Bologna, Comunale Nouveau: “Le nozze di Figaro”

Bologna, Comunale Nouveau, Stagione Opera 2023
“LE NOZZE DI FIGARO”
Dramma giocoso in quattro atti di Lorenzo da Ponte da La Folle Journée, ou le Mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Musica Wolfgang Amadeus Mozart
Figaro DAVIDE GIANGREGORIO
Susanna ELEONORA BELLOCCI
Il Conte d’Almaviva VITO PRIANTE
Cherubino CECILIA MOLINARI
Bartolo FRANCESCO LEONE
La Contessa d’Almaviva MARIANGELA SICILIA
Marcellina LAURA CHERICI
Basilio PAOLO ANTOGNETTI
Don Curzio CRISTIANO OLIVIERI
Antonio DARIO GIORGELÈ
Barbarina PATRICIA DANIELA FODOR
Due contadine CHIARA SALENTINO, ROSA GUARRACINO
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Martijn Dendievel
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Regia e scene Alessandro Talevi
Costumi Stefania Scaraggi
Luci Teresa Nagel
Videomaker Marco Grassivaro
Coreografo e assistente alla regia Danilo Rubeca
In collaborazione con la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”
Nuovo allestimento del Teatro Comunale di Bologna
Bologna, 20 maggio 2023
Il nuovo allestimento delle Nozze di Figaro prodotto dal Comunale di Bologna è forse il più felice di questa stagione, almeno sin qui. Il capolavoro ha con la propria fonte letteraria un rapporto specialissimo, fatto che contribuisce a rendere quest’opera un prodotto stilisticamente eccentrico per il suo tempo: di “un quasi nuovo genere di spettacolo” parla infatti lo stesso Da Ponte. Per questo, forse, è così convincente la direzione presa dal regista Alessandro Talevi, che si è dedicato ad un affinato lavoro di micro recitazione, che come ovvio emerge con particolare evidenza nei recitativi. Si deve anzitutto riconoscere che lo spettacolo scorre, funziona; poi si possono avanzare distinguo di gusto.Per esempio. Non manca il sense of humor: con trovate irresistibili, come l’inserimento del povero Bartolo fra le battibeccanti Susanna e Marcellina, ed altre che si spingono oltre il bon ton operistico, come il metro laser di Figaro che nella fantasia persecutoria del Conte si trasforma in una spada laser.Talevi firma anche le scene: per le pareti bianche ma ruvide su cui si stagliano il mobilio scuro e i trofei di caccia del conte si indebita con Ponnelle, con Frigerio invece per la luce filtrante dagli ampi finestroni. Ci sono allestimenti di cui è veramente difficile liberarsi del tutto, ma non c’è niente di male: al contrario. La direzione di Martijn Dendievel, vivissima, scintillante, agile, elastica, lubrifica l’azione. Il gesto è generoso e loquace, esuberante. Prestigioso il cast. A cominciare dalle sfarzose voci della coppia nobile. Mariangela Sicilia è una Contessa, come si conviene, di grande garbo e dignità. La voce generosissima di armonici, voluminosa e tornita, produce un autentico incanto con i dolcissimi filati di Dove sono i bei momenti. Vito Priante le fa il paio per il timbro morbido e sontuoso, aggiungendovi la verve che gli è propria. Se sia più Figaro o Conte è questione di temperamento, e di gusto: comunque non vocale. Resterebbe, in ogni caso, una speculazione piuttosto sterile, tali e tante essendo le sue qualità di cantante e di attore. La coppia servile è composta invece dalla limpida e squillante ma assai corposa voce di Eleonora Bellocci, e da quella, meno polposa ma ben salda e proiettata, di Davide Giangregorio. Cecilia Molinari è un ottimo Cherubino: cantato con freschezza da una voce per sua natura un poco più scura, e che quindi non ha bisogno di insistere sul proprio colore, né lo fa. Al Bartolo di Francesco Leone sono riservati, come si accennava, alcuni tra i momenti più divertenti dello spettacolo, ma oltre allo spirito c’è una voce di grande volume e spessore. Con lui, la sua tiranna Marcellina è uno dei personaggi più e meglio caratterizzati: e l’aguzza voce di Laura Cherici ne sa efficacemente mutare l’antipatia iniziale in affettuosa e giocosa complicità. Lucente e sonoro il Basilio di Paolo Antognetti e bella anche la voce di Patricia Daniela Fodor nella parte, di invidiabile bellezza, di Barbarina. Divertenti, ma senza eccedere nelle loro gags, Cristiano Oliveri, Don Curzio, e Dario Giorgelè, Antonio. Spettacolo di indubbio pregio musicale, scenicamente divertente e fluido, e generosamente premiato dal pubblico.