Roma, Galleria Borghese: ”Tesori da svelare: riaprono i depositi della Galleria Borghese”

Roma, Galleria Borghese
“TESORI DA SVELARE: RIAPRONO I DEPOSITI DELLA GALLERIA BORGHESE”
Piazzale Scipione Borghese 5,

00197 Roma, Italia
Tel. +39 068413979
mail. ga-bor@cultura.gov.it
«La diversa concezione dell’arte e il ruolo sociale nella cultura urbana svolto dal museo lo trasforma dalla concezione statica ottocentesca di tempio dell’arte all’attuale visione di dinamico palcoscenico urbano, destinato ad una rinnovata fruizione sensoriale».K.W.Foster
L’arte in Italia, ma spesso anche per le maggiori istituzioni museali del mondo, è un iceberg. Se ne può vedere solo il 10-15%, la parte restante è sommersa nei depositi e negli archivi. La funzione di conservazione, considerata sempre la più importante, ha spesso travalicato quella sancita dall’International Council of Museums, la quale afferma che un museo, per essere tale, debba promuovere la diversità e la sostenibilità, operare e comunicare «in modo etico, professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo svariate esperienze di educazione, divertimento, riflessione e condivisione delle conoscenze». E sottolinea che, «senza fini di lucro, al servizio della società, ricerca, raccoglie, conserva, interpreta ed espone un patrimonio materiale e immateriale». È già della fine dell’800 la regola che caratterizza l’operatività dei musei: le opere d’arte più celebri sono esposte al pubblico, quelle che rivestono principalmente un interesse scientifico finiscono in deposito, ad uso e consumo degli studiosi. Le collocazioni museali italiane, spesso in palazzi di antica edificazione e vincolati – i cui spazi sono stati riadattati – non consentono quasi mai la fruizione della maggior parte delle opere, ormai pressoché stabilmente divise in tre categorie: i capolavori intoccabili, quelle che possono ruotare nell’esposizione (o che possono essere concesse in prestito a musei minori del territorio) e quelle stabilmente confinate nei depositi. Con la variante delle opere di cui è valutabile la concessione per mostre temporanee, reperibili, ma di rado, anche nell’ultima fascia. In queste condizioni è ovvio che esporre tutto il patrimonio è impossibile. Già un semplice ampliamento delle superfici visitabili comporterebbe costi sempre elevatissimi. Negli ultimi anni, la Galleria Borghese ha intrapreso così una nuova iniziativa, quella di riaprire ciclicamente alcuni dei suoi depositi al pubblico, che comprendono opere d’arte (soprattutto quadreria) che non sono state esposte per decenni ed altre mai esposte. Questa decisione è stata accolta con grande entusiasmo sia dagli esperti d’arte che dai visitatori, che vedono questa come una grande opportunità di ammirare straordinari quadri solitamente definiti “minori” che non erano facilmente accessibili prima e di poter creare allo stesso tempo meno distanza tra i funzionari del museo e i fruitori di questo straordinario palazzo. La Galleria Borghese, situata nel centro di Roma, è infatti una delle più prestigiose e importanti gallerie d’arte del mondo, con una collezione che comprende alcune delle opere più iconiche e famose di tutti i tempi. Fondato nel 1613 dal cardinale Scipione Borghese, il museo ha continuato ad attrarre visitatori da tutto il mondo grazie alla sua straordinaria collezione di capolavori, tra cui opere di Caravaggio, Raffaello e Bernini. La riapertura dei depositi è stata motivata dalla volontà di sottolineare l’importanza dell’accessibilità all’arte (tema nato negli anni ‘70 coerentemente ai moti di pensiero di quel periodo) che non ha sempre solo come cuore battente la collezione permanente. Ciò ha anche permesso di esporre interessanti dipinti che altrimenti sarebbero rimasti inaccessibili al pubblico comune, ampliando così formalmente la collezione esistente del museo ed arricchendo persino l’esperienza emotiva del visitatore. Negli ultimi anni infatti la percezione del ruolo sociale delle istituzioni museali è profondamente mutata. Da spazio chiuso e autoreferenziale, di mera conservazione della memoria, il museo è passato ad essere considerato sempre di più come un’istituzione aperta, un operatore culturale, a servizio del pubblico, attivo nella diffusione del sapere scientifico, storico ed artistico.Questa iniziativa è stata ed è tuttora un’operazione indubbiamente complessa e che ha richiesto un lungo e meticoloso lavoro di preparazione. Gli esperti d’arte, i restauratori e altri professionisti hanno esaminato e preparato ogni singola opera d’arte esposta nei depositi, garantendo la loro conservazione e sicurezza. Inoltre, sono state create le condizioni ideali per l’esposizione delle opere d’arte, con l’installazione di sistemi di sicurezza adeguati e la creazione di un ambiente controllato e protetto e di personale vigilante competente e paziente che deve gestire spesso flussi di persone non sempre disciplinate. Il tour ha la durata di 45 minuti ed è guidato da un curatore della struttura museale che con grande capacità e passione dedica il proprio tempo e le proprie competenze ai visitatori .Qui per tutte le informazioni.