Concerto in sol maggiore, Op. 3 No. 9 (Allegro, Capriccio – Largo – Allegro, Capriccio); Concerto in la maggiore, Op. 3 No. 11 (Allegro, Capriccio – Largo – Allegro, Capriccio); Concerto in re maggiore, Op. 3 No. 12 ‘Il Labirinto Armonico. Facilis aditus, difficilis exitus’ (Allegro, Capriccio – Largo, Presto-Adagio – Allegro, Capriccio). Ilya Gringolts (violino e direttore). Finnish Baroque Orchestra. Registrazione: gennaio 2019 presso Järvenpää Church, Finlandia. T. Time: 61′ 49″. 1CD BIS Records 2445
Grande virtuoso del violino e autentico innovatore della tecnica violinistica, Pietro Antonio Locatelli nacque a Bergamo il 3 settembre 1695. Dopo aver curato la sua formazione musicale presso la Basilica di Santa Maria Maggiore della città natale, dove ottenne anche il posto, senza alcuna remunerazione, di terzo violino, si trasferì a Roma nel 1711. Non si sa se nella città dei Papi Locatelli sia stato allievo di Corelli, ma è certo che proseguì i suoi studi con Giuseppe Valentini e Antonio Montanari, violinisti dell’orchestra del cardinale Ottoboni nella quale anche il Nostro suonò.A Roma Locatelli suonò comunque anche nell’orchestra della famiglia Caetani e quasi sicuramente nelle chiese della città come si evince dal fatto che il suo nome figuri nella lista dei membri dell’Accademia di Santa Cecilia; era questa, infatti, una forma di certificazione, senza la quale i musicisti non potevano esibirsi nelle chiese. Dopo 12 anni Locatelli lasciò Roma per recarsi a Venezia dove concepì la sua opera più famosa, la raccolta l’Arte del violino, che avrebbe pubblicato ad Amsterdam nel 1733 con la dedica a “Girolamo Michiel’ Lini, Patricio Veneto” nel cui palazzo probabilmente il compositore eseguì alcuni dei concerti congenuti nella raccolta. Dopo aver girato per alcune importanti corti come quella di Federico Guglielmo di Prussia, Locatelli si stabilì ad Amsterdam dove sarebbe morto nel 1764 e dove si dice che si esibisse nella sua casa signorile in uno dei migliori quartieri della città olandese in concerti privati ai quali non venivano ammessi, per timore che potessero copiare la sua arte, musicisti professionisti se non un organista e un suonatore di campana. Ad Amsterdam Locatelli, che poteva permettersi di acquistare anche strumenti di valore come i violini di Steiner, di Tecchler e dei fratelli Amati, visse conducendo un tenore di vita difficilmente giustificabile con i proventi che venivano dalla sua collaborazione con la casa editrice Le Cene e dalla vendita delle corde di violino italiane, più grosse e più solide di quelle francesi. È del tutto probabile che avesse accumulato in precedenza una fortuna che gli abbia consentito di vivere bene. Già presso i contemporanei oggetto di ammirazione per il suo virtuosismo, ma anche di critiche per il suono giudicato particolarmente rude e insopportabile all’ascolto e per la sua tendenza a suonare nel registro sovracuto, Locatelli sviluppò la tecnica della mano sinistra con il frequente uso di doppie corde, di passaggi rapidi e di altri in ottava per non parlare dei trilli in una corda eseguiti contemporaneamente alla melodia affidata a un’altra corda.Meno importante fu il suo apporto alla tecnica dell’arco. L’opera più famosa di Locatelli è la già citata Arte del violino, una raccolta di 12 concerti, all’interno dei quali sono incorporati 24 Capricci che dovrebbero fungere da cadenze ad libitum nei movimenti esterni, ma che in realtà sono delle composizioni a se stanti. Di questi concerti, in tre movimenti secondo lo schema classico (veloce-lento-veloce), tre (il Nono, l’Undicesimo e il Dodicesimo) costituiscono il programma di un’interessante proposta discografica dell’etichetta BIS Records. Tra questi figura anche il dodicesimo che, chiamato “Il Labirinto armonico” dalla famosa frase inserita da Locatelli nel primo movimento “Laberinto armonico: ‘Facilis aditus; difficilis exitus”, si segnala per l’alto virtuosismo dei due capricci inseriti nei due movimenti esterni alle cui difficoltà tecniche fa riferimento la rase citata sopra.Splendida l’esecuzione da parte di lya Gringolts che non solo mette in mostra il suo virtuosismo superando con disinvoltura le difficoltà tecniche di cui sono piene queste partiture, ma trova anche un bel suono nei movimenti lenti, pagine per nulla banali, ma dotate di un intenso lirismo che fa di Locatelli un vero musicista e non solo un acrobata del violino. lya Gringolts dirige anche la Finnish Baroque Orchestra che esegue queste partiture con senso dello stile e non soverchia mai il violino negli episodi solistici che si alternano ai tutti, nei quali il solista, secondo l’antica prassi esecutiva, si unisce agli altri archi.