Dosso Dossi e il Sublime Fregio di Enea: Un’Esplorazione Artistica nella Galleria Borghese

Galleria Borghese
Piazzale Scipione Borghese 5,

00197 Roma, Italia
Tel. +39 068413979
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“DOSSO DOSSI. IL FREGIO DI ENEA” 
a cura di Marina Minozzi

Roma, 03 Aprile 2023

Ciò che non otteneva con la linea, il Dosso tentava di ottenere mediante i colori, perfino la violenza del moto passato dalle figure alle cose. E, nonostante il cartone di Raffaello, anche più tardi, il Ferrarese, dipingendo in parte il San Michele, «ex voto» di Alfonso I d’Este, […], per il recupero della città dalle mani del Papa, non riescì se non negli effetti coloristici, nei lampeggiamenti della corazza, nei contrasti di luce ed ombra, a ottenere agitazione di elementi, e, meravigliando, abbacinando, energia. “(Adolfo Venturi su Dosso Dossi)

Dal 4 aprile all’11 giugno 2023, gli amanti dell’arte avranno l’opportunità di immergersi nell’affascinante mondo pittorico di Dosso Dossi grazie all’inedita esposizione intitolata “Dosso Dossi: Il Fregio di Enea”, curata da Marina Minozzi e ospitata all’interno della prestigiosa Galleria Borghese. Per la prima volta nella storia, cinque delle dieci tele che costituiscono il celebre fregio saranno riunite in un’unica sede, offrendo al pubblico l’occasione di contemplare il genio artistico del grande pittore ferrarese. Realizzato tra il 1518 e il 1520 per il Camerino d’Alabastro del Duca Alfonso I d’Este a Ferrara, il fregio di Enea di Dosso Dossi rappresenta un capolavoro di maestria pittorica e di raffinatezza estetica.
Dosso condusse gran parte della sua esistenza a Ferrara, a partire dal 1512, quale pittore di corte al servizio dei duchi Alfonso I ed Ercole II. Per i principi, egli si dedicò non soltanto all’arte pittorica, ma anche alla realizzazione di grandiosi allestimenti che costellavano gli intrattenimenti e le cerimonie ducali, di arazzi, di scenografie teatrali e persino del design di stendardi e decorazioni per le fastose imbarcazioni principesche. Fu un artista diligente nello studio degli sviluppi della pittura coeva, che approfondì nel corso di svariati peregrinaggi. La sua rinomanza si estese rapidamente, al punto che fu invitato a lavorare anche al di fuori di Ferrara, ad esempio presso la Villa Imperiale di Pesaro e negli alloggi del cardinale Cles, vescovo di Trento, all’interno del castello del Buonconsiglio. Erede dell’anticonformismo della corrente artistica ferrarese, Dosso creò opere di natura sacra e profana, nelle quali sperimentò una tecnica pittorica di tratto e pennellata, arricchita da inaspettate fiammate di colori e da effusioni luminose incantate.La riscoperta di alcune delle tele che compongono il Fregio di Enea  ha suscitato un entusiasmo tale da favorire un’ambiziosa collaborazione tra la Galleria Borghese, il Louvre Abu Dhabi, la National Gallery of Art di Washington D.C. e il Museo del Prado di Madrid, culminata in questa straordinaria esposizione. In mostra, accanto a Il Viaggio agli Inferi dal libro VI, appartenente a una collezione privata, La peste cretese dal libro III e Giochi siciliani in memoria di Anchise e fondazione di una città in Sicilia dal libro V provenienti dal Louvre Abu Dhabi, Arrivo dei Troiani alle isole Strofadi e attacco delle Arpie dal libro III proveniente dal Museo del Prado di Madrid, La riparazione delle navi troiane; la costruzione del tempio di Venere a Erice e offerte alla tomba di Anchise, originariamente un’unica tela, dal libro V della National Gallery of Art di Washington D.C. Questo evento si inserisce perfettamente nella ricerca della Galleria Borghese sulla pittura di paesaggio e il rapporto tra Arte e Natura, tematiche centrali nell’opera di Dosso Dossi. La pittura di Dossi infatti si distingue per l’abilità con cui l’artista riesce a coniugare la rappresentazione della natura con l’elaborazione di scene mitologiche e allegoriche, creando opere di straordinaria profondità e suggestione. Nel fregio di Enea, Dosso Dossi rivela la sua maestria nel maneggiare i colori e le forme, dando vita a composizioni pittoriche di elevata complessità e raffinatezza. La serie di tele offre uno sguardo approfondito sulla tecnica artistica del pittore ferrarese, mettendo in luce la sua capacità di fondere la tradizione rinascimentale con un’originale visione personale, che si traduce in un linguaggio pittorico ricco di simbolismo e di pregnanza emotiva. Il fregio di Enea infatti si contraddistingue per l’abilità con cui Dosso Dossi riesce a coniugare la rappresentazione della natura con l’elaborazione di scene mitologiche e allegoriche. L’artista presta particolare attenzione ai dettagli e ai rapporti spaziali, creando paesaggi di grande profondità e realismo. Inoltre, le figure umane sono caratterizzate da una notevole espressività e da una cura minuziosa nella resa anatomica, che ne esaltano la tridimensionalità e la presenza scenica. Nel fregio di Enea, Dosso Dossi rivela la sua maestria nel maneggiare i colori e le forme, dando vita a un’opera di straordinaria vivacità e dinamismo.La mostra promette di essere un evento imperdibile per gli appassionati d’arte, che avranno l’opportunità di ammirare da vicino il talento e la genialità di uno degli artisti più innovativi del Rinascimento italiano. L’unico elemento di imperfezione, verosimilmente, è attribuibile all’illuminazione non adeguatamente focalizzata sulle tele e ad una presentazione che, purtroppo, non risulta essere così affascinante come si spererebbe, a causa di colori e strutture di supporto eccessivamente impattanti, in contrasto con il raffinato contesto caratterizzato da sottili equilibri e armoniosi bilanciamenti. Galleria Borghese, con questa iniziativa, conferma il suo impegno nella valorizzazione e nella divulgazione del patrimonio artistico e culturale, offrendo al pubblico internazionale un’esperienza unica e irripetibile. Qui per tutte le informazioni.