La festa della Presentazione di Gesù al tempio o della Purificazione di Maria, nella tradizione popolare riceve il nome di “Candelora”. Il nome della festa deriva dal fatto che il sacerdote, procedeva alla benedizione delle candele. Istituita da Papa Gelosio I° nel 492, la cerimonia è stata l’evoluzione di riti che nella religione romana, nel mese di Febbraio, ultimo dell’inverno, dedicava vari riti di purificazione e di fecondità (l’antico verbo latino februare significa “purificare”, ed è connesso con il dio etrusco degli inferi Februus a cui si offrivano sacrifici nella seconda metà del mese). Queste erano le celebrazioni dei Lupercali durante i quali avveniva una sfilata in onore di Cerere, con fiaccole accese. un cerimoniale molto complesso, di cui già in età antica s’era perso in parte il significato. La festa a sfondo agreste, aveva lo scopo di invocare la fecondità tanto delle donne come dei campi di quella che si realizzava certamente alla vita pastorale delle prime comunità romane. Il sacrificio di capre, secondo un tipico discorso analogico, che accosta i rituali cristiani a quelli pagani è assimilato al sacrificio di un agnello che le donne ebree divenute madri dovevano fare per purificarsi dall’impurità del parto. Il significato che la festa acquista nella coscienza popolare è limitativo, folkloristico: la chiesa, al contrario applica il concetto di purificazione in modo estensivo e simbolico chiamando in causa alla lettura delle epistola non un passo delle letture apostoliche, bensì un passo del Profeta Malachia (Cap.3 vers.1-3) nel quale Si annuncia l’intervento di Dio nel mondo, un intervento che è preceduto dall’arrivo del messaggero, “dell’Angelo dell’Alleanza”. Naturalmente, per il Vangelo, quest’angelo altre non è che Gesù stesso come dice Matteo (cap.11 vers. 10) mettendo in bocca a Giovanni Battista le seguenti parole: “Egli è colui di cui è scritto io mando il mio Messaggero davanti a te, che preparerà la via davanti a sé”. Questa festa era molto sentita nel mondo luterano. Sono almeno 6 o 7 le cantate programmate da Bach per celebrarla. La più antica, in ordine di tempo è Erfreute Zeit im neuen Bunde BWV 83 eseguita per la prima volta a Lipsia il 2 febbraio 1724. La composizione, che mette in primo piano proprio questo tema dell’alleanza, si basa probabilmente su un testo elaborato da Solomo Franck. La partitura si compone di tre arie, seguite da un breve recitativo e da un Corale., si rifà alla quarta strofa del Cantico di Simeone nella versione di Lutero. La grande aria tripartita d’apertura gioca sul contrasto rappresentato dalle espressioni “Erfreute Zeit” (Tempi felici) e “Letzten Stunde” (ultima ora) alle quali Bach riserva posizioni separate. La prima viene utilizzata nell’esposizione e nella ripresa, la seconda occupa la parte centrale. Mentre appare ricca di vocalizzi secondo “l’affetto” suggerito dal testo l’altra, ha un modopiù più riservate e solenne, come si conviene a pensieri di morte. Se la terza aria (anch’essa tripartita) appare più convenzionale, con un violino solista, concertante, tutta insistita con sequenze di terzine, la seconda che deve servire a interrompere il corso di un atteggiamento formale troppo univoco, si aggancia direttamente al Vangelo previsto per la liturgia di questa festa: la presentazione di Gesù al tempio, al cui interno figura il Cantico di Simeone e ne estrae tre versetti, proposti secondo lo stile di aria, ma con l’inserimento, dopo il primo versetto, di un recitativo, mentre la parte vocale più propriamente melodica, corrispondente ai tre versetti, viene affrontata secondo un modulo arcaico, quello tipico dell’intonazione salmodica. Il Corale è l’unico nell’intera produzione di Bach di cantate che viene risolto in una elaborazione su “cantus firmus”.
Nr.1 – Aria (contralto)
“Tempi felici della Nuova Alleanza
in cui la nostra fede prende in braccio Gesù.
Che gioia nell’ultima ora in cui
sarà pronta la tomba del nostro riposo!”
Nr.2 – Aria (Intonazione salmodica) e recitativo (Basso)
“Ora lascia, Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola.
Ciò che terrorizza gli uomini
costituisce per noi l’ingresso nella vita.
E’ la morte,
la fine di questo tempo e delle sue sofferenze,
un pegno che il Signore ci dona
come segno che ha cura di noi
e che al termine della lotta
vuole condurci alla pace.
E poiché il Salvatore è ora ristoro dei nostri occhi,
sollievo dei nostri cuori, non c’è stupore
se il cuore dimentica la paura della morte!
Può con gioia esclamare:
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli.”
Nr.3 – Aria (Tenore)
“Affrettati, cuore, per accostarti
ricolmo di gioia al trono della grazia!
Abbraccerai la tua consolazione
e riceverai misericordia, 1
sì, nei tempi difficili, fortificato
nello spirito, prega con insistenza.”
Nr.4 – Recitativo (Contralto)
“Sì, pur se la tua fede vede ancora molta oscurità,
il tuo Salvatore può dissipare le ombre del dubbio;
sì, quando il buio della tomba
renderà terribile l’ultima ora,
potrai certamente riconoscere
la sua luce splendente persino nella morte.”
Nr.5 – Corale (Coro)
“Questa è la salvezza e la luce beata
delle genti pagane,
per illuminare coloro che non ti conoscono
e dargli nutrimento.
Egli è gloria, onore, gioia
e delizia del tuo popolo Israele.”
Traduzione di Emanuele Antonacci