Milano, Teatro degli Arcimboldi: Les Ballets de Trockadero de Monte-Carlo

Milano, Teatro degli Arcimboldi, Stagione 2022/23
LES BALLETS DE TROCKADERO DE MONTE CARLO
Coreografie da Lev Ivanovich Ivanov, Alexander Gorsky, George Balanchine, Michel Fokine, Leonid Lavrovsky
Musiche di Pëtr Il’ic Ca ajkovskij , Antonio Vivaldi, Camille Saint-Saens, Charles Gounod
Compagnia Les Ballets de Trockadero de Monte Carlo
Artistic Director Tory Dobrin
Executive Director Liz Harler
Associate Director Isabel Martinez Rivera
Milano, 15 aprile 2023
“Sulle note della musica di Glazunov per Raymonda, una ballerina attraversa il palco in nuvole di tulle. […] Si alza estatica, e con goffa grazia, fino alla punta dei piedi calzati di raso. Le sue braccia muscolose accarezzano l’aria. Grandi salti alati flettono e gonfiano i muscoli sporgenti delle sue gambe. Mentre balla, il sudore le cola lungo la fronte, poi lungo il collo forte e il petto villoso. «Il balletto è donna», ha detto George Balanchine, e questo ballerino maschio lo prende fervidamente in parola”. Con queste parole inizia un articolo uscito sul New York Times il 2 marzo 1975. Da pochissimo la compagnia del Trockadero si era formata ed era andata in scena nell’ambiente del Off-Off Broadway. Non è il sempre citato – più citato che letto, crediamo – articolo del New Yorker di Arlene Croce, una delle più importanti critiche di danza americane, che consacrò il successo della compagnia, tanto che anche nell’articolo del New York Times da noi riportato si scrive: “Arlene Croce, critico di danza del New Yorker, ha recentemente elogiato la compagnia […] definendola «accurata ed esilarante», arrivando al punto di descrivere un membro della troupe, Anthony Bassae, come «una great ballerina»”. Arlene Croce analizza in maniera molto acuta la situazione, e ci fa capire come mai Les Ballets de Trockadero de Monte Carlo ancora esiste, nascendo da membri dissidenti del precedentemente fondato Trockadero Gloxina Ballet, e per cui oggigiorno ignoriamo sia esistito: “è assiomatico che in ogni parodia più seri si è e più divertenti si sarà. Il Gloxina […] è serio solo per quanto riguarda le cose inessenziali – makeup, parrucche, gioielli e costumi. […] Ma le sue coreografie, che non hanno attribuzioni, non sono né imitazione né invenzione”; mentre il Trockadero de Monte Carlo rispetta quel canone di serietà così semplicemente illustrato da Croce. Tornando all’articolo del New York Times, il giornalista commenta in chiusura: “In questo momento è difficile dire se quello che fanno i Trockadero sia teatro, perversa auto‐esibizione, vaudeville d’avanguardia o, anche marginalmente, danza. Non è ancora danza in termini di movimento, di gesto intrinsecamente interessante per forma e dinamica. […] Tuttavia, la conoscenza di questi travestiti della loro materia è enorme, ampia, piena di intuizioni e dettagli osservati abilmente. Quello che stanno offrendo, a questo punto, penso, è un commento di danza astuto, un meraviglioso mondo dello spettacolo, e in termini di politica sessuale, solo un’arma mascherata da scherzo”. Potrebbe esser realistico il dubbio estetico sollevato, visto che anche Croce riferisce che solo due dei soli cinque componenti della compagnia potevano salire sulle punte, e che “in generale non è tecnicamente più avanzata rispetto al Gloxina”, specificando subito però che “è solo molto – molto di più – attenta e fedele ai suoi modelli”.
Comunque sia, il successo, gli anni e la serietà di questa compagnia l’hanno fatta divenire meravigliosa, e dimostra come, una volta posta una regola, essa possa essere saltata. Viene definita una compagnia irriverente e dissacrante, ma noi abbiamo visto solo un grande rispetto, per la danza, per la sua tecnica, e per le piccole e grandi manie di tutti coloro che popolano questo mondo. Non portano in scena una buffoneria qualsiasi, solo finti errori o cadute, ma una grande saldezza tecnica innerva tutti i loro spettacoli, oltre ad una profonda conoscenza delle coreografie e degli stili che vanno a parodiare; andando così a rinsaldare quello che era forse un loro punto di debolezza. Solo così, infatti, oggi riescono ad esasperare magnificamente ogni aspetto della danza, come le sinuosità dei port de bras de Il lago dei cigni o della Morte del cigno della Pavlova, oppure i movimenti dei balletti neoclassici, parodiando le mosse di Balanchine, fino ad arrivare ad amplificare all’inverosimile il dramma delle coppie male assortite, con pas de deux in cui il ballerino è basso e minuto mentre la ballerina alta e forte.
Del loro repertorio, stanno portando ora: Swan Lake-Atto II, Go For Barocco, Vivaldi Suite, Valpurgeyeva Noch (“Walpurgisnacht”), Paquita. Tra questi, per ogni data, metteranno in scena tre brani di questo repertorio, ma con due brani extra a sorpresa. In questa serata hanno scelto uno dei loro pezzi più famosi, la Morte del cigno. Proprio questa manifesta la personalità di questa compagnia ben fotografata da Croce, che è presente non solo nella parodia, ma anche nella trovata di far cadere dal tutù della ballerina, pian piano, ad ogni momento, delle penne, che poi il cigno cerca di raccogliere quando la morte gli si presenta davanti, e ci porta a domandarci: quelle penne come fanno a cadere così, con costanza e precisione ad ogni movimento?
Il cast è stato tutto da applaudire, com’è avvenuto. Ma tra tutti teniamo a sottolineare una great – ma davvero great – ballerina, Takaomi Yoshino, che ha davvero saputo sublimare quel concetto di astrazione di Croce. Con un bellissimo equilibrio tra ironia e grande grazia, ha danzato un pas de deux del Lago dei cigni grandioso, e una variazione sensibilissima, che credo avrebbe potuto fare invidia a parecchie prima ballerine “reali” – anche se forse non lo ammetterebbero mai!
Terminiamo con l’interessante articolo di Croce, perché “guardare i due Trockaderos mi ha costretto a rispondere ad alcuni aspetti sul sesso per quanto riguarda il balletto. È in parte perché una ballerina non è una donna, ma un’astrazione, che il balletto attrae un gran numero di omosessuali […] Naturalmente, se credete che l’essere potente e supremamente teatralizzato sulla scena sia la Donna, non capirete mai molto delle donne vere. E, come quelle femministe che credono che la danza calunni le donne, non capirete mai molto neanche di balletto”.
Prossime repliche in Italia: Rovigo, Teatro Sociale – 18 aprile; Cremona, Teatro Ponchielli – 19 aprile; Ferrara, Teatro Comunale – 20 aprile; Legnago, Teatro Salieri – 22 aprile; Belluno, Teatro Comunale – 23 aprile. Foto Zoran Jelenic