Aleksander Borodin (1833-1887): “Il principe Igor” (1890)

Opera in un Prologo e quattro atti su libretto proprio, dal “Canto della schiera di Igor”. Prima rappresentazione: San Pietroburgo, Teatro Marinskij, 23 ottobre 1890.
Un grandioso affresco musicale nel quale le voci hanno una vigorosa importanza sull’ orchester, questo è il principe Igor che Borodin lasciò incompiuto quando fu vittima di un attacco di cuore, la sera del 26 febbraio 1887, durante una festa di Carnevale. L’opera, ispirata e originalissima, Borodin era in cantiere da savariati anni, lavorandoci nelle pause che gli lasciavano i suoi impegni all’accademia di San Pietroburgo dove insegnava chimica. Scriveva: “In inverno lavoro quando non posso fare lezione, perché sono indisposto. A Natale ho avuto l’influenza, sono rimasto in casa e così ho potuto scrivere il coro di giubilo dell’ultimo atto dell’ Igor “.Il brano a cui allude il compositore non è quello famoso che tutti conosciamo, anche nella contaminata veste della canzone “Stranger in Paradise”. Le danze polovesiane, questa prodigiosa esplosione corale – uno dei più “possenti tumulti musicali”, come scrisse un critico francese – fanno parte del secondo atto e rappresentano un un vertice di questa opera che narra un fatto storico, cioè la guerra combattuta nel XII secolo, dai russi contro la tribù dei polovetsi.
Il libretto è piuttosto semplice: l’esercito guidato dal principe Igor (baritono) muove contro i Tartari, ma dopo un eroica lotta è costretto a cedere le armi. Igor, fatto prigioniero dal “Khan” dei polovezi, Konciak (basso), conquista la stima di costui che lo invita a rimanere presso di sé (Le “danze polvesiane” sono appunto nella  grande festa che Tartari danno in onore del principe), ma Igor riesce a fuggire e a tornare in patria dove l’aspetto la moglie Jaroslavna (soprano) che egli aveva affidato al cognato; principe Galitsky (basso) che si era rivelato essere un uomo violento e dissipatore.
L’edizione dell’opera di Borodin – figura preminente della scuola nazionale russa – che vi proponiamo all’ascolto (in versione ritmica italiana), è stata realizzata il 19 settembre 1964 alla RAI di Roma. Sul podio Armando La Rosa Parodi, maestro del coro Nino Antonellini. Fra i cantanti, il celebre  baritono Giuseppe Taddei, nella parte del principe Igor, Boris Christoff  nella duplice veste di Konciak e di Galitsky. Da  grandissimo artista qual era anche in questa esecuzione Christoff, ri racconta che già dalle prove non si limitava a cantare, ma si immerse nei personaggi, seguendo con la mimica gestuale, con l’espressione del volto, con la tensione dello sguardo, la frase del canto, gli slanci, gli abbandoni, le sottilissime inflessioni. Jaroslana era  Margherita Kalmus, un soprano nata a Vienna, ma inglese d’adozione, che aveva debuttato giovanissima a Glyndebourne nel  Così fan tutte di Mozart. In Italia aveva debuttato nel 1959 alla radio e si era già fatta conoscere a Venezia, al Maggio Fiorentino e in altre istituzioni. Margherita Kalmus aveva affermato di aver affrontato questo ruolo con entusiamo per la ricchezza espressiva della parte di Yaroslavna “che può mettere pienamente mettere  in risalto tutte le proprie possibilità vocali ed espressive “. Prestigioso anche il resto del cast, in primis i nomi di Oralia Dominguez (Koncakovna), Luigi Infantino (Vladimir). Altri cantanti degni di nota: Ennio Buoso  (Ovlur), Nelly  Pucci (fanciulla polovesa), Vito Susca (Skula), Giampaolo Corradi (Eroska), Corinna Vozza (La nutrice di Jaroslavna) completano il cast di questa edizione radiofonica del principe Igor.