La Quinta domenica dopo la Pasqua, prende il nome di Dominica Rogate”, termine che in latino significa “pregate”. Qui il termine viene interpretato come “richiedere”, “domandare”, connesso alle pratiche delle “Erogazioni”, ovvero preghiere straordinarie che nei quattro giorni precedenti la festa dell’Ascensione venivano recitate, generalmente nelle campagne, durante processioni con lo scopo di ottenere le benedizioni di Dio sulle messi e sui frutti della terra e conseguentemente un buon raccolto. Una pratica d origine che si riconnettava ai riti della Roma pagana che per tre giorni consecutivi, durante il mese di maggio, venivano celebrati in onore di Cerere la dea dell’Agricoltura e che prevedevano sacrificio di tre vittime: unl maiale, una pecora e un toro. Le feste popolari connesse a questa pratica prendevano il nome di “Rubigalia”, dal momento che coronavano con la visita al tempio Rubigus, il dio della brina. La pratica Cristiana dell’Erogazione è testimoniata già dai tempi di Gregorio Magno, ma sicuramente più antica, consisteva nei primi tempi nelle recite delle litanie dei Santi che sostituirono la pratica pagana delle “Rubigalia”.
Litanie che nella Chiesa romana erano dette “maggiori” per distinguersi dalle altre denominate “minori” che si erano diffuse nelle Gallie dove le processioni delle Rogazioni aveano incontrato una particolare fortuna.Nella Dominica Rogate, o delle Rogazioni, la liturgia non si stacca dallo spirito che precede la Pentecoste, periodo di attesa dello Spirito Santo, “Spirito di verità, di giustizia, di giudizio” come dice il Vangelo di Giovanni (capitolo 16 vers.23-30) che è alla base della prima di due Cantate di Johann Sebastian Bach per questa domenica. Parliamo di “Wahrlich, wahrlich, ich sage euch” Bwv 86, eseguita per la prima volta a Lipsia il 14 maggio 1724. La cantata inizia con “In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa
al Padre nel mio nome, egli ve la darà”. Sono parole di Cristo e secondo la logica bachiana, sono affidate alla voce di basso che le intona nell’arioso che apre la Cantata. La scrittura vocale e quella strumentale procedono alla stesso modo, sicchè la struttura generale è quella di un Mottetto a voce sola, in stile arcaico e fugato. L’aria successiva, tripartita, affidata alla voce contralto, si apre al virtuosismo di un violino solista, impegnato in una lunga sequenza di accordi spezzati. Il nr.3 è la elaborazione di un Corale affidato alla voce di soprano, in forma di “lied” su tessuto contrappuntistico affidato a 2 oboi d’amore. Un recitativo, un’aria bipartita cantata dal tenore e un Corale, chiudono la partitura che ha complessivamente un carattere improntato alla semplicità.
Nr.1 – Arioso (Basso)
In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa
al Padre nel mio nome, egli ve la darà
Nr.2 – Aria (Contralto)
Io voglio davvero cogliere le rose,
Anche se mi pungerò con le spine.
Perché io confido
Che le mie preghiere e le mie suppliche
Giungono certamente al cuore di Dio
Perchè me lo promette la Sua parola
Nr. 3 Corale (Soprano)
E ciò che Dio, eterno e misericordioso,
Ha promesso con la Sua parola
E giurato sul Suo nome,
Senza dubbio lo manterrà e lo darà.
Ci aiuti Egli ad unirci alle schiere degli angeli
Per mezzo di Gesù Cristo, amen.
Nr.4 – Recitativo (Tenore)
Dio non si comporta come il mondo,
Che molto promette e poco mantiene;
Ciò che Egli promette deve accadere
Così che vi possiamo ammirare la Sua gioia
E il Suo compiacimento.
Nr.5 – Aria (Tenore)
L’aiuto di Dio è certo;
Se pure il Suo aiuto dovesse tardare
Non per questo ci verrà negato.
Perché è la Sua parola che lo assicura:
L’aiuto di Dio è certo!
Nr.6 Corale (Coro)
La speranza attende il tempo
Promesso dalla parola di Dio,
Quando questo arriverà, per la nostra gioia,
Dio non stabilisce il giorno.
Egli sa bene quale è il momento giusto,
E non usa con noi alcun crudele inganno;
Per questo dobbiamo avere fiducia in Lui.
Traduzione di Alberto Lazzari