Monza, Teatro Binario 7, Stagione 2022/23
“I RAGAZZI E GUILLAUME, A TAVOLA!”
di Guillaume Gallienne
interpretazione e regia di Alberto Viscardi
Produzione Dedalus Teatro
Monza, 17 marzo 2023
È una scelta coraggiosa e non banale quella di Alberto Viscardi di portare in scena in Italia “Les garçons et Guillaume, à table!”, controverso monologo che portò alla ribalta francese Guillaume Gallienne, e gli guadagnò un posto alla Comédie Française. Coraggiosa per due motivi: in primis per la difficoltà oggettiva del monologo, che richiede un ritmo serratissimo, una impressionante gamma espressiva e la capacità di entrare e uscire da diversi personaggi; in secondo luogo, per la specificità del tema: un ragazzo che diventa uomo convinto dalla madre di essere prima una femmina, poi un giovane gay, e che invece dovrà scoprire la propria eterosessualità – un coming out al contrario che rischia di far storcere il naso a radicali e benpensanti. Il testo, di per sé, è congegnato in maniera praticamente perfetta: la parabola di Guillaume ci si presenta davanti nel succedersi di una scena dietro l’altra, un personaggio delirante dietro l’altro – dalla zia ubriacona alla nonna coprolalica, dalla rutilante affittacamere spagnola a un’improbabile quanto esilarante Imperatrice Sissi calabra – tenuti insieme dall’onnipresente e tentacolare figura della madre-monstrum, anaffettiva e possessiva, giudicante e dipendente da psicofarmaci. Man mano che la vicenda procede, tuttavia, la protagonista inizia a rivelarsi la vera antagonista del giovane, che si rende conto di aver speso l’intera vita mettendosi da parte per lasciare spazio a lei, esattamente come avviene nel monologo teatrale. L’interpretazione di Alberto Viscardi non fa rimpiangere l’originale francese: il corpo e la voce sono al servizio completo della scena, spesso con repentini cambi, ma mantenendo sempre l’aderenza al personaggio principale, Guillaume, garantendo coerenza e credibilità a tutta la performance. La scena scarnissima (un letto e una sedia) si riempie, in realtà, dei molti personaggi che Viscardi sa far rivivere di fronte ai nostri occhi, con semplicità ma con grande attenzione ai colori vocali e ai dettagli fisici. Si sente, in realtà, la mancanza di una maggiore cura della cornice – ad esempio, l’assenza assoluta di musica, i minimi cambiamenti di luci, l’uso di pochissimi oggetti di scena – ma de facto lo spettacolo, già godibile nella maturità della sua interpretazione, c’è, e dispiace che per ora non sia stato messo in scena che in un paio di occasioni. Il pubblico si è lasciato facilmente trascinare nel tourbillon dello spettacolo, ridendo spesso di gusto e applaudendo con molto calore sul finale: speriamo di poter presto assistere a una ripresa o una tournée.