Verona, Teatro Filarmonico, Stagione Sinfonica 2023
Orchestra della Fondazione Arena di Verona
Direttore Enrico Onofri
Flauto Pier Filippo Barbano
Wolfgang Amadeus Mozart: Ouverture da “Mitridate, Re di Ponto KV 87; Concerto n. 2 in re maggiore per flauto e orchestra KV 314; Franz Joseph Haydn: Sinfonia n. 100 in sol maggiore “Militare”
Verona, 3 marzo 2023
Un programma ricco, fruibile con facilità dal pubblico più eterogeneo, è stato quello presentato al secondo appuntamento della stagione sinfonica 2023 della Fondazione Arena di Verona. Bastino i nomi di Mozart e Haydn ad elevarne la portata artistica e culturale nonché all’impatto sul pubblico abbastanza numeroso nonostante molti vuoti nella platea del Filarmonico. In apertura di serata l’ouverture da Mitridate, Re di Ponto opera seria di un Mozart quattordicenne data a Milano nel 1770: in forma tripartita, secondo l’uso italiano e musicalmente avulsa dall’opera, ci rivela un Mozart adolescente eppure già in grado di maneggiare con disinvoltura il genere serio attraverso una ricercata intensità emotiva nella drammaturgia. A seguire, dello stesso autore, il Concerto in sol maggiore per flauto e orchestra K 314, adattamento del concerto per oboe in do maggiore composto qualche mese prima; trovandosi alle strette per soddisfare una committenza, Mozart pensò di riutilizzare il concerto alzandolo di un tono, a re maggiore, per dare maggiore brillantezza al timbro del flauto, meno incisivo di quello dell’oboe. Il modello è quello già usato nei concerti per violino, secondo lo stile classico rigorosamente rispettoso della forma con qualche concessione emotiva nell’aperta cantabilità del movimento centrale e la consueta verve del rondò finale il cui tema anticipa l’aria “Welche Wonne, welche Lust” da Die Entfũhrung aus dem Serail del 1782. Appartenente al ciclo delle sinfonie cosiddette “londinesi” di Franz Joseph Haydn è la numero 100, fedele al modello che fece la fortuna del padre della sinfonia pur con qualche libera sperimentazione (non dimentichiamo che Haydn si era nel frattempo affrancato dal lungo periodo di servizio come Kapellmeister presso la corte dei principi Esterházy e viveva come libero professionista), evidente nel Presto finale con l’inserimento della banda turca. Impegnato nel concerto mozartiano vi era il primo flauto della Fondazione Arena, Pier Filippo Barbano, di formazione milanese e particolarmente attivo anche nell’attività cameristica, che ha affrontato lo spartito con eccellente maturità artistica (a dispetto della giovane età) esaltando lo spirito estroverso dei due movimenti estremi e regalando accenti di intensità emotiva in quello centrale. Una piena padronanza, tecnica ed espressiva, confermata nel breve bis concesso, la Sarabanda dalla Partita per flauto solo BWV 1013 di Bach. Debuttante a Verona, Enrico Onofri è un direttore interessante nel panorama odierno; già attivo nel repertorio antico, ha in seguito allargato il suo orizzonte musicale verso quello sinfonico e contemporaneo dimostrando una certa poliedricità trasversale. Il suo approccio a Mozart è dapprima cauto nell’ouverture del Mitridate per poi aprirsi ad un efficace quanto solida interazione (non accompagnamento) con il tessuto strumentale del flauto solista senza mai esagerare e misurando con singolare efficacia i volumi sonori dell’orchestra. Quest’ultima ha dimostrato di essere maggiormente a suo agio nel repertorio sinfonico, ad essa più congeniale anche in virtù di una programmazione ampia e variegata che sfugge alla routine dell’opera lirica. Ottimi i legni e le percussioni ma ancor più la sezione archi, apparsi in forma brillante anche se non guasterebbe una maggior spavalderia come consapevolezza di grandi capacità esecutive. Una bella serata di musica, salutata da un pubblico attento e generoso di consensi, in gran parte giovane e che conferma l’interesse delle nuove generazioni per la musica colta. Foto Ennevi per Fondazione Arena