Verona, Teatro Nuovo, “Il Grande Teatro” stagione teatrale 2022/23
“MINE VAGANTI”
Uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
Interpreti: Francesco Pannofino, Iaia Forte, Edoardo Purgatori, Carmine Recano, Simona Marchini, Roberto Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Jacopo Sorbini
Scene Luigi Ferrigno
Costumi Alessandro Lai
Luci Pasquale Mari
Verona, 8 novembre 2022
Da qui le prossime date della tournée
Il taglio teatrale permette a Ferzan Ozpertek di seguire il filo della trama in modo leggero, e lo spettacolo vive di vita propria, allontanandosi dal celebre e omonimo film senza creare una nostalgia sul nuovo mezzo comunicativo. Le due parti in cui è composta la commedia dividono anche la recitazione e il riscontro del pubblico: se nel primo tempo la recitazione, appare un po’ sopra le righe, quasi a toni da farsa napoletana, con coinvolgimento a scena aperta degli spettatori; nel secondo tempo la piéce si fa più dolce-amara e le problematiche che affrontano i personaggi non sono soffocate ma esaltate da un clima più intimo. L’ottima e affiatata compagnia di attori, solida nei tempi di recitazioni, si avvale di caratteristi quali: Francesco Pannofino, Iaia Forte e Simona Marchini che rendono evidente in poche battute e gesti i personaggi che si evolvono nello svolgersi della commedia. La scenografia di Luigi Ferrigno nella sua essenzialità – tende bianche piene di luce – che scorrono a chiudere le varie scene, individuano non solo gli spazi ma invitano a tagli inconsueti, come quando il sipario scende a chiudere il boccascena e aumentare l’intimità della commedia, o come quando gli attori superano le finte luci che delimitano il palcoscenico, per dialogare con il pubblico. I costumi di Alessandro Lai sono contemporanei ma sgargianti, nei toni, quasi come nella Commedia dell’arte, dove la finzione deve sempre affiorare. La rappresentazione, in questo assecondando il regista che proviene dal cinema, occupa tutti gli spazi, compresa la platea, gli attori si muovono con allegre scorribande tra il pubblico, e lo coinvolgono attribuendogli il ruolo di osservatore attivo e invitandolo a schierarsi tra i vari personaggi. Il titolo, assai noto, ha fatto sì che la sala fosse pressochè esaurita. Un pubblico partecipe, divertito e che tributa lunghi e reitereati applausi ai quali Francesco Pannofino risponde ringranziando e invitando tutti a frequentare sempre il teatro. In conclusione aggiungiamo una nota: il limite tecnico legato all’impianto di amplificazione. Mancava un equilibrio sonoro. I microfoni ci sono parsi troppo bassi e molte volte si sono perse le battute sussurrate. Forse il pubblico giovane non ci avrà fatto un granchè caso, ma chi è un po’ avanti con gli anni (e che mostra qualche segno di cedimento nell’udito, sicuramente sì). Le nuove generazioni attoriali hanno sicuramente maggiormente sviluppato la fisicità scenica ma hanno qualche volta perso, con l’utilizzo della tecnologia, una gestione più accurata della voce, della timbrica, che non vuol dire una recitazione stentorea, ma più omogenea nel dosaggio del volume. Al Nuovo di Verona repliche fino al 13 novembre Foto Romolo Eucalitto