Roma, Teatro Garbatella: “L’Acqua e la farina”

Roma, Teatro Garbatella, stagione 2022/2023
“L’ACQUA E LA FARINA”
Testo e regia di Antonio Nobilli, in collaborazione con Alessio Chiodini
Con: ALESSIO CHIODINI, MARY FERRARA, ILARIA MARIOTTI, LUIGI NICOLAS MARTINI, MAURO TRABALZA e con la partecipazione di ENRICO TAMBURINI
Testi e Musiche dei Melatti
Roma, 15 ottobre 2022
«Acqua e farina: du cose diverse, completamente diverse quanno stanno lontane, ma quanno stanno insieme…Danno vita ar pane… la cosa più bella del mondo».
È una delle battute dello spettacolo che dà il titolo allo spettacolo. È da sottolineare, però che, per fare il pane, è importante aggiungere anche il lievito, quel “principio” che fa crescere, che contribuisce a donare la forma. Si potrebbe associare l’ingrediente mancante all’amore, il sentimento puro, sincero e commovente che ha spinto Mauro Trabalza, nipote della Sora Lella a portare in scena questo spettacolo. Ed il lievito è anche la componente che alimenta la commozione tra il pubblico del Teatro Garbatella, attento e commosso per lo spettacolo nato dalla collaborazione di Antonio Nobili ed Alessio Chidini (con un intervento di Enrico Tamburini). Un lavoro dal sapore nostalgico che per la prima volta viene portato in scena nella Capitale. Oltre a Mauro Trabalza nel ruolo di sé stesso, fanno parte del cast: Mary Ferrara interprete della Sora Lella, Luigi Nicholas Martini nel ruolo di Aldo Fabrizi, Enrico Tamburini nel suo ruolo di conduttore e Ilaria Mariotti nel ruolo di Teresa, la simpatica collaboratrice della trattoria.
Il racconto ripercorre la storia dei fratelli Fabrizi, Aldo e Lella, di cui Mauro è erede. La storia di una famiglia semplice, genuina che si dipana in una suggestione di aneddoti, immagini e suoni dialettali, di frasi ormai idiomatiche come il celebre intercalare «annamo bene!», imprescindibile dai personaggi interpretati da Lella Fabrizi, al secolo Elena Fabbrizi (cognome originario con due “b”) nota al grande pubblico come la Sora Lella. Ultima di cinque fratelli, rimasti orfani di padre, con il maggiore Aldo che, a 11 anni fu costretto a fare da capofamiglia.
Il racconto prende spunto da una lettera scritta da Aldo Fabrizi alla nipote, madre di Mauro, in cui fa capire quanto fosse sempre protettivo e geloso delle tre sorelle, Teresa, Italia e Lella, la più piccola. Una velata amarezza traspare tra quelle righe, espressione di rivalità che in molti hanno sempre ricondotto al rapporto tra i due fratelli che, al termine dello spettacolo si sciolgono in un commovente abbraccio, chiarendo per sempre quel fraintendimento fatto di silenzi e di poca comunicazione. Un incontro suggestivo, preceduto dal silenzio, dal profondo scambio di sguardi, preludio ad una sconfinata dichiarazione di affetto.
Interessanti sono i racconti, le informazioni fornite con simpatia da Enrico Tamburini che riporta alla memoria il successo di Sora Lella, divenuta un personaggio nazional popolare, la “nonna degli Italiani”, grazie al programma di Radio Lazio che la vedeva al fianco del celebre Claudio Villa, ma soprattutto la collaborazione con Carlo Verdone che la volle nei suoi film Bianco, rosso e Verdone, poi Acqua e sapone. Finalmente un grande successo dopo i piccoli ruoli nei film col fratello e col grande Totò. Non solo il cinema, soprattutto la cucina al centro di tutto, la storica trattoria che prende il nome di Sora Lella, una vita tra i tavoli, a regalare perle di saggezza e rilasciare ricette condite di sentimenti, di verace passione.
Tanti racconti anche su Aldo, dal carattere scontroso ma dal cuore grande, uomo solitario ma dall’animo sensibile, un aspirante poeta, illuminato drammaturgo, spesso deluso. Non mancano riferimenti ad Alberto Sordi, a Nino Manfredi, altri grandi simboli di una Roma nostalgica respirata a pieni polmoni da una platea commossa e plaudente.