Estate Teatrale Veronese 2022: “Nothing/Lear”

Verona, Estate Teatrale 2022, Teatro Romano
“NOTHING/LEAR”
Nel nome del Padre, del Figlio e della libertà
Liberamente tratto dal Re Lear di W.Shakespeare
Regia e coreografia di  Michela Lucenti
Drammaturgia Balletto Civile
Creato e interpretato da Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Loris De Luna, Maurizio Lucenti, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Matteo Principi, Emanuela Serra, Giulia Spattini
Assistente alla creazione Ambra Chiarello
Disegno sonoro Guido Affini
Luci Stefano Mazzanti
Assistente alle luci Chiara Calfa
Scene e costumi Alessandro Ratti/Balletto Civile
Una produzione Balletto Civile – Teatro degli Impavidi (Sarzana) – Estate Teatrale Veronese / Comune di Verona In collaborazione con: ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione e con Dialoghi/Residenze delle Arti Performative Villa Manin Codroipo
Con il sostegno di: MIC / Ministero della Cultura PRIMA NAZIONALE
Verona, 4 agosto 2022
Terzo ed ultimo appuntamento della rassegna dell’estate teatrale veronese “La Danza incontra Shakespeare”. Dopo Giulietta (Juliet con Eleonora Abbagnato) e Otello (“Othello Tango” di Luciano Padovani e la Compagnia Naturalis Labor), questa volta è il personaggio di Re Lear ad essere affrontato e rivisto dalla compagnia Balletto Civile di Michela Lucenti.
Un viaggio nella tragedia familiare raccontata dal gran Bardo ma anche un’analisi tra amore e potere, tra il desiderio di restare e la legge della vita che porta sempre una notte all’uomo. Al suo centro è la crisi irreversibile dei rapporti tra padri e figli e figlie, segnato dalla fine dell’idea tradizionale di sovranità. Il sovrano abdica; il re non sa più reggere, è diventato cieco, e quelli che vorrebbero prendere il suo posto non sono che parricidi e fratricidi.” M. Cacciari – “Re Lear padri, figli, eredi” . Partendo da questa nota introduttiva, spunto ideale della creazione di Nothing/Lear, si deve entrare prima di tutto in quello che il “credo” che anima Michela Lucenti e la compagnia e che, sicuramente, ancora condiziona la visione della danza in Italia:  ossia uscire dall’immaginario comune dai rigidi e limitanti canoni estetici della danza accademica. Michela Lucenti ha voluto fare della spoliazione dalle forme codificate e della commistione dei linguaggi alcune tra le sue principali direttrici di ricerca. Con questo spirito i danzatori non sembrano tali, ma neppure appaiono quali puri attori o cantanti o persino “perfomer”; e si fatica a un certo punto a definirli persino performer. Qui si mette chiaramente in discussione i confini non solo fra le diverse arti, ma anche tra realtà e immaginazione, arte e vita. Sono sicuramente spettacoli spiazzanti e anche questo Nothing/Lear sicuramente lo è. Se rimane in qualche modo traccia dell’idea dei personaggi (Lear, Goneril, Regan, Cordelia, ecc.) contemporaneamente sono disgregati in un linguaggio visivo e verbale – quest’ultimo spesso tocca, volutamente, il grottesco – provocando risate che, in una logica di un orecchio  “purista” sicuramente suonano “stonate”. In estrema sintesi Nothing/Lear si sviluppa la tematica dei rapporti padri/figli con una evidente  dissociazione drammaturgica, a tratti surreale, che scomponeva tutti i caratteri dei personaggi nella sovrapposizione di tutti i linguaggi che riguardavano l’azione scenica. In modo sicuramente abile, la Lucenti e il Collettivo, hanno dato vita a  varie situazioni che intrecciavano l’originale di Shakespeare alla contemporaneità, tante illuminazioni che rimanevano come in  essere, sospese, volutamente senza uno sviluppo. Così come in fondo è l’inquietudine
shakespeariana
. Un pubblico tutt’altro che numeroso, non prodigo di applausi ma che, nella logica del Collettivo Civile, possono invece significare l’aver “fatto centro”, ossia aver turbato e creato “disagio” negli spettatori.