Estate Teatrale Veronese 2022: “R+G”

Verona, Teatro Romano, Estate Teatrale 2022
 “R+G”
Un canto a due voci su testo  di Tommaso Fermariello liberamente ispirato a Romeo e Giulietta di William Shakespeare
Regia  Stefano Cordella.
Musiche originali live di Gianluca Agostini
Interpreti: Caterina Benevoli, Duccio Zanone
Spazio scenico Alberto Nonnato
Disegno luci Roberto Raccagni, Nicolò Pozzerle
Produzione Teatro Stabile del Veneto, Estate Teatrale Veronese in collaborazione con Arteven
Verona, 11 luglio 2022
“Ci sono due foto. La prima è un panorama notturno. C’è la luna, alta, bianca, luminosa. In basso un grande buio, si riconoscono solo le forme degli alberi: è un bosco. In fondo si vedono delle piccole luci distanti, forse una cittadina lontana, forse una strada, delle macchine che passano. Nella seconda ci sono due ragazzi. R e G. È un primo piano sui loro volti. Entrambi guardano verso la fotocamera.  R dà un bacio sulla guancia a G, che sorride, con i denti scoperti.  Le foto vengono postate alle quattro e quarantasette.  Sono le loro ultime due foto. Ora ci sono migliaia di commenti sotto. R e G si sono conosciuti al Maab, un ex capannone in mezzo al nulla riconvertito a locale, che viene affittato per feste, matrimoni, cresime. La festa di Natale è la più attesa dagli studenti perché si incontrano tutte le classi dei paesi vicini e per molti diventa una specie di rito di iniziazione. Quella notte segnerà per sempre le vite dei due protagonisti nati sotto contraria stella”…
Con questo incipit Tommaso Fermariello fa partire la vorticosa (sicuramente con un buon ritmo teatrale) vicenda dei “suoi” Romeo (Riccardo) e Giulietta (Gaia). Mantenendo una sorta di sottile legame con la celebre vicenda shakesperiana (anche in alcuni nomi dei protagonisti), Fermariello tratteggia i ritratti di un ragazzo “lungo e storto” che potremmo definire “anonimo”, in cerca di una sua reale personalità, anche affettiva, in qualche modo schiacciato dall’amico Mercuzio,  personaggio fragile nel suo essere controccorente nella sua scelta di vita estrema di spacciatore. Gaia è invece una adolescente borghese “in carne”, con una famiglia disgregata in seguito a un tracollo economico del padre con il quale la ragazza vivrà una forte conflittualità. Sullo sfondo di una anonima città di provincia ascoltiamo, con un linguaggio “giovanile” di sicura presa, l’incontro di Gaia e Riccardo, la scoperta dell’amore, anche fisico e il successivo incalzare degli eventi: Mercuzio malmenato per un debito di droga, Gaia segregata in casa dal padre Lele perchè ha scoperto che nascondeva “l’erba” di Mercuzio. La disperazione di Riccardo –  debolmente  aiutato da un padre Lorenzo, fragile prete di periferia – che, perduto ogni controllo,  arriva ad uccidere il padre di Gaia. A tutto ciò si aggiunge il teatro nel teatro: una rappresentazione del “Romeo e Giulietta” di Shakespeare nella quale Gaia può realizzare il suo desiderio di essere attrice, anche se non come protagonista, quella deve essere “bella e magra”. Insomma…Non è un po’ troppo? Si ha un po’ questa impressione: una proposta di narrazione, o come dice la locandina, “un canto a due voci”,  alquanto ricca, per poco più di un’ora di spettacolo. La drammaturgia ci è parsa non sempre a fuoco nel suo volere offrire continui spunti emotivi e di narrazione. La parte musicale live, a cura di Gianluca Agostini (ben supportato dalle luci di Roberto Raccagni, Nicolò Pozzerle) ha un indubbio valore di collante e di espansione emotiva, catartica sui due protagonisti i volonterosi Caterina Benevoli e Duccio Zanone che prima di tutto mostrano di avere musicalità canora, un certo coinvolgemento attoriale, di certo. la recitazione,  lasciando da parte pretese di accademismi, dovrà trovare una maggiore varietà di colori, di accenti, di espressioni – e anche liberarsi din certo alone di  cadenzare veneto! In conclusione: uno spettacolo non privo di una certa carica emozionale, che un pubblico, con molti giovani, ma in verità un po’ scarso, ha salutato calorosamente.