Angela Hewitt al Teatro “Verdi” di Sassari

Sassari, Teatro Verdi – Stagione I grandi interpreti della Musica duemilaventitrè
Pianoforte Angela Hewitt
Domenico Scarlatti:  Sonate kk 1, kk 446, kk 531, kk 420; Johan Sebastian Bach: Suite inglese n°6 in re minore; Johannes Brahms: Sonata in Fa minore op.5
Sassari, 5 maggio 2023
Si avvia alla conclusione la stagione I grandi interpreti della Musica, organizzata a Sassari dalla Cooperativa Teatro e/o Musica, che da anni rappresenta una delle poche occasioni in città per poter ascoltare dal vivo musica d’arte eseguita in maniera eccellente e con un’apprezzabile varietà di repertorio. Da sottolineare inoltre la discreta risposta del pubblico che, dopo le ben note vicende sanitarie, ha ripreso ad “andare a teatro” con una frequenza che si avvicina a quella prepandemica.
Nel corso della programmazione, dedicata in prevalenza a virtuosi, ensemble e repertori per strumenti ad arco, abbiamo avuto modo di apprezzare ottimi violinisti come Julian Rachlin e Kirill Troussov, ben accompagnati da Itamar Golan e Alexandra Trussova, e siamo rimasti sinceramente ammirati dallo straordinario talento di Ettore Pagano, violoncellista giovanissimo ma di una maturità e sicurezza interpretativa semplicemente sbalorditive. Interessanti anche due appuntamenti di musica antica, con ensemble specializzati nell’esecuzione storicamente informata come La Venexiana e Modo Antiquo, che hanno dato una lettura originale, con interventi extramusicali, in monografie dedicate a Claudio Monteverdi e Antonio Vivaldi. Da sottolineare inoltre il prezioso omaggio a György Ligeti di Andrea Ivaldi che, alla guida dell’ottimo complesso strumentale della Cooperativa, ha concertato e diretto con sicurezza ed eccellente sensibilità un programma raro nel panorama nazionale e veramente trascendentale nelle difficoltà tecniche e d’insieme, grazie anche all’impeccabile prestazione di Federico Pulina nel Concerto per pianoforte.
Angela Hewitt, interprete che non ha certo bisogno di presentazioni e ben conosciuta dal grande pubblico, mette quindi il sigillo a una stagione con vari motivi d’interesse e lo fa da par suo, con un bel programma e un cuore costituito dall’amatissimo Bach, di cui la pianista canadese è esecutrice con pochi rivali. Senza volersi addentrare nell’eterna querelle sull’esecuzione di musiche per clavicembalo al pianoforte (chi vi scrive pensa che si tratti di un’operazione, assolutamente legittima, di trascrizione-traduzione ma, in fin dei conti, quale “vera” interpretazione non lo è?) il metro alla fine non può che essere la ricerca di una poetica della “bellezza logica” che, alla fine, costituisce la reale autenticità di qualunque esecuzione musicale. Tra i due percorsi fondamentali dell’imitazione cembalistica o della traduzione coloristica sul proprio strumento, la Hewitt sceglie una sua strada che non è di compromesso ma di vera e propria sintesi. Difficile non pensare cembalisticamente sentendo l’attacco del tasto, l’abile e sobrio utilizzo del pedale, l’articolazione nitida e il controllato sviluppo degli abbellimenti, tutte caratteristiche che hanno testimoniato la brillantezza e il carattere delle sonate di Scarlatti, eseguite in studiata successione con precisione e varietà di colori, come fossero movimenti coerenti di un unico brano. Ma è stato nella profondità della Suite di Bach che si è potuto apprezzare al meglio lo straordinario controllo tecnico ed espressivo della Hewitt; l’equilibrio delle voci, il nitore nella condotta delle parti e l’eleganza dell’agogica, capace di portare le frasi sempre con varietà e interesse, sono veramente un punto di riferimento. Bellissimi in particolare lo sviluppo del preludio e l’intensità della Sarabanda: due culmini difficilmente dimenticabili cui ci sarebbe d’aggiungere l’incantevole aria dalle Variazioni Goldberg, eseguita come bis.Anche nella sonata di Brahms la Hewitt fa ben valere le sue doti, sposando intelligentemente l’aspetto maggiormente adatto al suo bagaglio: un’esecuzione levigata, attenta al dettaglio dinamico, curatissima nelle sfumature, efficace soprattutto nel secondo e quarto movimento. Si tratta di un’opera strutturalmente assai complessa che forse avrebbe richiesto un maggior peso in alcuni episodi e uno sguardo generale nella logica formale più stringente; comunque un’esecuzione personalmente originale e di ottimo livello.Meritato l’evidente successo del pubblico, in gran parte di abbonati, in attesa degli ultimi due appuntamenti della stagione: Gabriele Ragghianti e Danusha Waskiewicz con Andrea Rebaudengo.