Quella del Natale è una delle grandi feste della Chiesa, cara anche alla confessione luterana che riserva all’evento un trattamento eccezionale come avviene per la Pasqua e per la Pentecoste, le altre due grandi feste della cristianità. Anche quella del Natale viene solennizzata per tre giorni di seguito, sicché per ciascuna di queste ricorrenze Natale. Pasqua e Pentecoste la Liturgia prevede tre “ferie” termine con il quale i romani designavano i giorni di riposo e di festa da “feriari” che significa festeggiare, consacrati alle cerimonie religiose in onore di qualche divinità. Il ciclo delle festività legate al Natale, contando anche il periodo dell’Avvento, si articola da un minimo di 8 a un massimo di 12 domeniche, mentre quello Pasquale comprende invece un massimo di 17 domeniche. Il periodo posto sotto l’insegna del Natale ha comunque termine con la festa della “Purificazione di Maria”, del 2 febbraio la ben nota antichissima festa popolare della “Candelora” ultima ricorrenza liturgica nella quale si interrompono i cantici natalizi. Per il “Dies nativitatis Domini” Bach predispose sei cantate, una delle quali forma la prima delle 6 parti in cui si articola l’oratorio di Natale. Al periodo di Weimar risale la prima versione della Cantata Christen, ätzet diesen Tag BWV 63 poi ripresa a Lipsia, con modifiche, il 25 dicembre 1723. In origine, questa Cantata non era stata scritta per la corte di Weimar, bensi fatto eccezionale per la città di Halle, forse alla fine del 1713, ma si è fatta anche la data della Primavera del 1716, Nel primo caso, nel 1713, Bach avrebbe potuto scrivere la cantata in occasione del concorso al posto di organista dal quale uscì vincitore, pur rinunciando poi all’incarico, per divergenze sul trattamento economico e sulle incombenze. Nel secondo caso, invece, Bach avrebbe potuto comporre l’opera in occasione della sua permanenza in quella città come perito del nuovo organo della chiesa principale. Il testo della Cantata è opera di Johann Michael Heineccius (1674-1722), pastore di quella chiesa. Priva di Corali, questa Cantata che di natalizio non ha molto – mancano persino quelle componenti tradizionali quali sono ad esempio i ritmi di “pastorale”, così come i cantici propri di quella festività – obbedisce a una perfetta architettura simmetrica: Coro iniziale, triparito, dai toni solenni (con timpani, Tromba, Oboe, Fagotto, archi), Un recitativo accompagnato del cintralto (con basso continuo), un’aria-duetto triparita (soprano e basso, oboe e continuo), un recitativo centrale (Tenore e basso continuo), un’altra aria-duetto (Contralto-Tenore e Continuo) dal ritmo di danza (come si cita nel testo stesso), un recitativo (Basso e Contnuo) e un Coro finale, tripartito, dai toni solenni come quello iniziale (con timpani, Tromba, Oboe, Fagotto, archi).
1 – Coro
Cristiani, scolpite questo giorno
nel metallo e nel marmo!
Accorrete con me alla mangiatoia,
le labbra gioiose esprimano
la vostra rispettosa gratitudine;
poiché lo splendore che da qui emana
si rivela a voi come luce di grazia.
2 – Recitativo (Contralto)
O giorno benedetto! Momento straordinario
in cui il Salvatore del mondo,
l’eroe promesso da Dio in paradiso
per la razza umana,
ora si rivela pienamente
e cerca di liberare Israele dalla prigionia
e dalla schiavitù di Satana.
Mio Dio, quanto siamo poveri!
Siamo una razza caduta, che ti ha abbandonato;
eppure tu non ci odi; per quanto
meritiamo di essere prostrati al suolo,
Dio stesso ha voluto
prendere la natura umana
e nascere
sulla terra in una stalla.
O inconcepibile ma benedetta decisione!
3 – Aria-Duetto (Soprano-Basso)
Dio, tu hai ben predisposto
ciò che ora sta avvenendo per noi.
Dunque crediamo sempre in lui
e confidiamo nella sua grazia,
poiché ha fatto un dono
che ci farà gioire per sempre.
4 – Recitativo (Tenore)
Così adesso
l’angoscioso dolore
che affliggeva e spaventava Israele
si è trasformato in pura salvezza e grazia.
E’ apparso il leone della stirpe di Davide,
il suo arco è teso, la sua spada già affilata,
con essi ci riporta la libertà.
5 – Aria-Duetto (Contralto-Tenore)
Invocate e implorate il cielo,
venite, cristiani, venite a danzare,
dovreste gioire per quello
che Dio ha compiuto oggi!
Poiché la sua misericordia ci nutre
e ci arricchisce di tale bontà
da non poterlo ringraziare abbastanza.
6 – Recitativo (Basso)
Raddoppiate, fiamme ardenti di devozione,
bruciate insieme ferventi nell’umiltà!
Elevatevi con gioia al cielo
e ringraziate Dio per ciò che ha fatto!
6 – Coro
Altissimo, guarda con favore
l’ardore di queste umili anime!
I ringraziamenti che ti offriamo
siano a te graditi,
facci camminare sempre nella grazia
e non accada mai
che Satana possa tormentarci.
Al 1724 risale invece la Cantata Gelobet seist du, Jesu Christ BWV91, poi ripresa negli anni che vanno dal 1733 al 1747, sempre a Lipsia, dove era stata eseguita per la prima volta (25 dicembre 1724), su testi di anonimo ispirati a un inno di Martin Lutero del quale vengono riprese le strofe nr. 12 e 7 confluite rispettivamente nei numeri 12 e sei della partitura. La festa del Natale era una di quelle che si celebrava nel modo più solenne e anche in occasione dell’esecuzione di questa cantata, ad esempio, venne eseguito anche il Sanctus che Bach utilizzo più tardi per formare la cosiddetta “Messa in si minore” e pertanto l’apparato strumentale risulta appropriatamente rinforzato con l’aggiunta di due Corni, timpani e tre oboi che si aggiungono al consueto apparato degli archi e del basso continuo. Rapidi passaggi in scala, successivamente proposti dei cori degli oboe degli archi, si alternano episodi in stile di fanfara, proposti dai corni e su questi due stilemi costruttivi a carattere concertante si sviluppa il materiale di base, su quale si innestano versetto dopo versetto gli interventi del coro, col “cantus firmus” dei soprani, senza i consueti raddoppi strumentali. il recitativo seguente, spezzato dall’inserimento della melodia del Corale, intonato dal soprano e poi riflesso nella parte del continuo, il carattere “pastorale” dell’aria del tenore con i tre oboi, mentre troviamo degli atteggiamenti di danza nel duetto tra soprano e contralto con l’ accompagnamento di violini all’unisono. L’apparato strumentale solenne, ma discreto nei toni, sostiene la maestosa enunciazione del Corale finale
1 – Coro/Corale
Lodato sia tu, Gesù Cristo,
che sei nato uomo
da una vergine, questo è certo,
la moltitudine degli angeli ne gioisce.
Kyrie eleison!
2 – Recitativo (Soprano)
Lo splendore della sua alta maestà,
l’immagine dell’essenza di dio,
al tempo stabilito
ha scelto un luogo per abitare.
L’unigenito dell’eterno Padre,
l’eterna luce nata dalla luce,
si trova ora in una mangiatoia.
Oh uomini, contemplate
cosa ci ha qui donato il potere dell’amore!
Della nostra povera carne e sangue,
(ma non erano maledetti, dannati e perduti?)
si è rivestito l’eterno Bene.
E’ stato scelto per essere benedetto.
3 Aria (Tenore)
Dio, per cui troppo piccola è la sfera del mondo,
che né il cielo né la terra può contenere,
vuole essere in una piccola mangiatoia.
E’ apparsa per noi la luce eterna,
d’ora in poi Dio non può odiarci
poiché siamo figli di questa luce.
4 – Recitativo (Basso)
Oh cristianità! Vieni e preparati
ad accogliere il Creatore.
Il potente Figlio di Dio
viene ad essere tuo ospite,
ah, lascia commuovere il tuo cuore da questo amore;
viene a te, per condurti al suo trono
attraverso questa valle di lacrime.
5 – Aria/Duetto (Soprano, Contralto)
La povertà che Dio ha assunto
prepara per noi una eterna salvezza,
un abbondanza di tesori celesti.
La sua natura umana ti conferisce
la stessa gloria degli angeli,
in mezzo ai cori angelici ti fa prender posto.
6 – Corale
Ha fatto tutto questo per noi,
per rivelarci il suo immenso amore;
perciò tutta la cristianità gioisce
e lo ringrazia in eterno.
Kyrie eleison!