Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, 85° Festival del Maggio Musicale Fiorentino
“DON GIOVANNI”
Dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni LUCA MICHELETTI
Il Commendatore ADRIANO GRAMIGNI
Donna Anna JESSICA PRATT
Don Ottavio RUZIL GATIN
Donna Elvira ANASTASIA BARTOLI
Leporello MARKUS WERBA
Masetto EDUARDO MARTÍNEZ
Zerlina BENEDETTA TORRE
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Zubin Mehta
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Regia Giorgio Ferrara ripresa da Stefania Grazioli
Scene Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo
Costumi Maurizio Galante
Luci Fiammetta Baldiserri
Allestimento del Festival dei Due Mondi di Spoleto
Firenze, 6 maggio 2023
Lussuosissimo questo Don Giovanni fiorentino. A partire dalle scene di rassicurante bellezza, firmate dalla coppia Ferretti-Lo Schiavo: vasto androne settecentesco scorciato, stuccato d’intonaco strehlerian-frigeriesco, che può essere popolato di colonne variamente disposte, di altrettanti cipressi, oppure di avelli e lapidi, ma in ogni caso si conclude con un fondale dipinto nella cui lontananza si scorge, fra la vegetazione, la palladiana Villa Capra, per tutti la Rotonda, qualcosa di più che una citazione al film di Losey. Costumi cangianti e coloratissimi di Maurizio Galante: piuttosto settecenteschi, eccetto il Duca Ottavio, abbigliato alla moda fiamminga del secolo precedente, e le due dame, orientate più ad una sobrietà stile impero. Eleganti nella loro discrezione e mai banali le luci di Fiammetta Baldiserri. La regia di Giorgio Ferrara, ripresa da Stefania Grazioli, fa del vasto androne una candida gipsoteca, le cui sculture velate si rivelano essere i personaggi. Più statuario di tutti è il Commendatore, naturalmente: un busto di impressionanti dimensioni ispirato al naturalismo tardo ellenistico e poi romano.Il protagonista è Luca Micheletti. In lui, cantante e attore si fronteggiano in una gara appassionante: il cui esito è ben difficile a stabilirsi. La voce è generosa di morbidezze, pastosa, duttile, veramente di raro fascino: che cosa diventa la carezzevole serenata! Il fraseggio vibrante, originale, esuberante, si accompagna ad una presenza scenica altrettanto colma di vitalità, facendo di Don Giovanni un ruolo ideale per Micheletti e di Micheletti un interprete ideale per Don Giovanni. Accanto a lui il luminoso ed elegantissimo Leporello di Markus Werba. Il rapporto fra i due, chi debba essere più basso e chi più baritono, lo si può esplorare con una certa disinvoltura. Come dimostra il bel catalogo di tutte le coppie Don Giovanni-Leporello succedutesi a Firenze, redatto con minuziosa cura da Giovanni Vitali nel programma di sala. Unica voce di autentico basso resta quindi quella del Commendatore, Adriano Gramigni, scurissima e tonante.
Al netto di qualche lieve oscillazione, Jessica Pratt resta una Donna Anna sontuosa: voce di grande volume, piena, densa, brillante e, come da lei legittimamente ci si attende, sicurissima nelle agilità.
Soverchiante personalità dimostra Anastasia Bartoli con la sua appassionatissima Elvira, che viaggia su una voce di notevole volume, ricca di armonici, omogenea su tutti i registri e solidissima. Ruzil Gatin è un Ottavio di squisita musicalità, dalla voce in maschera perfettamente proiettata: e se è impeccabile all’ascolto, l’interprete, come del resto il personaggio, risulta un poco scialbo. La coppia contadina è composta da Eduardo Martínez e Benedetta Torre: chiare e fresche voci entrambe, ma se il primo è capace di accenti popolani, la seconda ha tutt’altro contegno. Che può presto condurla a ruoli da prima donna, non buffa; si aggiunga poi l’argomento non trascurabile di una peculiare e fascinosissima venatura malinconica a screziare la netta voce italiana. Nella direzione di Zubin Mehta spira aria di placida maestà: come di consueto ultimamente, i tempi sono generalmente larghi, permettendo una più analitica percezione della filigrana orchestrale. Ma con il costante rischio di sfilacciarsi se la tensione drammatica non intervenga a sostenerli. Sempre di ottimo livello si confermano i complessi del Maggio. Foto Michele Monastra