George Frideric Handel (1685–1759): “Samson” HWV 57 (1743)

Joshua Ellicott (Samson), Jess Dandy (Micah), Matthew Brook (Manoa), Vitali Rozynko (Harapha), Sophie Bevan (Dalila), Hugo Hymas (An Israelite, A Philistine, Messenger), Mary Bevan (A Virgin, An Israelite Woman, A Philistine Woman). Fflur Wyn  (A Virgin, A Philistine Woman) Tiffin Boy’s Choir, Dunedin Consort, John Butt (direttore). Registrazione: Londra, St Jude-on-the-Hill, Hampstead Garden Suburb, 29 maggio / 5 giugno 2018. T.Time: 204′ 14″ 3 CD Linn Records CKD 599
La prima rappresentazione di Samson ebbe luogo al Covent Garden di Londra il 18 febbraio 1743 . Il  successo fu autentico e immediato. Pur contenendo molti e bellissimi cori, Samson  non è propriamente un dramma corale. Le arie e i recitativi e sono predominanti e Handel mostra una predilezione per l’uso del Coro come continuazione di situazioni e sentimenti espressi in precedenti momenti  solistici dei quali elabora il materiale musicale, il che costituisce un potente elemento di coesione e rappresenta un procedimento operistico  moderno. La simmetria delle arie con “da capo” è ormai ampiamente superata, in quanto le arie di Samson tendono alla forma bipartita simile a quella della Cavatina o, in caso di scherma tripartito,  il coro sostituisce il “da capo”. Inoltre molti pezzi che figurano come arie sono piuttosto elaborati ariosi. Il recitativo accompagnato assurge a mezzo drammatico di grande potenza.  Inoltre va notato che il ruolo principale è affidato ad un tenore, scelta legata alle composizioni in inglese che hanno segnato i cambiamenti dei principi drammaturgici di Handel che lo avevano portato ad allontanarsi  dalla moda italiana che favoriva il canto virtuosistico dei castrati. Il castrato appare ancora qua e là, ma  da questo momento il tenore diventerà abituale nell’oratorio e passerà da una posizione secondaria a quella di prestigio occupata fino allora dal castrato. La popolarità di Samson fece si che la partitura venne ripetutamente rimaneggiata, in quanto Handel continuò ad apportarvi modifiche fino alla fine dei suoi giorni; nelle riprese più tarde fece addirittura modificare il testo.
Questo aspetto ha portato ad esecuzioni (come nel caso di queste incisioni discografiche) estremamente diverse. L’edizione, registrata in studio, diretta da John Butt propone un Samson completo (edizione Collins del 1997, fedele alla prima londinese del 1743). A capo del “suo” ensemble vocale e strumentale, Dunedin Consort ci presenta un’esecuzione  di elegante musicalità e finezza, equilibrata nelle sonorità. Il cast vocale, senza voci di particolare spicco, è in linea con la concertazione. Matthew Newlin (Samson), Klara Ek (Dalila), Lawrence Zazzo (Micah), Luigi Di Donato (Manoah / Harapha), Julie Roset (Philistine Woman / Israelite Woman), Maxime Melnik (Messenger / Philistin). Coro da Camera di Namur, Millenium Orchestra,  Leonardo García Alarcón (direttore). Registrazione: Festival Musical de Namur, église Saint-Loup, 4 luglio 2018. T.Time: 140′. 2 CD Ricercar RIC 411
La registrazione “live” diretta da Leonardo García Alarcón al Festival Musical de Namur ha invece come riferimento un’edizione “ridotta” (circa un’ora di musica in meno) curata da Nikolaus Harnoncourt (del 1993) e del quale Alarcón è stato allievo. Una versione, forse non di riferimento per chi ama sempre e comunque le esecuzioni integrali, che spicca però per un particolare vigore teatrale. Sarà il “live”, ma l’orchestra Millenium, il Coro da camera di Namur e tutti gli ottimi solisti (anche grazie all’ottima presa di suono), mostrano una ricchezza di colori, un coinvolgimento interpretativo che rendono pienamente la potenza musicale e in qualche modo teatrale  di questo  dramma biblico.