Johann Sebastian Bach (1685-1750): Fantasia und Fuga g-Moll BWV 542; Choralbearbeitung »O Mensch, bewein dein Sünde groß« BWV 622; Fantasia »Pièce d’orgue« G-Dur BWV 572; Präludium Es-Dur BWV 552; Vivace aus Triosonate Nr. 6 G-Dur BWV 530; Choralbearbeitung »Liebster Jesu, wir sind hier« BWV 731; Fantasia c-Moll BWV 562; Triosonate Nr. 3 d-Moll BWV 527; Choralbearbeitung »Nun komm, der Heiden Heiland« BWV 659; Präludium und Fuga d-Moll BWV 539 (Arrangements: Peter Barczi). Capricornus Consort Basel. Peter Barczi (direttore). Registrazione: 20-23 gennaio 2020, Katholische Kirche „Heilig Kreuz“, Binningen-Bottmingen. T. Time: 63′ 33″ 1 CD CHR77447
La trascrizione era una prassi piuttosto diffusa nel periodo barocco e lo stesso Johann Sebastian Bach ne fu in un certo senso un cultore; egli fu, infatti, autore di molte trascrizioni per clavicembalo che, molto probabilmente realizzate dietro l’impulso datogli da Johann Ernst, nipote del Duca Guglielmo Ernesto di Sassonia-Weimar presso la cui corte il compositore tedesco prestava servizio in qualità di organista e maestro di concerto, costituiscono dei capolavori della letteratura per questo strumento. Il giovane Johann Ernst, che aveva soggiornato tra il 1711 e il 1731 per un periodo di studi ad Utrecht, avendo portato con sé, al suo ritorno a Weimar, un ricco repertorio di musiche che erano state pubblicate in Olanda, all’epoca uno dei maggiori centri dell’editoria musicale, comunicò il suo contagioso entusiasmo per queste opere a Bach che ne trascrisse diverse per clavicembalo. Nella presente proposta discografica si compie un’operazione inversa, in quanto ad essere trascritti per archi e organo sono alcuni capolavori organistici di Bach.
In realtà queste trascrizioni rivelano un’ottima padronanza della scrittura per archi e un solido mestiere, anche se non ripetono certo i metodi di trascrizione operati da Bach il quale ornava, secondo la prassi esecutiva barocca, le melodie e modificava financo i ritornelli che negli originali erano eseguiti dal tutti orchestrali. Queste trascrizioni, realizzate da Peter Barczi, si distinguono per una sostanziale fedeltà ai lavori di Bach che finiscono per “indossare”, così, una veste cameristica nella quale l’ordito polifonico non solo è mantenuto, ma risulta maggiormente evidenziato grazie ai diversi strumenti. Ottima l’esecuzione da parte del Capricornus Consort di Basilea, compagine che, sotto la direzione dello stesso Barczi, si accosta a questi lavori con profondo senso dello stile favorito anche dal fatto che essa si avvale di strumenti barocchi. Nella loro esecuzione non si avverte mai quella frammentazione nella quale si rischia di incorrere trascrivendo soprattutto i passi toccatistici di questi lavori bachiani che, per ragioni di registro, vanno divisi tra gli strumenti. Sembra, anzi, di ascoltare un unico strumento caratterizzato da diversi colori.