Estate Teatrale Veronese 2022: “Giulietta”

Giulietta_Romano 2022

Verona, Estate Teatrale veronese 2022, Teatro Romano
“GIULIETTA”
Uno spettacolo a cura di Daniele Cipriani
Coreografie di Uwe Scholz, Simone Repele, Sasha Riva, Giorgio Mancini
Musiche di Hector Berlioz, Charles Ives, Leonard Bernstein, Pëtr Il’c Čajkovskij
Interpreti: Eleonora Abbagnato, Rebecca Bianchi, Julia Balzaretti, Michele Satriano, Simone Repele, Saha Riva, Davide Dato, Vsevolod Maievskyi, Tommaso Beneventi, Lorenzo Alberti
Pianoforti Marcos Madrigal, Alessandro Stella
Costumi Anna Biagiotti
Luci Alessandro Caso
Verona, 22 luglio 2022
Sotto l’insegna del caldo opprimente di questa estate, si è aperta la sezione danza dell’Estate Teatrale Veronese al Teatro Romano. Si parte, quasi ovviamente, nel nome di Shakespeare e di quella che è forse la “veronese” più celebre del mondo, ossia Giulietta. Il nome di questa immortale figura immaginifica trova una nuova declinazione in danza in questo percorso, ideato da Daniele Cipriani, che si apre con l’ampio passo a due tratto dal balletto “Le Rouge et le Noir” di Uwe Scholz (qui ripreso da Giovanni Di Palma). Anche se qui i protagonisiti della drammaturgia non sono Giulietta e Romeo, ma bensì Julien e Mathilde, i tormentati protagonisti del romanzo di Stendhal. Scholz, con il suo linguaggio neoclassico, molto in linea di quello che è stato il suo maestro, ossia John Cranko, crea un forte parallelo con l’amore degli amanti veronesi, utilizzando la musica della “Scène d’amour” (che corrisponde con la scena del balcone) tratta dalla sinfonia drammatica “Roméo et Juliette” di Hector Berlioz, qui in versione pianistica (di Otto Singer). Ne sono stati interpreti, con passione, eleganza, magistero tecnico, ed intensità espressiva, Eleonora Abbagnato e Michele Satriano, fresco di nomina a primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma. A un certo  linguaggio coreografico neoclassico appartiene anche “Rainbow, Love & Peace”, presentato qui in prima assoluta, del coreografo Giorgio Mancini, su musiche tratte da “West Side Story” di Leonard Bernstein  (sempre trascritte per due pianoforti, qui da John Musto).
La musica di Bernstein, rivoluzionaria negli anni ’60, come era stata di rottura l’aver trasformato Giulietta nella portoricana Maria e Romeo nello yankee Tony, giovani innamorati, ma etnicamente diversi del West End di New York. Da questo spunto di modernità e diversità al messaggio che Mancini lancia nel suo balletto “rainbow”: un amore senza barriere sessuali, di genere, l’unione di colori diversi rappresentata dalla bandiera arcobaleno che è anche simbolo di pace, non solo del movimento Lgbt. Il balletto di Mancini vuole essere espressione di libertà di esprimere il proprio essere un “colore” e un “temperamento”. Forse l’espressione coreografica di Mancini non è dirompente nel suo esprimersi, un po’ troppo legata a un formalismo classico, ma sicuramente attentissima all’espressione dei colori della musica di Bernstein. In passi a due, principalmente al maschile, ma anche in efficaci assieme, si esprino con omogeneità, buon afflato e sicurezza tecnica sei interpreti:
Rebecca Bianchi(Rosso – La vita), Davide Dato (Giallo – La luce), Vsevolod Maievskyi (Verde – La natura), Tommaso Beneventi (Arancione – La salute).
A nostro parere il balletto ha invece il suo fulcro nelle creazioni di Simone Repele e  Sasha Riva. Già a partire dagli intermezzi  coreografici “Blanc et noir” (su musica di Aron Copland) che hanno introdotto “Le rouge et le noir” e “Rainbow”, sono emerse tutte le capacità fisiche ed espressive dei due coreografi-danzatori. Un linguaggio coregrafico che coinvolge il corpo in tutte le forme espressive, sfuggendo o meglio, mescolando teatro-danza a evocazioni classiche. Summa di ciò, la creazione, anche in questo caso come prima assoluta “Giulietta” sulle musiche dell’ouverture-fantasia “Romeo e Giulietta” di Pëtr Il’c Čajkovskij (versione per due pianoforte di Karl Klindworth). Qui, il contesto narrativo mescola onirico, presente, passato, futuro. Ci presenta in scena una giovane Giulietta (la già carismatica Julia Balzaretti, figlia della Abbagnato) viaggiare a bordo di una bicicletta condotta da un amico immaginario (Sasha Riva) attraverso tutte le dimensioni temporali per ritrovarsi adulta, ma anche la Giulietta del passato, la Capuleti (Eleonora Abbagnato) con un Romeo del presente e il Montecchi (Simone Repele). Ne esce un quadro ricco di sfaccettature, di dinamiche espressive, poetiche ma anche dure, d’impatto diretto, ma che non sono mai disgiunte dall’essere in sintonia con le sensazioni che trasmette la musica. E qui non possiamo dare risalto alla brillantezza e alla sensibilità esecutiva dei pianisti Marcos Madrigal e  Alessandro Stella.  Alla fine, nonostante il caldo opprimente di questa estate, il pubblico è accorso numeroso e ha tributato allo spettacolo un successo pieno e convinto.