Atti della Giornata di Studi Montevarchi, Accademia Valdarnese del Poggio, 17 dicembre 2015
a cura di Salvatore Dell’Atti
ASKA Edizioni 2021
Volume di 159 pagine, ISBN 978-88-7542-369-8
€ 15,00
«Qualunque melodia più dolce suona qua giù» la musica in Dante è il titolo del volume che raccoglie gli Atti della Giornata di Studi Montevarchi tenutasi presso l’Accademia Valdarnese del Poggio, il 17 dicembre 2015. Pubblicati nel 2021, a distanza di sei anni dalla Giornata di studi, ma in occasione dei 700 anni della morte del Sommo Poeta, questi atti si soffermano sul rapporto tra Dante e la musica. Pur essendo stato affrontato in passato da letterati e musicisti come, per esempio Boito, il quale, in una famosa lettera (18 gennaio 1902) indirizzata al critico musicale francese Camille Ballaigue, dopo aver analizzato la musicalità del verso dantesco, aveva passato in rassegna tutti i passi della Divina Commedia dove è presente la musica, partendo dal Purgatorio, in quanto all’Inferno, a suo giudizio, la musique n’y a pas lieu, questo argomento è qui svolto in modo completo. Non è solo indagata, infatti, la presenza della musica nella poesia di Dante, ma vengono studiate anche alcune opere che si sono ispirate al Sommo Poeta. Come affermato nella Prefazione, infatti, dal curatore di questi atti, Salvatore Dell’Atti, il volume si presenta come un “itinerarium cronologico che conduce alla figura e all’opera di Dante” le cui prime tappe, scandite dai primi tre saggi (Note su Dante e la musica sullo sfondo della Firenze medievale di Lorenzo Tanzini, «Diverse voci fanno (?) dolci note…»: spunti musicali nell’opera dantesca di Claudio Santori e Dante e la Commedia come riflesso superiore del Due-Trecento musicale di Piero Mioli), si soffermano sulla figura di Dante nel Medioevo. Con l’intervento di Cecilia Luzzi (Dante in musica nel Cinquecento fra concezione madrigalistica e tracce di oralità) si passa alla contrastata fortuna dei testi di Dante messi in musica da compositori del Cinquecento, mentre con il saggio di Elisabetta Pasquini (Genesi e fortuna della Francesca da Rimini di Saverio Mercadante) si vola all’Ottocento per lo studio di un’opera di Mercadante ispirata al famoso episodio del V Canto dell’Inferno. Il saggio di Guido Salvetti, Dante: per un’idea musicale del “brutto” indaga il dibattito di natura estetica intorno alla figura di Dante a cavallo tra Settecento e Ottocento, mentre in quello di Lucia Navarrini, dall’eloquente titolo Dante di Benjamin Godard, è analizzata un’opera quasi del tutto sconosciuta del compositore francese Benjamin Godard. Concludono il volume il saggio di Bianca Maria Antolini che si sofferma in modo dettagliato sulle celebrazioni musicali in onore di Dante nel 1865 da parte di Firenze, all’epoca capitale del Regno d’Italia, quello dii Salvatore Dell’Atti sulla prima esecuzione dell’Inno alla pace in onore della Beatrice di Dante della compositrice francese Augusta Holmès e la completa carrellata bibliografica sulla presenza di Dante nella storia della musica a cura di Piero Mioli. Si tratta di un lavoro di altissimo profilo musicologico che affronta in modo completo ed esaustivo una questione non certo semplice, come tutte quelle riguardanti il Sommo Poeta, ma di grande interesse.