Roma, Gallerie nazionali d’arte antica Palazzo Barberini: “L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini”

Roma, Gallerie Nazionali d’arte antica Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane, 13
”L’IMMAGINE SOVRANA. URBANO VIII E I BARBERINI”
a cura di Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori, Sebastian Schütze
Roma,17 Marzo 2023
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica, con il sostegno della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, celebrano il quattrocentesimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Urbano VIII Barberini con una mostra imperdibile. “L’immagine Sovrana” ripercorre il pontificato più lungo e rappresentativo del XVII secolo (1623-1644), che incise in modo indelebile sul pensiero filosofico, sul sapere scientifico e sulle arti del Seicento. La mostra, curata da Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori e Sebastian Schütze, vuole illustrare le modalità attraverso le quali il pontefice privilegiò lo strumento dell’egemonia culturale in funzione dell’azione politica e di governo. Urbano VIII insieme ai nipoti, i cardinali Francesco e Antonio e il Principe Taddeo Barberini, perseguì con tenacia un progetto politico-culturale ambizioso, che pervase tutti gli ambiti della conoscenza e della produzione artistica e culturale. Il mecenatismo e la promozione delle arti concorsero in modo sostanziale al potenziamento del governo spirituale e temporale della Chiesa, e non solo all’accrescimento del prestigio personale e famigliare. Il pontefice diede un timbro inconfondibile al suo pontificato, promuovendo imprese colossali come il baldacchino di San Pietro, disegnato da Gian Lorenzo Bernini, o l’affresco di Pietro da Cortona nel grande salone di Palazzo Barberini. Si impose un nuovo stile, che ebbe immediata diffusione non solo a Roma e in Italia, ma nell’intero scenario europeo: il Barocco nasce a Roma, con i Barberini. La mostra rappresenta l’apice di un lavoro di ricerca durato molti anni, segnando un traguardo importante del percorso di confronto e di scambio con le istituzioni museali italiane e straniere che ha portato al successo del progetto. Più di 80 opere, provenienti dalla collezione del museo e da oltre 40 tra istituzioni museali, collezioni private italiane e internazionali, saranno esposte nella sontuosa residenza di famiglia costruita di fronte al Quirinale. Capolavori della collezione Barberini, smembrata nei secoli e attualmente conservata nei principali musei del mondo, tornano quindi nella loro sede originaria. Si potranno ammirare opere di Gian Lorenzo Bernini, Caravaggio, Valentin de Boulogne, Francesco Mochi, Nicolas Poussin, Andrea Sacchi e alcuni degli spettacolari arazzi prodotti dall’Arazzeria Barberini. Flaminia Gennari Santori, direttrice del museo e co-curatrice della mostra, dichiara con entusiasmo: “Sono infatti moltissimi i musei, i collezionisti e le istituzioni con cui abbiamo intessuto rapporti in questi anni, che hanno capito l’importanza del progetto e aderito con entusiasmo concedendo prestiti prestigiosi”. La mostra mira infatti “a restituire al pubblico” le idee dominanti e il funzionamento di un progetto intellettuale straordinariamente ambizioso, che ha trasformato Roma nella culla e nel luogo di irradiazione della cultura barocca partendo da Palazzo Barberini come suo centro ideale. Il percorso si articola in dodici sezioni, procedendo dallo Spazio Mostre al piano terra agli spazi più emblematici del museo, come le sale monumentali del piano nobile: Salone Pietro da Cortona, Sala Marmi, Sala del Trono, Sala Paesaggi e alcune sale della collezione permanente. La mostra si estende dunque su oltre 1000 metri quadri di superficie con un allestimento esteticamente bellissimo ma, purtroppo, non sempre facilmente decifrabile. E’ infatti caratterizzato da didascalie molto piccole e poco illuminate, che ne rendono difficile la fruizione e molto spesso anche eccessivamente basse per posizione. Inoltre, le luci calde ma  ben proiettate sulle opere, pur essendo utili per metterne in risalto i dettagli e le sfumature , rendono il percorso piuttosto buio e poco agevole per i visitatori. Infatti se da una parte l’illuminazione spot o d’accento per evidenziare opere o certi dettagli hanno dei vantaggi dall’altra inficia una chiara ,uniforme ed avvolgente visione d’insieme togliendo profondità a vantaggio di un atmosfera patinata. Nonostante queste scelte che per molti potrebbero essere limiti perché tocca l’esperienza emotiva della visita (altra cosa è l’esperienza intellettiva dell’oggetto osservato), la mostra offre ai visitatori l’opportunità di ammirare opere straordinarie molto spesso poco esposte se non mai esposte in un unico contesto. Il personale alle sale assolutamente disponibile, gentile e preparato cosa assai rara e per nulla scontato. Si tratta di un evento esclusivo, che richiede un certo grado di sofisticazione e sensibilità artistica per essere apprezzato appieno, ma un’occasione unica ed irripetibile per chi ama il bello e l’arte. Accompagna la mostra il  bellissimo catalogo edito da Officina Libraria che contiene saggi dei curatori della mostra. Da non perdere.  Qui per tutte le informazioni.