“Così è (se vi pare)” di Pirandello: Un’Emozionante Rappresentazione al Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma

Roma, Teatro Quirino Vittorio Gassman, Stagione 2022 / 2023
“C0SI’ E’ (SE VI PARE)”

di Luigi Pirandello
Signora Frola MILENA VUKOTIC
Signor Laudisi PINO MICOL 
Signor Ponza GIANLUCA FERRATO
e con:
Massimo Lello, Marco Prosperini, Maria Rosaria Carli, Roberta Rosignoli, Antonio Sarasso, Stefania Barca, Walter Cerrotta, Vicky Catalano, Giulia Paoletti
Regia: Geppy Gleijeses
Scene Roberto Crea

Costumi Chiara Donato
Musiche Teho Teardo
Light designer Francesco Grieco
Videoartist Michelangelo Bastiani
Produzione Gitiesse Artisti Riuniti
Roma, 11 Aprile 2023

“Il guajo è che come ti vedo io, non ti vedono gli altri! E allora, caro mio, che diventi tu? Dico per me che, qua di fronte a te, mi vedo e mi tocco – tu, per come ti vedono gli altri – che diventi? – Un fantasma, caro, un fantasma! – Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con sé, in sé stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! E credono che sia una cosa diversa….” (Luigi Prandello, Così é (se vi pare).

Al Teatro Quirino di Roma, lo spettacolo teatrale “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, con un cast di eccezione composto da Milena Vukotic, Pino Micol e Gianluca Ferrato, ha saputo conquistare il pubblico con la sua raffinata esecuzione e l ‘intensa interpretazione degli attori. Definita da Luigi Pirandello in una lettera al figlio “una gran diavoleria”, la commedia Così è (se vi pare) viene terminata nell’aprile del 1917 e rappresentata per la prima volta a giugno di quell’anno. Il sottotitolo è “Una parabola in tre atti” e il punto di partenza è una novella dello stesso Pirandello intitolata “La signora Frola e il signor Ponza, suo genero”.  Attraverso la vicenda della suocera e del genero che, pur conservando rapporti molto civili, si attribuiscono reciprocamente una forma di pazzia (lei dice che lui considera come seconda moglie quella che in realtà è la prima e unica donna che ha sposato; lui dice che lei non vuole accettare la morte della figlia nel terremoto della Marsica e scambia la sua seconda moglie per la figlia perduta), Pirandello s’interroga e interroga il suo pubblico sul valore della realtà, sul labile confine tra follia e saggezza, mostrandoci una piccola comunità pettegola che entra in crisi di fronte a una situazione che non riesce a definire in modo univoco. Tra le fonti ispiratrici di Pirandello William Shakespeare e Laurence Sterne: “Chi dei due è pazzo? Non potete dirlo voi, come non può dirlo nessuno. E non già perché codesti dati di fatto, che andate cercando, siano stati annullati – dispersi o distrutti – da un accidente qualsiasi – un incendio, un terremoto – no; ma perché li hanno annullati essi in sé, nell’animo loro, volete capirlo? creando lei a lui, o lui a lei, un fantasma che ha la stessa consistenza della realtà, dov’essi vivono ormai in perfetto accordo, pacificati. E non potrà essere distrutta, questa loro realtà, da nessun documento, poiché essi ci respirano dentro, la vedono, la sentono, la toccano! – Al più, per voi potrebbe servire il documento, per levarvi voi una sciocca curiosità. Vi manca, ed eccovi dannati al meraviglioso supplizio d’aver davanti, accanto, qua il fantasma e qua la realtà, e di non poter distinguere l’uno dall’altra!”. Fin dalle prime battute, la regia di Geppy Gleijeses si distingue per l’uso sapiente delle luci e delle ombre, che evocano un senso di inquietudine e mistero, perfettamente in linea con lo spirito dell’opera. Le scenografie, curate dal talentuoso Roberto Crea, contribuiscono a creare un ambiente rarefatto, in cui i personaggi si muovono come figure evanescenti, pronte a dissolversi nel nulla in un gioco di specchi e riflessi. Uno degli elementi più innovativi e sorprendenti dello spettacolo è stato l’impiego di una tecnologia digitale  che ha permesso  di rappresentare i personaggi della commedia in un modo del tutto inedito. L’ispirazione per questa messinscena proviene dalla brillante percezione di Giovanni Macchia, il critico più noto di Pirandello: il cannocchiale invertito. Gli eventi più vicini, esperiti e tormentosi, sono stati osservati con il binocolo capovolto, permettendo così una riflessione profonda, l’ironia o addirittura il grottesco ed all’interno di un involucro vuoto, ologrammi perfettamente tridimensionali, piccole donne e uomini alti 50 centimetri, che rappresentano i personaggi della commedia, si affannano vanamente per scoprire una verità inesistente. Al momento dell’entrata della signora Frola, tali creature riassumeranno le loro dimensioni abituali. Essi riacquistano le loro vere sembianze di fronte all’imponenza del dolore e dell’amore materno. Questa scelta registica, oltre ad aggiungere un tocco di modernità alla messinscena, ha sottolineato appunto l’effimera e illusoria natura delle verità che i protagonisti cercano inutilmente di svelare. Grazie alla sua attenzione ai dettagli e alla sua capacità di combinare stile e funzionalità, Chiara Donato ha saputo dare vita a un guardaroba scenico che ha arricchito ulteriormente la rappresentazione teatrale facendo risaltare ogni costume  per bellezza di volumi e taglio. Non da meno la musica di Teho Teardo che ha aggiunto  profondità ed emozione alla rappresentazione teatrale, sottolineando i temi e le atmosfere tipiche dell’opera di Pirandello. Le sue composizioni, caratterizzate da un connubio tra elementi elettronici e strumenti tradizionali, sono riusciti a creare un’esperienza sonora avvolgente e coinvolgente. Milena Vukotic ha brillantemente interpretato il ruolo della signora Frola. Con la sua capacità di calarsi nel personaggio, mettendo in luce le sfumature e le complessità emotive del dramma, ha lasciato il pubblico incantato e profondamente coinvolto nella vicenda narrata. L’attrice, con la sua innata eleganza e la sua vasta esperienza, ha saputo esplorare le dinamiche teatrali e le relazioni tra i personaggi con grande sensibilità, dando vita a un’interpretazione che ha saputo coniugare la profondità psicologica con la leggerezza e l’ironia tipica del linguaggio pirandelliano. I momenti di silenzio e la moderazione nel recitare dell’artista sono stati altrettanto impattanti: essi hanno emanato un’aura di mistero e malinconia che ha totalmente avvolto il suo personaggio, rendendo la sua interpretazione ancora più affascinante. Il respiro dell’attrice si è dimostrato perfettamente equilibrato, conferendo un ritmo vibrante e avvincente alla narrazione. La sua dizione è risultata sempre impeccabile, con un tono elegante e raffinato, sempre attento a esaltare le sfumature più delicate del testo e a valorizzare ogni singolo dettaglio. Pino Micol (Signor Laudisi) ha dimostrato una grande padronanza delle dinamiche teatrali e una profonda comprensione del testo di Pirandello, riuscendo a comunicare con efficacia e naturalezza le emozioni ed i conflitti interiori del suo personaggio giocando più di latri su toni ironici e dissacratori. La sua performance è stata arricchita da una presenza scenica magnetica e da un’abilità nell’uso della voce e del gesto che ha reso l’interpretazione ancora più coinvolgente e appassionante. Gianluca Ferrato ha indubbiamente fornito un apporto significativo al successo dello spettacolo grazie alla sua rimarchevole interpretazione del Signor Ponza. L’attore è riuscito a liberarsi dal cliché spesso legato al personaggio, proponendo invece un ritratto più umano e ricco di umana empatia. Il pubblico ha dimostrato di apprezzare lo spettacolo, dedicando attenzione e tributando calorosi applausi al termine della rappresentazione. Qui per tutte le informazioni.