Staatsoper Stuttgart, Stagione Lirica 2021 / 22
“RUŠALKA“
Fiaba lirica in tre atti su libretto di Jaroslav Kvapil. Esecuzione in lingua originale.
Musica di Antonin Dvořák
Rušalka, ninfa ESTHER DIERKES
Il principe DAVID JUNGHOON KIM
Ježibaba, strega KATIA LEDOUX
Lo Spirito dell’acqua GORAN JURIC
La principessa straniera ALLISON COOK
Le tre ninfe TE RUPE WILSON, CATRIONA SMITH, LEIA LENSING
Il guardaccia TORSTEN HOFMANN
Lo sguattero ALEXANDRA URQUIOLA
Un cacciatore ÁNGEL MACIAS
Staatsorchester Stuttgart e Coro della Staatsoper
Direttore Oksana Lyniv
Maestro del Coro Manuel Pujol
Regia Bastian Kraft
Scene Peter Baur
Costumi Jelena Miletić
Video Sophie Lux
Luci Gerrit Jurda
Drammaturgia Franz-Erdmann Meyer-Herder
Nuova produzione
Stuttgart, 4 giugno 2022
Dopo aver presentato la stagione 2022/23, che tra le altre cose contiene la parte conclusiva del progetto del Ring wagneriano, la Staatsoper Stuttgart ha messo in scena Rusalka, il capolavoro operistico di Antonin Dvorak, ultimo nuovo allestimento della stagione 2021/22 previsto nella sala principale. L’ opera, che negli ultimi decenni è entrata stabilmente nel repertorio dei teatri dell’ Europa occidentale, è senza alcun dubbio uno tra i vertici assoluti del teatro musicale ceco. Il libretto di Jaroslaw Kvapil narra la storia di una ninfa delle acque innamorata di un principe e della perdizione di entrambi in seguito a questa violazione delle leggi soprannaturali. Il tema dell’ amore impossibile tra uno spirito e un mortale ha dato origine a capolavori dell’ arte ottocentesca come il balletto Giselle derivato da un racconto di Heinrich Heine e celebri favole come Den lille Havfrue (la Sirenetta) di Hans Christian Andersen e Undine di Friedrich de la Motte Fouqué. Il testo musicato da Dvorak aggiunge alla storia la caratterizzazione della strega, sempre presente nei racconti popolari slavi. Il modo con cui Dvorak ha realizzato la musica per questa saga di spiriti ed esseri umani rappresenta senza alcun dubbio uno tra i vertici della sua produzione. In tutta l’ opera la perfetta simbiosi tra orchestrazione e testo, l’ ispirazione della vena melodica e la squisita fattura strumentale di molte pagine, oltre alla presenza di arie come la celebre Měsíčku na nebi hlubokém (Inno alla luna) danno come risultato una partitura assolutamente affascinante da ascoltare, per la sapienza della composizione e lo splendore sonoro degli effetti d’ insieme realizzati dal compositore boemo.Oksana Lyniv, la quarantaquattrenne musicista ucraina che il mese scorso ha inaugurato con un fulminante concerto il Ludwigsburger Schlossfestspiele, ha confermato in questa produzione il suo talento davvero fuori dal comune e la personalità artistica che già io avevo avuto modo di apprezzare nello stupendo Fliegende Holländer dell’ estate scorsa a Bayreuth. Sotto la sua guida la Staatsorchester Stuttgart ha messo in mostra sonorità splendenti e una eccellente precisione esecutiva. Una direzione orchestrale sagace, duttile e stilisticamente perfetta che raggiungeva i suoi vertici nelle pagine liriche, rese con una bellissima trasparenza timbrica e una profonda penetrazione espressiva. Oltre alle sue qualità musicali, Oksana Lyniv possiede il carisma e la capacità evocativa dell’ interprete di alto livello, capace di trarre il massimo dai cantanti che lavorano insieme a lei. In questa serata, un cast formato quasi esclusivamente da giovani cantanti ha trovato per merito della direttrice ucraina le condizioni per esprimere una riuscitissima caratterizzazione dei personaggi. Il trentaduenne soprano Esther Dierkes, nativa di Münster passata nel 2015 direttamente dall’ Opernstudio a membro stabile della compagnia della Staatsoper, ha impersonato la protagonista con un timbro vocale pieno e dolce, un fraseggio delicato e struggente e una recitazione perfettamente misurata. Il tenore coreano David Junghoon Kim, premiato in concorsi importanti come il Voci Verdiane” di Busseto e giá esibitosi in grandi teatri lirici, ha realizzato una bella caratterizzazione del ruolo del Principe, tramite una voce risonante e dotata di buona penetrazione nelle note acute. Molto ben riuscito anche il ritratto scenico e vocale dello spirito delle acque affidato al basso croato Goran Juric, efficace nell’ esprimere sia la collera che il sentimento di pietà provato nei confronti della figlia che ha deciso di perdersi. Di buon livello, sia vocalmente che scenicamente, era la Principessa Straniera del mezzosoprano inglese Allison Cook che ha saputo distinguersi drammaticamente nonostante la brevità del ruolo. Spettacolare e dotata di talento istrionico è apparsa la Strega Jezibaba impersonata dal mezzosoprano parigino Katia Ledoux. Tra i ruoli di contorno, molto incisiva è stata la caratterizzazione di Torsten Hoffmann come Heger; i tre elfi erano cantati molto bene da Natasha Te Rupe Wilson, Catriona Smith e Leia Lansing.
La messinscena era ideata da Bastian Kraft, quarantaduenne regista nativo di Göppingen e residente in Svizzera, che in questa occasione affrontava per la prima volta il campo dell’ opera lirica. Il concetto di base dell’ allestimento era lo sdoppiamento dei personaggi raffiguranti gli spiriti, per i quali una serie di drag queens affiancava gli interpreti vocali. Sullo sfondo esteticamente gradevole delle scene relizzate da Peter Baur lo spettacolo scorreva senza grosse sorprese, con un certo buongusto complessivo e una logica di fondo molto coerente nel sottolineare lo svolgersi della vicenda. Il pubblico ha decretato un vero e proprio trionfo per tutti i componenti del cast , per Oksana Lyniv e per i responsabili della produzione scenica. Piú di quindici minuti di applausi in una Staatsoper dove si poteva notare la presenza di un gran numero di giovani spettatori, hanno segnato l’ ottimo esito della serata.