burbero di buon cuore” di Martín y Soler) oppure testi di Goldoni. L’ambiente espressivo è assai prossimo a quella della trilogia e infatti non risulta difficile immaginarsi Susanna o Zerlina alle prese con questi brani. Rispetto ai brani seri il taglio e meno virtuosistico e più giocato sul dato espressivo. La Oropesa sfrutta qui la piacevolezza del timbro, l’ottima dizione, il gioco dei colori e degli accenti tratteggiando momenti perfettamente compiuti da ogni punto di vista. In questi brani la Oropesa mostra anche un settore grave ricco e sonoro non così scontato per questa tipologia vocale.
Un debutto discografico quindi ottimamente riuscito e che offre anche un ascolto decisamente corposo in termini di durata – oltre ottanta minuti di musica – per il diletto degli ascoltatori.