Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, stagione d’opera e balletto 2022
“LA BOHEME”
Scene liriche in in quattro atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dal romanzo “Scènes de la vie de bohème” di Henri Murger.
Musica Giacomo Puccini
Mimì LAVINIA BINI
Rodolfo, poeta ALESSANDRO SCOTTO DI LUZIO
Musetta FEDERICA VITALI
Marcello, pittore LEON KIM
Colline, filosofo FABRIZIO BEGGI
Schaunard, musicista CLEMENTE ANTONIO DALIOTTI
Alcindoro/Benôit ALESSANDRO BUSI
Parpignol ANDREA SCHIFAUDO
Il sergente dei doganieri DAMIANO LOCATELLI
Un doganiere GIOVANNI PALUMBO
Un venditore ambulante ANDREA FUSARI
Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, con la partecipazione de I Piccoli Cantori della Città di Trieste
diretti da Cristina Semeraro
Direttore Christopher Franklin
Maestro del coro Paolo Longo
Regia e scene Carlo Antonio De Lucia
Scene Alessandra Polimeno
Costumi Giulia Rivetti
Nuovo Allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Trieste, 11 dicembre 2022
A Trieste ritorna La Bohème. Titolo amatissimo, apparso per ben 21 stagioni al Teatro Verdi, in edizioni che hanno spesso allineato grandissimi interpreti. In questa occasione il Verdi ha puntato su un cast di voci emergenti, tutte interessanti, credibili scenicamente e vocalmente, inserite in uno spettacolo di gusto tradizionale (ambientazione “liberty”). Carlo Antonio De Lucia, regista esperto, coadiuvato nelle scene essenziali da Alessandra Polimero e con i costumi di Giulia Rivetti, sostiene gli interpreti con dinamiche sceniche che il pubblico dimostra di apprezzare. Certamente assistiamo a una produzione sobria (forse anche troppo?) che non aggiunge nulla alla visione consueta della storia, ma che ha il pregio di non stravolgere la vicenda.
Avanziamo delle riserve sullo stile di concertazione scelto da Christopher Franklin. Si è passati da tempi eccessivamente dilatati a momenti di concitazione frenetica, con l’aggravante di volumi orchestrali debordanti uniti ed una certa disomogeneità degli equilibri tra buca e voci. Tutto ciò, per chi scrive, è di difficile comprensione. Buona la prova del coro, diretto da Paolo Longo, cui si affiancano i brillanti ragazzi di I Piccoli Cantori della Città di Trieste diretti da Cristina Semeraro. Lavinia Bini, è stata una intensa Mimì, che il pubblico ha molto apprezzato. Il soprano mostra una tecnica solida, una voce ampia ed omogenea nell’estensione, dalle suggestiva note gravi, piena nel centro e con acuti sicuri. Alessandro Scotto Di Luzio, Rodolfo, a causa di una indisposizione ha saltato la prima del 9 dicembre scorso (sostituito dal tenore Azer Zada, che compare qui in alcune foto). Sebbene non ancora in forma Scotto di Luzio ha saputo portare a termine la prova con tenacia, senso di responsabilità e professionalità, oltre a un sicuro controllo dello strumento vocale, tecnico ed espressivo. Il cantante ha inoltre mostrato una intensa partecipazione attoriale che arriva al pubblico anche attraverso una gestualità attenta e raffinata. Federica Vitali è una Musetta molto disinvolta scenicamente, che ha tratteggiato una fanciulla capricciosa, vocalmente alterna, di certo poco aiutata dai tempi scelti dal direttore. Il Marcello di Leon Kim è scenicamente convincente come attore e mostra una voce potente, sicura negli acuti, ricca di sfumature e di colori. Fabrizio Beggi si cala perfettamente nei panni di Colline alternando con bravura toni spiritosi a momenti di grande umanità, come nella suggestiva “Vecchia Zimarra”. Clemente Antonio Daliotti (Schaunard ) è stato sicuro vocalmente e credibile scenicamente. Completavano il cast: Alessandro Busi, che ha affrontato con garbo ed ironia con il doppio ruolo di Alcindoro/Benôit ;Andrea Schifaudo che ha offerto il suo bel strumento vocale a Parpignol ; il sicuro sergente dei doganieri di Damiano Locatelli, il funzionale doganiere di Giovanni Palumbo, il piacevole venditore ambulante di Andrea Fusari.Alla fine, applausi meritati per tutti, con particolare calore nei confronti di Lavinia Bini.