Roma, Terme di Diocleziano: “Acqua nell’arte e arte dell’acqua” Fontane e Nasoni di Roma

Roma, Terme di Diocleziano
Via Enrico de Nicola, 78 
“ACQUA NELL’ARTE E ARTE DELL’ACQUA”
Fontane e Nasoni di Roma
a cura di Stephane Verger e Vincenzo Lemmo
Open 7 aprile – 31 maggio 2023 

Roma, 06 Aprile 2023

Se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.
(Loren Eiseley)

L’essenza vitale dell’acqua si è perpetuamente rivelata cruciale per il progresso delle attività umane, e l’uomo ha da sempre posseduto la salda consapevolezza dell’importanza di governare tale risorsa fondamentale per l’organizzazione degli spazi produttivi. Tuttavia, è stato all’interno della sofisticata cultura romana di età tardo-repubblicana e imperiale che si è sviluppata una politica normativa per la gestione delle sue molteplici applicazioni. Durante l’epoca romana, infatti, l’incremento delle necessità idriche ha condotto all’implementazione di metodologie innovative di approvvigionamento e all’elaborazione di una tecnologia idraulica complessa, volta non solamente alla risoluzione delle problematiche inerenti all’approvvigionamento ininterrotto dell’acqua, ma anche al drenaggio e allo smaltimento delle acque reflue. Roma, enigmatica metropoli che affonda le sue radici nell’antichità, ha sempre riconosciuto l’indispensabile valore dell’acqua come risorsa naturale per il benessere della popolazione, permettendo così l’espansione urbana e il progresso della civiltà. Chiunque visiti la città eterna rimarrà incantato dalla pervasiva presenza dell’elemento acqua, che scorre maestoso nel Fiume Tevere e nei suoi affluenti, si manifesta nelle raffinate fontane o sgorga dalle caratteristiche cannelle pubbliche, affettuosamente soprannominate “Nasone”. Goethe, nel suo memorabile viaggio in Italia, rimase estasiato dalla straordinaria abbondanza di acqua fresca e pura nella capitale, un lusso impensabile per l’epoca nelle altre città europee, dove il sidro e la birra erano le bevande prevalenti. Contrariamente alle credenze popolari, non fu il vino, protagonista dei baccanali, a essere la linfa vitale dell’antica Roma, bensì l’acqua, elemento fondamentale per la vita e il progresso di una grande civiltà. La mostra “Acqua nell’arte e arte dell’acqua” organizzata con il supporto di ACEA, dal Museo Nazionale Romano e dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura di Roma, e curata dal Direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger e dall’archeologo Vincenzo Lemmo nella maestosa sede delle Terme di Diocleziano , intende rendere omaggio a questa tradizione attraverso l’esibizione di opere d’arte, reperti archeologici, progetti e fotografie storiche custodite presso Musei Nazionali e Comunali. L’esposizione si articola in due sezioni principali: L’arte dell’acqua, con la presentazione di peculiari reperti archeologici e un approfondimento sulle fontane storiche e i nasoni della capitale; L’acqua nell’arte, con l’inclusione di manufatti artistici legati al tema dell’acqua ed alcuni ritrovati nell’acqua. Una porzione significativa di tali reperti è tutt’oggi preservata nei depositi del museo presso le Terme di Diocleziano e a Palazzo Massimo. La mostra offre, sovente per la prima volta, una disamina ponderata di questi manufatti, inerente a un progetto avviato dal Museo Nazionale Romano nel 2023 – Depositi (Ri)scoperti – il quale ambisce a divulgare al pubblico l’eredità celata delle collezioni del museo, in previsione di un’espansione e di una ristrutturazione del percorso espositivo permanente. La mostra va dunque intesa quale avvio di un iter di riscoperta delle collezioni, che già ci concede un’anteprima di ciò che costituirà la narrazione della città nei nuovi spazi destinati ad aprirsi nei prossimi anni presso le Terme di Diocleziano. Le manifestazioni dell’acqua nell’opera artistica romana sono innumerevoli e variano dalle creature mostruose che popolano i mari, quali le mitiche sirene omeriche, alle benevole ninfe, divinità minori e personificazioni di ruscelli, laghi e fonti. Un ruolo preminente è attribuito alla divinità che trae origine dall’acqua: Venere, denominata Afrodite dai Greci, evocando la spuma marina dalla quale, secondo la mitologia, sarebbe emersa. L’acqua, come fonte di vita, ma anche capace di restituire vitalità a manufatti sommersi e dimenticati: è il caso delle opere recuperate dagli abissi marini, come il maestoso cavallo di bronzo rinvenuto nelle acque laziali di fronte all’isola di Ponza, o dei tre volti emersi durante la costruzione degli argini del Tevere, testimoni simbolici delle migliaia di reperti scoperti nel corso dell’erezione dei muraglioni ottocenteschi e attualmente conservati nel Museo Nazionale Romano. Il legame simbiotico dei Romani con il mare è sapientemente racchiuso nella frase attribuita a Pompeo: “navigare necesse est, vivere non est necesse”; tale rapporto è ulteriormente raffigurato nelle numerose rappresentazioni a tema marino che decorano gli oggetti di uso quotidiano (applique, elementi di fontane, lucerne).L’allestimento si rivela di facile e immediata comprensione, grazie a un’esposizione lineare e una composizione degli spazi elegante e minimale. Tuttavia, esplorare il tema dell’acqua citandola unicamente attraverso i reperti potrebbe risultare un approccio circoscritto: l’inclusione di elementi visivi, quali proiezioni, e sonori, come il suono del fluire dell’acqua, avrebbe arricchito il percorso espositivo, rendendolo più completo e coinvolgente. In tal modo, il pubblico avrebbe potuto sperimentare non solo l’evocazione dell’acqua, ma anche una percezione più immersiva e avvolgente. Una mostra da visitare dunque che rende onore ad un’istituzione che ambisce a rivoluzionare il panorama spesso generalista e sensazionalistico di molti allestimenti , presentando materiali inediti e valorizzando la collezione attraverso la riscoperta e la messa in luce di preziosi reperti, celati fino ad ora nei magazzini, e quindi di maggiore fascino e suggestione. Qui per tutte le informazioni.